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Ciclismo

Giro d’Italia 2024: percorso e favoriti

Al via l’edizione numero 107 della Corsa Rosa. Poche tappe “mitiche” ed un vincitore annunciato

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© Giro d'Italia

Nonostante l’edizione numero 107 del Giro d’Italia sia ai nastri di partenza, l’attesa per la Corsa Rosa è forse la men0 spasmodica della storia recente. Complice un percorso privo di arrivi “mitici” ed un parterre di corridori lontani dai vertici del ciclismo mondiale (con un’unica eccezione) , la battaglia per il “Trofeo senza Fine” non si presenta nel migliore dei modi. Eppure, di motivi per seguire questo Giro ce ne sono. Dalla presenza di Pogacar come vincitore annunciato da battere a possibili outsider e tappe incognite, la corsa potrebbe riservare momenti interessanti, o, almeno, è quanto si augura ogni appassionato.

Il percorso

I 3400,8 km e 44650 metri di dislivello cominciano domani da Venaria Reale (Torino) e termineranno il 26 maggio a Roma, seguendo un percorso che prima seguirà la rotta tirrenica, si addentrerà in Umbra per poi risalire verso le alture venete. Ancora una volta le due prove a cronometro potrebbero risultare decisive. La prima ,alla settima tappa (Foligno-Perugia), darà una prima forma realistica alla classifica mentre la seconda, alla quattordicesima (Castiglione delle Stiviere – Desenzano del Garda) potrà restringere il lotto dei pretendenti al podio.

Altri passaggi interessanti sono certamente l’arrivo della seconda frazione al santuario di Oropa, dove si dice che l’alieno sloveno abbia la chance di chiudere subito ogni contesa, e le tappe dolomitiche della terza settimana (diciassettesima e ventesima su tutte). La numero diciassette prevede lo scollinamento prima di Passo Sella e poi di Passo Rolle mentre nella penultima il doppio passaggio sul Monte Grappa sarà il giudice finale.

Nel novero delle tappe dalla risoluzione incognita ci entrano, invece, l’ottava (Spoleto-Prati di Tivo) la quindicesima (Manera del Garda-Livigno). Tanto dislivello in entrambe e proprio per questo protagoniste sia di tentativi d’impresa sia di gestione da parte dei Big, anche perché piazzate a metà corsa.   

Non più di 5, infine, le occasioni per le ruote veloci, anche se al via la lotta per la maglia ciclamino risulta più avvincente di quella per la rosa.

I favoriti

Sarebbe meglio scrivere: “il favorito”. I ragionamenti da fare sono pochi, se Tadej Pogacar non fa incidenti  questo Giro d’Italia lo vince con la pipa in bocca. Due gradini sotto di lui ci sono tutti gli altri. Geraint Thomas (grande sconfitto del 2023) è probabilmente l’unico che grazie alla sua regolarità può non rimanere eccessivamente attardato dal campionissimo.

Se Nairo Quintana (Movistar) non è più lo stesso da anni e Romain Bardet (Team DSM) ha accantonato da qualche stagione la possibilità di vestire la maglia da leader in un grande giro, ecco che dai più giovani potrebbe arrivare qualche sorpresa. Thymen Arensman, compagno di Thomas alla Ineos, può dire la sua in chiave podio così come l’aitante coppia della Jayco Eddie Dunbar-Luke Plapp.

I velocisti

Da Milan a Ewan, da Jakobsen a Groves fino a Gaviria e Merlier. I velocisti non mancano alla partenza del Giro 107. Jonathan Milan vuole difendere la ciclamino del 2023 ma sa che questa volta la concorrenza è agguerrita e le occasioni scarseggiano. Bagarre assicurata considerando anche i battitori liberi pronti a guastare i piani delle ruote veloci.  Tra questi ultimi, ecco Alaphilippe, Girmay, Laporte, Trentin, Valgren oltre a un manipolo di azzurri da porre sotto la lente d’ingrandimento.

Gli italiani

Abituati bene nelle ultime edizioni, anche la “start list” del 2024 presenta nomi italiani a caccia di affermazione internazionale. C’è chi ha già vinto e vuole ripetersi (Dainese, Oldani, Fortunato, Zana) e chi sa che può essere l’anno buono senza la pressione di un capitano da proteggere strenuamente (Aleotti, Frigo, Tiberi). Dalle tappe a cronometro sarà lotta tra Ganna e Affini mentre per la Top Ten i veterani Pozzovivo e Caruso sono pronti a mordere ancora.

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