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Dell’Aquila e il Leone S3 #37 – Il Pagellone dell’anno Fortitudo

Terminata la stagione, come di consueto, è tempo di bilanci. Chi sono i promossi e i boccati dell’anno

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Dell'Aquila e il Leone Fortitudo Effe
Dell'Aquila e il Leone Fortitudo

Gara 4 ha emesso il verdetto più amaro per la Fortitudo: in serie A ci va Trapani. Epilogo che, a dire il vero, non sorprende più di tanto. I favoriti hanno vinto, ai biancoblu rimangono gli onori di una stagione giocata fino in fondo senza rimpianti ma con un pizzico di “sfiga” tipica fortitudina.

Tra protagonisti, insostituibili e rimandati, è’ il momento del “Pagellone” dell’anno.

Nicola Giordano 5

Partiamo con l’unica uscita della stagione, direzione Treviglio nello scambio che ha portato a Bologna Giuri. Chi ci ha guadagnato? Nessuno dei due, trattandosi di un prestito a maggior ragione. Il più giovane del roster non è riuscito a guadagnarsi la fiducia di Caja, collezionando minuti solo per necessità ed assenza altrui. Il coraggio non gli è mancato ma lo ha messo in mostra decisamente troppo poco.

Luigi Sergio 5,5

Esempio di giocatore che ha saputo adattarsi bene al ruolo che l’allenatore gli ha costruito addosso: il vice Ogden pronto a subentrare per far rifiatare l’americano. Presenza fisica sotto le plance e qualche colpo da biliardo da lontano prezioso. E’ arrivato al suo compimento, però, solo a fine stagione, nel momento più importante, certo, ma dopo un buona parte di anno da “presente-assente”.

Pietro Aradori 8

35 anni e non sentirli (un po’ il suo corpo li ha sentiti). Quando il “cagnaccio” è in campo, almeno 15 punti in più sono assicurati e, al contrario, quando manca si sente. In A2 si diverte sul parquet e fa ancora la differenza. Non a caso è l’MVP italiano della regular season. Purtroppo, la sfortuna con lui ci ha visto benissimo togliendolo dai giochi nei momenti chiave dell’anno. Out per la Coppa Italia e poi nuovamente out per le Finali Playoff. Chissà se ci fosse stato anche Pietro…Parleremmo di un altro epilogo?

Alberto Conti 5,5

Può una partita cancellare il passato? No, ma può rileggerlo con maggiore positività. Conti è stato l’ultimo ad alzare bandiera bianca domenica sera e se la sfida è rimasta in bilico fino ai minuti finali il merito è in larga parte suo. Poi, però, c’è il resto della stagione durante la quale non è quasi mai riuscito ad entrare in ritmo se non ad intermittenza, in poche partite e solo quando le rotazioni erano più corte. Può essere un giocatore di A2, ok, ma forse per una squadra con obiettivi diversi da quelli della Fortitudo.

Riccardo Bolpin 7

Infaticabile, insostituibile, indistruttibile. Bolpin è il giocatore che più rappresenta la Fortitudo di quest’anno. Spirito di sacrificio, cuore oltre l’0stacolo, qualche blackout e quel pizzico di follia che lo hanno portato anche a realizzare il suo career high nella categoria. Se nella fase ad orologio si è un po’ spento eccolo arrivare ai playoff rinato. Non è detto che il suo futuro sia ancora biancoblu ma più di un pensiero va fatto.

Alessandro Panni 6

Nuovo anno, nuovo ruolo per il playmaker che ha spostato il suo posizionamento in campo sulle corsie esterne. Libero dai compiti di amministrazione del possesso, Panni ha saputo trovare la dimensione più utile alla causa biancoblu. E’ anche sceso parecchio di minutaggio nel finale di stagione passando da sesto a ottavo uomo ma diventando la guardia “catch and shoot” di Bologna.

Matteo Fantinelli 7

E’ stata un’altra grande annata quella del capitano, più decisiva in fase difensiva che offensiva. A far “paniere” ci hanno pensato gli altri mail suo apporto, soprattutto nei mismatch fisici si è confermato fondamentale. L’intensità a copertura della propria area, seguendo alla lettera i dettami di Caja, è stata stellare; tante vittorie partono proprio dai suoi recuperi in difesa.

