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In MotoGP manca la carezza del dottorcosta

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motogp.com


Francesco Bagnaia a terra dopo la caduta del MontmelòIl GP de Catalunya 2023, corso al Montmelò, ci ha restituito una bella doppietta Aprilia e un doppio ritiro delle due Ducati del Team Lenovo, alle prime curve della prima partenza della corsa. Enea Bastianini è stato protagonista di uno strike che ha coinvolto Marco Bezzecchi, Johann Zarco, Fabio Di Giannantonio e Alex Marquez, mentre Francesco Bagnaia è stato vittima di un highside nel cambio di direzione tra curva 1 e curva 2, venendo lanciato in aria e, successivamente, investito alle gambe dall’incolpevole Brad Binder.

Alla bandiera rossa sono succeduti attimi di apprensione, prima del pollice alzato dei commissari di percorso per indicare che Bagnaia era tutto sommato ok, mentre veniva posizionato all’interno dell’ambulanza per essere trasportato al centro medico. Sia lui che Bastianini non sono ripartiti per la gara, con il riminese che è stato anch’esso portato al centro medico per ulteriori accertamenti. Ripristinate le condizioni di pista e affidati i due piloti in rosso alle cure del personale sanitario, la corsa ha poi avuto il suo normale svolgimento, con l’esito anticipato poc’anzi. Fino a qui tutto «normale», sono episodi che nel motociclismo, purtroppo, possono accadere e fanno parte del bello ma pericoloso gioco della velocità.

Il primo responso medico del Dottor Charte

Durante la gara, con i due piloti feriti al centro medico, arrivavano periodicamente aggiornamenti da parte di Antonio Boselli, pit reporter di Sky Sport MotoGP. Dopo la bandiera a scacchi, il giornalista è riuscito a raccogliere le dichiarazioni del Dottor Angel Charte, responsabile medico del campionato. Charte ha spiegato in maniera molto dettagliata le condizioni di Bagnaia e Bastianini, dando agli spettatori italiani tutti gli elementi per capire che il campione del mondo stava sostanzialmente bene, comunicando invece una frattura del malleolo tibiale del piede sinistro per il pilota numero 23. 

L’elemento mancante

Al pubblico italiano, soprattutto a coloro che seguono il motomondiale da più di dieci anni, può essere che sia mancato qualcosa. Un elemento che ha permesso per circa quarant’anni un recupero fisico più rapido per i piloti e un sospiro di sollievo più sereno per i tifosi. Le calde parole di Claudio Marcello Costa, conosciuto da tutti come il dottorcosta, erano un toccasana per tutti. L’inventore del soccorso medico in pista e padre della Clinica Mobile, oltre ai dettagli medici, era capace di più di una parola di conforto, di speranza e di incitamento al cavaliere del rischio ferito. Quelle parole raggiungevano anche le case degli italiani e facevano sembrare il motociclismo uno sport per eroi, non alla portata dei comuni esseri umani. Il dottorcosta era capace di far capire a tutti perchè i piloti del motomondiale erano speciali e assecondava il più possibile il loro desiderio di correre. Le sue parole davano ai telespettatori la speranza di rivedere quanto prima possibile i loro beniamini, in sella al loro cavallo a motore, per tornare a giocare a scacchi con la signora vestita di nero. Per molti, me compreso, quando ero più giovane, quelle parole potevano sembrare solo retorica. Questa volta, come non mai, mi sono reso conto di quanto manchino quei versi poetici di un medico imolese che, prima di mettere mano alle fratture delle ossa, ricomponeva le fratture dell’anima. Sia di chi era caduto, sia di chi, a casa, rimaneva con il fiato sospeso.

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