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A tu per tu con Katia Serra: “Bologna, serve un’altra invenzione tattica di Siniša. Su Sabatini…”

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Siamo ufficialmente entrati nel vivo della stagione calcistica: tra Serie A, Champions e tutte le altre competizioni, i prossimi mesi saranno decisivi per ambizioni e traguardi delle squadre italiane. Abbiamo fatto il punto su questo con Katia Serra, ex calciatrice e nota commentatrice televisiva.

Katia, capitolo Scudetto: nonostante il solo punto conquistato nelle ultime due, l’Inter è ancora la favorita per vincere?

“Ho sempre pensato che le favorite per la vittoria finale sarebbero state le milanesi, dunque Inter e Milan: per me saranno loro due a giocarsela fino all’ultimo. Questa piccola flessione di risultati da parte dei nerazzurri è fisiologica in un campionato lungo e equilibrato: sicuramente, in questo periodo, l’Inter non sta bene fisicamente come un paio di mesi fa, quindi quando cali un attimo devi trovare altri aspetti per poter riequilibrarti. Nonostante questo, l’Inter sarà in corsa fino alla fine per vincere il campionato”.

Si aspettava un rendimento così importante di Inzaghi alla prima stagione sulla panchina dell’Inter?

“Sì, perché è stato scelto da Marotta, che reputo il miglior dirigente in Italia. Lo dimostrano i fatti, lo dimostra la sua carriera. Se ha puntato su Inzaghi un motivo c’è: lo ha trovato pronto e maturo per l’Inter. Negli anni passati, inoltre, Marotta lo cercò per la panchina della Juventus: è la conferma che ha lavorato molto bene con la Lazio e abbia meritato una grande occasione”.

In cima alla classifica c’è anche il Napoli: cosa manca ai partenopei per compiere quel passo in avanti?

“E’ giusto che anche il Napoli ambisca allo scudetto fino alla fine; rispetto alle milanesi, ai campani manca un po’ di pragmatismo. E’ una squadra che ha un bel gioco, ma a volte mi sembra un po’ fine a sé stessa: serve una maggiore concretezza per raggiungere determinati risultati”.

Oltre Vlahovic e Zakaria come vede la strada della Juventus in Serie A e in Champions?

“Riferendoci alla Champions, credo che per nessuna squadra italiana siano tempi maturi per poter pensare di vincere la coppa, e i risultati di questi giorni ci hanno dimostrato come altre squadre europee giocano un calcio più intenso, più tecnico. Sul campionato, ho sempre pensato – anche prima dei colpi estivi di gennaio – che la Juventus riuscirà a qualificarsi in Champions: sicuramente con Vlahovic e Zakaria c’è stato un passo in avanti su questo fronte. Per lo scudetto è più complicato: i bianconeri stanno giocando bene ma il divario con le prime della classe è molto importante”.

Cosa pensa sul campionato altalenante della Lazio? Sarri è l’uomo giusto per questa squadra?

“Sarri sta modificando il suo gioco per poter adattarsi alle caratteristiche dei calciatori che ha in rosa, soprattutto per sfruttare al massimo la fase offensiva della squadra: infatti, la Lazio ha il secondo miglior attacco del campionato. Credo che la Lazio abbia problemi a livello difensivo, non ha difensori con le caratteristiche ideali per sfruttare al meglio le idee dell’allenatore”.

Cosa manca a questo Bologna per fare quello step che tutti si aspettano da un po’ di tempo?

“Mi piacerebbe vedere una rosa con più talenti italiani, devono essere valorizzati al meglio. Bisogna comprare giovani interessanti; comunque va dato merito alla società, perché diverse promesse sono state acquistate. C’è però bisogno di un’ossatura importante di italiani, potrebbe essere un valore aggiunto”.

Crede che il ciclo di Mihajlovic in Emilia sia giunto al termine?

“Le dinamiche le conosce soltanto chi sta all’interno. Dall’esterno, credo che al mister serva un’altra intuizione tattica, così come avvenuto qualche mese fa in tempi di difficoltà. Potrebbe essere fondamentale. La squadra, da qualche settimana, segna poco e in fase offensiva non produce molto: è stata questa, per molto tempo, la caratteristica più importante dei rossoblù, credo che un cambio tattico potrebbe aiutare a risolvere questo problema”.

I rossoblù stanno pagando la partenza di Sabatini? 

“Il mercato sicuramente non ha aiutato per un ipotetico salto di qualità. Almeno in questo campionato: sono calciatori giovani che hanno bisogno di adattamento. Sabatini è un’istituzione del mondo del calcio; la sua partenza, per la stima e il rispetto che ho nei suoi confronti, è stata una grande perdita”.

Sulla Nazionale, c’è chi dice di puntare su Immobile e chi vorrebbe vedere Raspadori o altri attaccanti in vista dei playoff: crede che eventuali esperimenti potrebbero essere rischiosi?

“Probabilmente sì, e penso che non verranno fatti. Manca ancora diverso tempo, l’importante è preservare la saluta di questi calciatori: fortunatamente sono tutti in ripresa. Immobile continua a segnare molto, Belotti si è ripreso, Zaniolo e Scamacca stanno crescendo molto. Rispetto a settembre, gli attaccanti sono più performanti e per Mancini sarà più semplice scegliere”.

Si aspetta un’evoluzione nel calcio femminile nei prossimi anni? Come giudica la nuova forma del campionato che verrà presa in atto dal prossimo anno?

“Il calcio femminile continuando un percorso di crescita importante, che porterà sempre più bambine ad avvicinarsi a questo mondo. Come stiamo già vedendo, c’è stato un grande salto in avanti rispetto alla qualità delle partite: questo percorso potrebbe diventare sempre più virtuoso. Sposo invece la nuova formula del campionato: bisogna elevare la qualità del prodotto, e per i numeri attuali, questo format è l’unica garanzia per un campionato più interessante. Mi sarebbe piaciuto vedere la pool Scudetto e la pool salvezza con la metà dei punti invece con il totale dei punti conquistati in precedenza: sarebbe stato un modo per generare altro equilibrio, equilibrio utile per le squadre, per gli sponsor e per le televisioni. Questo passo in avanti non c’è stato, c’è stato poco interesse su questa visione futura del sistema: per poter costruire la nostra dimensione, dobbiamo ragionare di sistema, altrimenti si farà fatica a raggiungere quel salto di qualità che ci aspettiamo”.

 

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