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10 anni per un grande Bologna – La retrocessione e il sogno americano

Da dove parte il ritorno in Europa del Bologna? Torniamo al 2014: dalla retrocessione all’arrivo di Tacopina.

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Fenucci e Tacopina (© Bologna Fc 1909)
Fenucci e Tacopina (© Bologna Fc 1909)

A volte capita, in alcuni momenti della vita, di avere l’istinto di voltarsi indietro e chiedersi come stavano le cose in un determinato momento passato. Questo può spaventare, alle volte, poiché così facendo ci si rende conto del tempo trascorso e di come i giorni, gli anni, passino velocemente. Altre volte, tutto ciò è utile a mettere insieme eventi e momenti che hanno portato a vivere il presente così come lo conosciamo. Questo vale in qualsiasi ambito della nostra vita.

Ecco perché, di fronte a questo incredibile campionato del Bologna, il pensiero è corso d’istinto a dove tutto è cominciato, ovvero dieci anni fa. Proprio per la straordinarietà della stagione, ci è venuto d’istinto ripercorrere tutti i momenti più importanti di questi ultimi dieci anni. Il Bologna che torna in Europa, dopo 22 anni dall’ultimo Intertoto, parte da una giornata amara, triste e sconfortante per i chi tifa i colori rossoblù: l’11 maggio del 2014.

La retrocessione e il rischio fallimento

È l’11 maggio del 2014 e il Bologna retrocede in Serie B dopo sei stagioni nel massimo campionato: fatale, per la squadra di Ballardini, la sconfitta per 1-2 al Dall’Ara con il Catania, anch’essa retrocessa. Quella del 2014 è una retrocessione pressoché annunciata da tempo: a gennaio, l’addio di Diamanti, uomo simbolo e capitano, di fatto dà la mazzata finale a una stagione cominciata male e finita peggio. Il Bologna retrocede in Serie B, ma questo non è il pensiero principale dei tifosi quel giorno presenti al Dall’Ara.

Il problema principale, è che la loro squadra del cuore, dopo questa retrocessione, potrebbe ritrovarsi a dover partire dai dilettanti. Gli ultimi mesi hanno messo infatti in evidenza tutte le problematiche finanziarie del club, guidato da un Albano Guaraldi sempre più in confusione. Partono incontri, riunioni tra il presidente del Bologna e i suoi collaboratori, la missione è una sola: evitare il fallimento, evitare di ripartire dalla Serie D.

A metà giugno, dopo più di un mese dalla retrocessione, accade il miracolo: il Bologna è ancora vivo. Guaraldi e i soci (grazie anche alla partecipazione di Gianni Morandi, figura imprescindibile in quel momento) garantiscono una fidejussione che permette al Bologna di iniziare a programmare il prossimo campionato di Serie B. Quello che accade è molto simile al miracolo, poiché solo pochi giorni prima si era sparsa la voce che fosse già stato allertato un curatore fallimentare. Ebbene, a metà giugno il Bologna e la piazza possono finalmente tirare un sospiro di sollievo, almeno per il momento.

L’impresa nel mercato estivo targata Filippo Fusco

Quello che si prospetta nell’estate del 2014 è un mercato molto complicato per il Bologna, che vuole a tutti i costi puntare al ritorno in Serie A sin da subito. La società sceglie di affidarsi dunque a Filippo Fusco, uomo strettamente legato al sogno di quel mercato che risponde al nome di Zdenek Zeman. Filippo Fusco si rivelerà poi, con il passare dei mesi, la scelta più giusta di tutta l’era Guaraldi. Detto fatto, in poco tempo Fusco pare trovare l’accordo per portare Zeman sulla panchina del Bologna, ma, proprio quando ormai la firma del boemo è a un passo, Zeman rifiuta e sceglie di accasarsi al Cagliari.
Decisive, nella scelta del tecnico, le problematiche societarie del Bologna.

Fusco deve ripiegare su un piano B, e dopo una serie di tentativi (Mangia su tutti), sceglie di affidare la panchina rossoblù a Diego Lopez. Il tecnico uruguagio è reduce da due stagioni tutto sommato positive con il Cagliari di Cellino. Una volta deciso l’allenatore, per Fusco si prospetta il compito più difficile: mettere insieme una squadra che possa puntare alla Serie A, con pochissime risorse economiche a disposizione.

Se il primo miracolo di quell’ assurda estate fu salvarsi dalla Serie D, il secondo fu quello di riuscire a costruire una squadra (senza risorse economiche, è bene ripeterlo, ndr) che a fine girone di andata si ritrovò a essere nei piani altissimi della classifica.

Fusco mette insieme nomi altisonanti per la cadetteria, come Cacia, Matuzalem, Maietta e Ceccarelli per citarne solo alcuni, e giovani di prospettive, come Laribi, Bessa, Oikonomou e Buchel. Un mix che si rivelerà vincente. Ad ogni modo, il 28 agosto, giorno che precede l’esordio in campionato, il Bologna ha evitato il fallimento e messo insieme una squadra che sulla carta si presenta come una delle più forti di tutto il campionato. Considerata la situazione di appena tre mesi prima, è un grande successo.

Dall’incubo al sogno americano

Il campionato, dunque, comincia. Parallelamente, però, già durante l’estate, in società prende sempre più piede l’idea di una cessione. Tra le tante cordate che si dicono interessate ad acquisire le quote del Bologna Fc, però, ce n’è una che sembra volerlo più di tutte. È una cordata americana a cui capo vi è un famosissimo avvocato: Joe Tacopina, il quale sceglie da subito Claudio Fenucci come suo uomo di fiducia, a quel tempo ad della Roma.

Guaraldi tentenna: non è convinto al cento per cento della proposta americana. La trattativa verso la fine di settembre, è un passo dalla rottura. Massimo Zanetti (con il quale già a inizio estate c’erano stati degli incontri) è un passo dal diventare il nuovo proprietario del Bologna. Nel frattempo, però, inizia a spargersi la voce del coinvolgimento nella cordata americana di Joey Saputo, imprenditore canadese, presidente del Montreal Impact (dove militava Marco Di Vaio). Tuttavia, la cosa che più balza all’occhio è che Joey Saputo è uno dei 300 uomini più ricchi al mondo. Basta questo per scatenare in città la speranza del sogno americano.

La controfferta americana si rivela molto più soddisfacente per i soci, tanto che la sera dell’8 ottobre, dopo un incontro tra Guaraldi, i soci, Baraldi e gli americani, la società dà il benestare alla cordata guidata da Tacopina (con buona pace di Zanetti). In città esplode la festa. Nella notte tra il 13 e il 14 ottobre del 2014, Joe Tacopina diventa il nuovo proprietario del Bologna. Al fianco dell’avvocato americano ci sono Claudio Fenucci, come nuovo ad, e soprattutto Joey Saputo, come suo socio.

Il 18 ottobre, giorno di Bologna- Varese al Dall’Ara, Tacopina si presenta sotto la curva Andrea Costa e raccoglie le sciarpe lanciate dai tifosi. Tutto lo stadio urla: «Tacopina, portaci in Europa».

Il sogno è finalmente realtà: il Bologna è salvo, questa volta per davvero, ma non solo. La proprietà alle spalle del club rossoblù, guidata dal duo americano Tacopina – Saputo è di quelle forti, durature, sane.

Dall’incubo della Serie D, ora i bolognesi sognano il ritorno in Europa.

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