Pallanuoto
Valle: «L’oro all’Universiade una grande emozione. La De Akker vuole confermarsi»
Il commento del portiere della De Akker all’oro universitario. Per Rocco Valle la De Akker ha i numeri per far un buon campionato e puntare alto in Europa
Nell’oro conquistato dalla nazionale universitaria azzurra a Duisburg c’era anche un po’ di De Akker Bologna. Insieme ad Andrea Condemi, che ha salutato qualche settimana fa la compagine bolognese per approdare alla Rari Nantes Savona, c’era anche il portiere Rocco Valle, numero 1 della squadra rossoblù, che ha saputo difendere i pali dell’Italia fino alla finale, dove gli Azzurri hanno superato gli USA.
21 anni e una lunga esperienza con le nazionali giovanili, fino ad arrivare all’oro all’Universiade in Germania di quest’estate. Prossima alla preparazione, reduce da un’emozionante sesto posto in campionato e con la porta aperta della Conference League davanti a sé, Valle e la sua De Akker sono pronti a riavvolgere il filo e provare a scrivere un altro pezzo di storia della pallanuoto bolognese. Tra le emozioni dell’oro universitario e l’attesa per la prossima stagione, ecco la nostra intervista a Rocco Valle.
L’intervista a Rocco Valle: l’Universiade
É arrivato un altro oro all’Universiade, il terzo consecutivo per l’Italia. Sentivate la pressione?
«Ci abbiamo dato davvero molta importanza, sapevamo che l’Italia aveva vinto due ori di fila e non volevamo mancare nemmeno quest’anno. Quando giochi per il terzo risultato consecutivo senti la pressione e la responsabilità di dover fare come gli altri. Nonostante ciò, eravamo sereni e consapevoli. Ci siamo preparati bene, soprattutto durante il common training con USA».
Che percorso è stato?
«Nelle prime partite abbiamo giocato con Cile e Korea del Sud. La prima gara davvero combattuta è stata contro la Georgia, con la quale ci giocavamo il primato del girone, poi la Nuova Zelanda ai quarti, la Germania in semifinale e la finale con gli USA. La partita con la Georgia ci è servita per rompere il ghiaccio, la semifinale con la Germania, invece, è stata una specie di finale: erano i padroni di casa e volevano arrivare a medaglia. Anche la finale non è stata per niente facile, ma sapevamo di potercela fare».
Te che la nazionale l’hai toccata con mano come hai vissuto questo evento così particolare?
«In generale si dà più importanza alle competizioni giovanili, ma le Universiadi sono comunque molto stimolanti e divertenti. Restano una via di mezzo, un passo per arrivare poi a giocare in nazionale».
La nazionale universitaria di pallanuoto all’Universiade (©FISU)
Che gruppo siete?
«Eravamo davvero un bel gruppo, ci siamo uniti sia durante il collegiale che nella competizione, eravamo molto coesi anche grazie al gruppo 2000-2001, che già ci conosceva bene. In acqua eravamo uniti, tutti indirizzati verso lo stesso obiettivo. Una buona preparazione già l’avevamo, ci siamo soffermati principalmente sulla tattica nel corso della preparazione».
E con l’università come va?
«Faccio Scienze Motorie e sono al primo anno. Voglio laurearmi, per poi restare un domani nel mondo pallanuoto. Allenarsi e studiare a volte è difficile, infatti il mio rapporto con l’università è di odio-amore, ma sono determinato ad avere un’alternativa quando smetterò».
La stagione passata (e quella che verrà) alla De Akker
Sesto posto ed Europa per la De Akker la stagione scorsa. Che corsa è stata?
«É stato un anno positivo sia per me che per la squadra, gli obiettivi che ci eravamo prefissati sono tutti arrivati. Confermarsi è sempre difficile, ma ci siamo riusciti. Quest’anno le altre squadre si sono rinforzate, noi cercheremo di farci trovare pronti come sempre».
Alla fine dei conti questo sesto posto va stretto, largo o vi calza bene?
«Alla fine è un risultato giusto, come valore di rosa eravamo su quella linea. Abbiamo sperato di arrivare quarti a fine stagione regolare in classifica, ma effettivamente sarebbe stato troppo per noi. Se avessimo mantenuto la quinta posizione coi playoff sarebbe stato meglio, certo, ma il Posillipo era molto ben attrezzato».
Rocco Valle con la calottina della De Akker Bologna (©SC Quinto)
Vi siete confermati per il secondo anno consecutivo in Europa.
«Sarà il primo anno per tutti, visto che si tratta di una competizione nuova. Affronteremo squadre sul nostro stesso livello e l’obiettivo sarà proprio quello di riuscire ad andare avanti. Lo scorso anno alle qualificazioni di EuroCup abbiamo trovato un girone davvero difficile, ma sono convinto che se lo avessimo rigiocato a metà anno, con alle spalle più partite, la storia sarebbe stata diversa: avevamo solo 2-3 settimane di allenamento nelle gambe. Quest’anno la Coppa Europea inizierà a novembre, arriveremo certamente più rodati».
Da ligure vieni da un ambiente dove la pallanuoto la respiri ogni giorno: a Bologna che aria tira?
«Sicuramente a Bologna è diverso. Io sono cresciuto essendo abituato a una cultura pallanuotistica che nasce dalle squadre giovanili e a Bologna questa non è sbocciata completamente: spero ci si possa lavorare».
Com’è cambiata la De Akker da un anno ad un altro?
«Siamo cambiati tanto. Sostituire atleti come Luongo e Gallo non è affatto facile, la società ha cercato un gruppo che potesse sopperire la loro assenza. La partenza di giocatori del genere ci servirà anche per migliorare il nostro gioco e per affrontare i momenti difficili ancora più di squadra. In ogni caso, penso che abbiamo condotto un mercato che ci permetterà di confermarci».
Che campionato ti aspetti?
«Inizieremo la preparazione il 25 agosto e la prima di campionato sarà il 4 ottobre. L’obiettivo minimo sarà confermare la posizione dello scorso campionato, cosa assolutamente non facile perché diverse squadre si sono molto rinforzate. Anche in Coppa vogliamo arrivare più avanti possibile e proseguire sulla strada tracciata negli anni passati».
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