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Carspillar – Ferrari P4/5 by Pininfarina, reincarnazione del mito

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Dream car tutta sua

La passione spesso sconfina in amore, talvolta in ossessione. Quella per i motori ne è un esempio e quando c’è di mezzo la Ferrari non esiste moderazione. Una vettura del cavallino è qualcosa per pochi, una fuoriserie resta un sogno riservato ai più fortunati. Uno di loro si chiama James Glickenhaus ed è un produttore cinematografico che ha deciso di investire parte della sua fortuna per acquistare mezzi come come la Dino 206 S Berlinetta o la Modulo di Pininfarina. Ma non bastava, perché nel 2006 commissionò alla leggendaria carrozzeria torinese la realizzazione di una Ferrari su misura per lui. Una meraviglia chiamata Ferrari P4/5 by Pininfarina.

 

Le forme della Ferrari P4/5 sono state modellate nella galleria del vento Pininfarina (Pininfarina.it)

Supercar sottopelle

Il progetto, coordinato dal responsabile Progetti Speciali Paolo Garella, doveva nascere sulla base di una Maserati MC12, ma si preferì poi una Enzo con specifiche nordamericane. La P4/5 mantiene il telaio in fibra di carbonio della supercar di Maranello con l’aggiunta di una gabbia di rinforzo su misura in lega di alluminio. Invariato lo schema delle sospensioni a doppio quadrilatero deformabile sia all’avantreno che al retrotreno, mentre i freni sono in composito carboceramico. Immutato anche il cambio sequenziale a 6 marce gestito dalle levette poste dietro al volante. Ma soprattutto resta il “cuore” della Enzo: il motore Ferrari 140 B. Montato in posizione posteriore centrale ed orientato longitudinalmente, è un 12 cilindri aspirato con V di 65° da 5998 cc e rapporto di compressione di 11,2:1. Un propulsore capace di fornire 660 cavalli a 7800 giri/min ed una coppia massima di 657 Nm a 5500 giri/min, giusto per non farsi mancare nulla.

Il vano motore della P4/5 con il V12 Ferrari 140 B in tutta la sua opulenza (Hsiang – Sconosciuto)

Uno stile leggendario

Il progetto nasce intorno ad un’idea: fare rinascere dopo quattro decenni il mito della 330 P4, la biposto da corsa capace di battere l’armata Ford. Una scultura moderna che mostrò al mondo come la bellezza possa coniugarsi all’efficacia. Il gruppo degli stilisti di Pininfarina definì lo stile partendo da figurini iniziali per passare dalla modellazione CAS delle superfici, quindi alla fase di costruzione ed assemblaggio della carrozzeria in fibra di carbonio producendo un risultato sconvolgente. La P4/5 apparve subito come erede diretta della leggendaria P4. La linea muscolosa ma allo stesso tempo fluida in cui le onde dei parafanghi si fondono dolcemente univa il basso frontale a cuneo alla coda bruscamente troncata e sovrastata da un accenno di spoiler. Come sull’antenata il corpo centrale è caratterizzato dalla “capsula” dell’abitacolo, formata dal parabrezza a guscio unico e dalla coppia di portiere ad ali di farfalla. Il lunotto, a goccia, è trasparente e funge da cofano motore mostrando gli scarichi rivestiti in ceramica bianca, come negli anni Sessanta. Le superfici pulite dell’esterno creano un disegno dove l’armonia delle forme si coniuga ai dettami dell’aerodinamica. Tutte le appendici integrate e lo stesso corpo vettura sono figli degli studi presso il Centro Ricerche Aerodinamiche ed Aeroacustiche della Pininifarina. Il risultato è un coefficiente aerodinamico, o se preferite Cx, di assoluta eccellenza: 0,34.

 

Coda tronca con accenno di spoiler e scarichi bianchi in vista: i richiami al passato sono diretti sulla Ferrari P4/5 by Pininfarina (Pininfarina.it)

Esclusiva dentro e fuori

Oltre duecento componenti sono stati specificamente realizzati, dalle cerniere a vista (in alluminio o acciaio speciale) ai cerchi da 20” (in lega, fresati dal pieno), fino agli speciali fari bi-xeno con un esclusivo sistema di led bianchi e gialli. Completamente rivisti gli interni, disegnati sulle precise richieste del committente, dove vennero inseriti un iPod ed un computer portatile, oltre ad un condizionatore potenziato ed a sedili realizzati su misura per Glickenhaus stesso e per il figlio. Il lavoro della Pininfarina portò la P4/5 ad un peso complessivo di 1090 chilogrammi, ben 165 in meno rispetto alla Enzo. Con un simile alleggerimento unito alle migliorie in stabilità ed aderenza si raggiunse la velocità massima di 362 km/h ed un’accelerazione 0-100 km/h inferiore ai 3,5”. Seppur non nata interamente a Maranello, la fuoriserie di Glickehaus ha potuto fregiarsi del  marchio Ferrari con il consenso della casa, entrando di diritto nella storia della Motor Valley. Quando apparve, il 18 agosto 2006 al “Pebble Beach Concours d’Elegance” lasciò tutti a bocca aperta. E non smette di farlo a distanza di lustri. Ma se la volete mettetevi il cuore in pace: resterà per sempre un pezzo unico nelle mani del suo ideatore. Perché i sogni sono belli solo se restano tali.

La Ferrari P4/5 by Pininfarina si mostra con il suo ideatore e proprietario alla guida (Italiansupercarvideo – Sconosciuto)

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