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Virtus: sconfitta meritata. Al Paladozza passa Roseto per 81-92 – 14 Mag

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Virtus irriconoscibile. Roseto si impone per 81-92. (parziali: 17-19; 31-44; 55-62)

 

SEGAFREDO BO: Spissu 16, Umeh 6, Pajola n.e., Spizzichini, Ndoja 12, Rosselli 7, Michelori 2, Oxilia n.e., Gentile 13, Penna n.e., Lawson 24, Bruttini 1. All. Ramagli.

VISITROSETO.IT: Smith 18, Cantarini n.e., Piazza 8, Fultz 13, Radonijc 3, Fattori 4, Mei 7, Casagrande 6, Amoroso 18, Sherrod 15. All. DiPaolantonio.

 

Nella prima partita valida per il quarto di finale dei playoff, la Virtus subisce una dura lezione tra le mura amiche. Roseto passa al Paladozza dopo aver controllato la gara dimostrando di esserne padrona incontrastata, nonostante il tentativo di rientro dei bianconeri nella terza frazione di gioco. Tante le distrazioni della retroguardia griffata Segafredo, mai in grado di arginare le scorribande abruzzesi all’interno della propria metà campo. Se a questo si aggiungono le basse percentuali e i troppi errori a cronometro fermo, l’esito non poteva essere diverso. Ma veniamo alla cronaca.

La gara parte dopo il doveroso minuto di raccoglimento in onore di Mario De Sisti, grande allenatore del passato protagonista di tante promozioni in A1 con molteplici squadre e vincitore nell’86 della Coppa Korac con Roma. Alzata la palla due, il controllo delle operazioni viene subito preso dagli ospiti che, approfittando di due difese bianconere non eccezionali, firmano il primo parziale di 0-4. Le Vu nere rispondono immediatamente con un contro break di 7-0 sull’asse Ndoja-Lawson. Roseto non si scompone e continua a macinare gioco punendo dalla media con Sherrod e Casagrande. Le distrazioni difensive sono una costante che Amoroso non fatica a punire. L’ex di giornata realizza un gioco da tre punti, portando i suoi avanti di quattro. Ospiti che giocano subito la carta della zona 2-3, tentando di imbrigliare maggiormente l’attacco della Ramagli-band che fatica a trovare fluidità. Gentile punisce dalla distanza, ma sono gli ospiti a chiudere in vantaggio la prima frazione sul 17-19. Le difficoltà offensive della Segafredo sembrano non avere fine. L’1/4 di Bruttini a cronometro fermo di certo non aiuta, così come le ripetute perse e le doppie chance concesse agli avversari. Roseto punisce cinicamente ogni dormita difensiva della Segafredo e in un amen vola a +10, sfruttando il pressing a tutto campo. Ramagli corre ai ripari e chiama saggiamente timeout per spezzare l’inerzia abruzzese. La pausa sembra giovare alle Vu nere che sfruttano le giocate dell’asse Umeh-Lawson per dimezzare il gap. Il contro timeout di coach DiPaolantonio è la mossa giusta per rianimare i suoi. Prima Fultz, poi Amoroso, dimenticato dalla difesa della Virtus, colpiscono da oltre l’arco. Di Smith il terzo gioco da tre punti consecutivo, valido per il massimo vantaggio ospite. Alla pausa lunga Roseto avanti sul 31-44.

Al rientro in campo Bologna si affida a Lawson, abile nel segnare cinque punti in fila. Ancora le difese troppo morbide dei padroni di casa consentono facilmente a Roseto di trovare le giocate che lasciano invariate le distanze. La gara si infiamma nel momento in cui la Virtus esce vittoriosa da una vera propria lotta per conquistare il possesso, sottolineata dal boato del palazzo. Umeh si tuffa con determinazione su una palla vagante, consegnandola poi nelle mani di Rosselli che serve bene Lawson. Gentile difende duramente su Smith, mentre Spissu serve Ndoja per la tripla che riaccende nuovamente gli animi al Paladozza. Sempre il play sardo è bravo nel realizzare la bomba che riporta le Vu nere ad un solo possesso di svantaggio (55-58), prima dei due rivedibili falli fischiati allo stesso Spissu e a Michelori. Roseto non sbaglia dalla linea della carità e, al 30’, ristabilisce le distanze sul 55-62. Dopo il jumper in arretramento di Gentile, ecco che ambo le compagini si rendono protagoniste di un vero e proprio momento di show time. I botta e risposta si susseguono con ritmo incessante e avvengono esclusivamente da oltre l’arco dei 6,75 m. Alla tripla di Rosselli risponde Piazza per due volte in fila, prima che anche Gentile replichi con la stessa moneta. Lo stesso ne segna un’altra nell’azione seguente, immediatamente ribattuta da quella di Radonjic, lasciato colpevolmente solo nel prendere la mira. Al bombardamento stile guerriglia si iscrive pure Spissu, bravo nel punire dall’angolo su assist di Umeh. Amoroso va a bersaglio con un 2+1, Fultz taglia facilmente la burrosa difesa bianconera e appoggia tranquillamente al tabellone. Ramagli si rifugia nel timeout per evitare l’emorragia, a seguito del parziale abruzzese valido per il nuovo +10 (71-81) a 4’ dal termine. Lawson trova due punti importanti allo scadere dei 24, ma l’ex Amoroso è implacabile su ambo i fronti. Sua la tripla che chiude i giochi, regalando successo e vantaggio nella serie a Roseto. Il finale è 81-92.

Una Virtus troppo brutta per essere vera. L’apporto difensivo è totalmente mancato, evidenziando grossi limiti, soprattutto mentali, della truppa bianconera. Un aspetto che andrà certamente modificato, lavorando sugli aiuti difensivi, magari dal lato debole, oggi inspiegabilmente assenti ingiustificati. A questi si aggiungono i pesanti errori a cronometro fermo che, in particolar modo nei momenti in cui le Vu nere producevano il massimo sforzo per rientrare, hanno permesso agli ospiti di rimanere tranquillamente in vantaggio. Una sconfitta meritata, che fa male, ma da cui è d’obbligo riprendersi tra 48 ore, sempre sul parquet del Paladozza. Il tempo non è tanto, ma sufficiente per lavorare sulle cause che hanno prodotto tale risultato. Complimenti a Roseto, brava nell’approfittare cinicamente di tutti gli errori commessi dai bianconeri, mixando bene le difese a uomo, zona 2-3 e match-up. Ci attendiamo una gara 2 diversa, in caso contrario la strada per il proseguo del cammino playoff si farebbe più impervia di quanto non sia già.

 

(foto: ilrestodelcarlino.it)

 

 

 

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