Marco Giuri 5

L’unico acquisto a stagione in corso. Non ha spostato gli equilibri del roster né aggiungendo qualità né profondità alla squadra. Forse un po’ d’ordine quando sul parquet regnava la frenesia. L’apporto offensivo, però, si è rivelato pressoché nullo facendo del neo arrivato, il mero sostituto di Fantinelli in cabina di regia e nulla di più.

Deshawn Freeman 8

Voto pieno per chi ha dominato sotto le plance per l’intero anno. Se c’è Deshawn Freeman sotto canestro, passare è difficilissimo. Ne hanno fatto le spese in tanti, offensivamente e difensivamente parlando. Trovare un pivot di questa prestanza atletica in Lnp è raro, e infatti si è dimostrato superiore a tantissimi. Che dire di più…Forse poteva essere più cinico a cronometro fermo, ma i salti al ferro compensano praticamente tutto.

Mark Ogden 8

Se solo non avesse tirato un pugno al muro dopo Gara 2…Forse parleremmo di una serie ancora aperta. La storia non si fa con i periodi ipotetici, e il suo score, proprio sul più bello, è venuto meno. Peccato perché si parla tranquillamente del giocatore più talentuoso e completo della Flats Service. Tira da lontano, penetra senza paura, è lesto in difesa; ha tutte le qualità che servono ad un lungo mobile e moderno come lui. Messa da parte l’amarezza per quel che poteva essere, il suo impatto sulla A2 è devastante e non a caso è quasi sempre in campo. Le statistiche lo premiano, i risultati (personali e di squadra anche). La sensazione è che, anche senza Fortitudo, la promozione l’abbia ottenuta lo stesso.

Alessandro Morgillo 5

Non si può negare che un glow up playoff  l’abbia avuto anche lui. I limiti tecnici sono stati evidenti fin dalle prime gare, il dover sopperire con i falli non ha giovato alla Effe che però ha saputo trarre anche dal lungo azzurro quel qualcosa in più nel momento del bisogno. Rimane una stagione insufficiente, ma chiusa in crescendo.

Celis Taflaj 6

Relegato a riserva, quando è chiamato in causa risponde presente con la spregiudicatezza di chi sa che può lasciare il segno. E, in effetti, l’ala albanese la sua firma sulle proprie prove la mette, spesso anche da lontano, aggiungendo il suo mattoncino alla causa fortitudina. Avrebbe meritato maggiori chances.

Nicolò Braccio, Tommaso Natalini, Lorenzo Bonfiglioli, Vitalii Kuznetsov 6

Voto d’incoraggiamento ai giovani comprimari biancoblu. Qualcuno ha anche trovato gloria al Paladozza. Il futuro può essere dalla loro parte e allora una sufficienza d’incoraggiamento non gliela toglie nessuno perché se vai in panchina in A2 vuol dire che te lo meriti, se ci vai con Caja, ancor di più.

Coach Attilio Caja 9

Ha fatto un capolavoro. Di più non si poteva al tecnico veterano della pallacanestro italiana. Dall’impronta difensiva, ben presto interiorizzata dai giocatori, ai colpi da maestro negli scontri diretti, Caja ha lasciato un segno indelebile e visibile in questa Fortitudo portandola ad un passo dal ritorno in LBA. Poteva fare di più? Oggettivamente no. E’ lui l’MVP della stagione 2023/24 biancoblu. Tra le righe ha salutato la piazza, che, per sua stessa ammissione, porterà sempre nel cuore.

Fortitudo 8

Voto in bilico, per qualcuno potrebbe risultare generoso ma si pensi a tutta la stagione. Quali erano le premesse? Cosa raccontavano i primi risultati. Una Effe dal quintetto fortissimo ma senza linea di backup all’altezza. Detto fatto, anche sotto quell’aspetto si è migliorato preferendo il lavoro quotidiano al mercato. Ne è uscito un campionato quasi perfetto, finito dove era presumibile finisse ma comunque a testa altissima. “Una Trapani” non ci sarà tutti gli anni, e se queste sono le premesse per il prossimo campionato c’è seriamente da divertirsi. “Che sarà, sarà”.

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