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F1 | Yuki Tsunoda, un samurai da non sottovalutare

Yuki Tsunoda è arrivato in Formula 1 in punta di piedi. Con il tempo ha dimostrato il suo valore e i motivi per cui lo hanno scelto.

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Yuki Tsunoda con i suoi fan nel GP del Giappone 2024
Yuki Tsunoda con i suoi fan nel GP del Giappone 2024 (©Red Bull Content Pool)

Yuki Tsunoda è un pilota arrivato in Formula 1 completando tutto il percorso nelle categorie inferiori. Sotto l’ala di Honda prima e Red Bull poi. Molti forse si sono chiesti e tutt’ora si chiedono perché proprio lui; ma il giovane giapponese si sta confermando anno dopo anno, con la voglia di dimostrare che lui la griglia di F1 se la è guadagnata per il suo talento e non solo grazie al colosso motoristico nipponico.

Yuki Tsunoda, istinto e ragione

Sabato 11 maggio Yuki compirà 24 anni, e questa è la sua quarta stagione in Formula 1, insieme a Racing Bulls, ex AlphaTauri. Sin dalla Formula 2 quando ha cominciato a farsi conoscere al grande pubblico motoristico, Tsunoda non è sembrato un personaggio appariscente; anzi molto introverso come gran parte dei suoi connazionali e riservato.

Quando però si infila il casco e scende in pista sembra trasformarsi. Ascoltando i suoi team radio, mai avrei pensato che provenisse dal Giappone. Diciamo, infatti, che in macchina Yuki mostra il suo lato più emotivo. Quello che difficilmente riesce a controllare.

Anche nei primi anni di F1 capitava che si aprisse in radio rispondendo a tono al suo ingegnere o che volte si udissero espressioni non del tutto pacate. Tsunoda è sempre stato così. Il ragazzo timido e sfuggente nel paddock, quanto istintivo e determinato una volta abbassata la visiera. Con il  passare del tempo e la giusta maturazione, gli sfoghi sono divenuti sempre meno e anche davanti ai microfoni risulta ad oggi essere più pacato e razionale.

Proprio per la sua attitudine forse in molti non lo hanno mai considerato un vero talento. A piccoli passi però il pilota giapponese ha scalato le varie categorie, fino a guadagnarsi il sedile in F1 e poi le successive conferme.

Sotto l’ala dorata

La sua carriera iniziò dai kart per poi proseguire nella Formula 4 giapponese. Nel 2018 vinse il campionato con sette trionfi, otto pole position e undici podi. Fu in quel momento che Honda e l’Academy Red Bull lo notarono, per inserirlo nel loro programma piloti. Dopo Tsunoda continuò il suo percorso in Formula 3 e poi in Formula 2 nel 2020 con il Team Carlin.

In quella stagione ottenne tre vittorie e quattro podi da rookie. Risultati che gli consentirono di terminare terzo nella classifica finale e di conquistarsi il posto in F1. Ad accoglierlo c’era l’AlphaTauri, che lo ingaggiò come pilota titolare accanto a Gasly.

Il processo di apprendimento in Formula 1 non è facile, ma Yuki dimostrò fin dal primo GP in Bahrain nel 2021, che lui non era lì per caso. Nella sua gara d’esordiò terminò nono, portando a casa i suoi primi punti nel campionato. Entrò nella top ten altre sei volte quell’anno, meritandosi anche il titolo come miglior rookie.

Successivamente quando Pierre Gasly decise di lasciare la scuderia di Faenza per l’Alpine, lui è diventato il punto fermo della squadra. Ancora oggi continua a dimostrarsi fortemente costante e solido, nonostante l’arrivo di Daniel Ricciardo che Red Bull ha fortemente voluto sull’AT04 per sostituire Nyck De Vries lo scorso anno. In questa stagione Yuki è stato quasi sempre davanti al suo compagno di squadra e in 6 GP è andato a punti già quattro volte (contando la Sprint a Miami, ndr).

Con l’arrivo dell’australiano, molti avrebbero dato per scontato la resa del nipponico. Dicevano che non  poteva stare al livello di Ricciardo e che lo avrebbe subito. Fino ad ora però continua a caricarsi la squadra sulle spalle, conquistando punti importanti e risultati solidi. La Honda gli ha già promesso il sostegno anche negli anni futuri, quando la Casa di Tokyo motorizzerà Aston Martin.

Al momento non ci sono ufficialità, ma trovato il suo alfiere per la F1, Honda non sembra intenzionata a lasciarlo andare. Potrebbe quindi continuare a supportarlo, proprio per far si che Yuki continui a portare in alto i colori giapponesi nell’élite del motorsport.

Yuki Tsunoda, una persona da scoprire

Per un ragazzo giovanissimo che è nato e cresciuto dall’altra parte del mondo, non è semplice convertire le proprie abitudini di vita. Quando Yuki è arrivato in Europa ho incontrato non pochi ostacoli. Lo racconta bene in Drive To Survive su Netflix. Lo stesso fu quando si trasferì a Faenza, decisione presa dal team per fargli vivere la realtà del team e tenerlo monitorato con allenamenti e preparazione.

Poco amante dell’attività fisica e del rigido percorso che un pilota di quel livello deve seguire, Yuki ci ha messo un po’ per abituarsi ai ritmi che doveva sostenere. Con il duro lavoro e la perseveranza però piano piano, contornato dalle persone giuste e sotto l’occhio vigile di Franz Tost, si è adattato. Tsunoda in questi anni si è affezionato molto anche all’Italia e a Faenza.

Non è un caso che il suo senso civico nipponico non sia venuto meno durante le alluvioni di maggio 2023. Si è messo a completa disposizione di una città ferita e che aveva bisogno. Lui, insieme al suo preparatore, non si sono tirati indietro e di fronte alla tragicità della situazione: ha preso una pala e si è rimboccato le maniche. Un gesto che gli fa onore e che non verrà dimenticato facilmente.

Giapponese dal cuore d’oro. Schivo e protettivo della sua vita privata, a volte sembra essere un personaggio estraneo al paddock della Formula 1. Invece con il tempo si è adattato ad una cultura lontana anni luce dalla sua e con la sua ironia e il suo modo di fare ha iniziato ad aprirsi, facendoci conoscere una parte di sé che fino a poco tempo fa era latente.

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