Bologna FC
Come gioca il Lecce di Eusebio Di Francesco? 4-3-3 e gioco sulle fasce
I rossoblù sfidano i giallorossi del tecnico abruzzese Di Francesco, tornato dopo anni in Salento. Rosa low cost di Corvino e gioco camaleontico: 4-3-3 offensivo che diventa 4-5-1 in difesa, con esterni decisivi ma limiti tecnici evidenti.
Il Bologna fa visita al Lecce di Eusebio Di Francesco, tornato sulla panchina salentina dopo parecchi anni a seguito dell’addio di Marco Giampaolo. Una sfida molto complicata quella del tecnico abruzzese, reduce dalle retrocessioni con Frosinone e Venezia, per via del tipo di rosa costruita da Pantaleo Corvino.
Il direttore sportivo salentino, come sempre, ha scelto la linea low cost con tante occasioni colte sul mercato e giocatori semi sconosciuti da lanciare come titolari in Serie A. In un’annata che, peraltro, ha visto i giallorossi perdere un elemento di certezza come era Baschirotto al centro della difesa pugliese. Difficoltà evidenti che, però, non devono ingannare e portare il Bologna a sottovalutare la sfida col Lecce.
4-3-3 e interpretazione delle gare
Nell’idea di calcio di Eusebio di Francesco, il suo Lecce dovrebbe giocare un calcio propositivo. Almeno quando gli viene lasciato campo e controllo del possesso di palla. Un proposito quello dell’allenatore che i giocatori giallorossi seguono con grande diligenza. E anche per questo che DiFra, in questo avvio di annata, ha subito dato fiducia alla mezzala spagnola Sala, dotato di tecnica e visione di gioco. Tuttavia, al di là della vittoria nel primo turno di Coppa Italia e il pareggio contro il Genoa, il Lecce di Di Francesco non è mai riuscito a produrre una prestazione apprezzabile dal punto di vista offensivo.
Anche e soprattutto perché, per via dei deficit tecnici della squadra, i giallorosso interpretano le gare in maniera “camaleontica”, difendendosi con un 4-5-1 e attaccando appunto con il 4-3-3 che è quasi un 4-2-3-1. nelle prime gare ha retto bene per una parte della gara, salvo poi perdere terreno e lucidità lasciando spazio agli avversari.
Gli esterni, elemento fondante del gioco
Corvino e Di Francesco hanno costruito un Lecce che deve giocare forzatamente 4-3-3. I calciatori prelevati in estate e quelli confermati dalla passata annata impongono un certo tipo di modo di stare in campo per i giallorossi. Un’idea tattica che l’abruzzese sta seguendo, ma che non sta funzionando. Se è vero che i pochi gol segnati dal Lecce sono l’effetto diretto o indiretto delle giocate di due dei suoi esterni più tecnici, il rovescio della medaglia è che la squadra non ha i mezzi per valorizzarne le caratteristiche costantemente.
La squadra, infatti, in possesso cerca di liberare nell’uno contro uno i giocatori. Tuttavia, per via delle difficoltà tecniche, il palleggio è spesso lento e interrotto di parecchi errori tecnici. Quando il Lecce di Di Francesco perde il possesso si espone inevitabilmente alle ripartenze avversarie. Motivo per cui, la squadra di Vincenzo Italiano potrebbe anche pensare di lasciare di più il pallino del gioco ai padroni di casa, per sfruttare poi gli spazi.
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