Bologna FC
#BFCJuventus vista da … – 17 Feb
Continuiamo la settimana di preparazione a Bologna-Juventus di venerdì 19 raccogliendo autorevoli contributi da alcuni amici di 1000 Cuori Rossoblù. Questa sera abbiamo il piacere di ospitare i ricordi dell‘Assessore allo Sport del Comune di Bologna Luca Rizzo Nervo che ringraziamo.
In trentasei anni di passione rossoblu (faccio salvo i primi due anni di vita in cui, pur distinguendo la bellezza dei colori dalla malinconia del bianco e nero, non avevo ancora l’idee chiare su come associarli) i ricordi legati a Bologna-Juventus sono davvero tanti, ed è estremamente difficile scegliere.
Verrebbe facile riportare la memoria quel 29 novembre del 1998. Il Bologna era quello di Sor Carletto Mazzone. La Juve quella di un Lippi vincente e in una ascesa che lo avrebbe portato anni dopo ai vertici del mondo nella notte di Berlino. Ancora una volta Davide contro Golia. La Juve, proprio come questa volta, era attesa da una delicata trasferta di Champions League a Istanbul, sponda Galatasaray. Insomma tutte le premesse perchè il blasone e la forza della Signora predominasse su la bellezza operaia del Bologna dei Paramatti, dei Bia, dei Mangone, dei Binotto. Ma era una giornata anomala quel 29 novembre. Una giornata anomala che nel suo straordinario esito esprime bene il concetto di perfezione. Anomalo era il tempo. C’era il sole ad illuminare il Dall’Ara pur essendo un fine novembre, tempo dell’anno in cui è più frequente il k-way e la pioggia fin dentro le mutande per quelli dell’Andrea Costa come ero io.
Il Bologna attaccava nel primo tempo proprio sotto l’Andrea Costa. Io ero lì, come sempre 5 file sopra i Forever Ultras, di fianco alla balaustra laterale, con lo stesso gruppo di amici di ogni maledetta domenica. E in quel primo tempo, accompagnato da un inedito sole novembrino si compie il miracolo. Pennellata su punizione con quel magnifico piede sinistro di Beppe Signori. Paramatti che indossa i panni di James Derrick (uno dei due gemelli terribili avversari di Holly e Benji), sovrasta Ferrara e con una torsione colpisce la palla di testa spedendola nell’angolino alla sinistra del portiere. 1-0.
Dopo un po’ Tudor, difensore juventino erede pallonaro della nota dinastia, decide che avvicinandosi il Natale è tempo di fare un regalo a chi sta peggio e così confeziona uno splendido assit in piena area di rigore a Beppe Signori che con un piattone di sinistro fa il 2-0, dopo il quale, come un Mattia Destro qualunque, si leva la maglietta esultando sotto la curva Nord con quel gusto liberatorio che nessun cartellino giallo può fermare.
Il miracolo prosegue. Rischiano di esserne coprotagonisti due quasi gol di Bia prima e di Mangone, in semirovesciata.., poi ma gli dei del calcio devono aver pensato che così era davvero troppo limitando a due belle occasioni le loro conclusioni.
Ma l’abbuffata non è ancora finita. Ferrara non sazio delle colpe sul primo gol decide di combinane un altra. Erroraccio. Uno-due fra Kennet (adorato Kennet) e Fontolan con il biondo italico che insacca. 3-0. Mamma butta la pasta avrebbe detto il buon Dan Peterson. Il resto sono i lanci dei cuscini dalla tribuna (non c’erano allora le comode poltrone frau di oggi in tribuna) e una curva letteralmente impazzita. Tanta roba.
Ma ricordo anche un ingiustissimo 1-2 per la Juve, dopo una grandissima partita del Bologna nel 2010. Dopo un golletto di Diego (quello brasiliano non quello argentino), una punizione meravigliosa di Adailton viene ingiustamente fermata da quella traversa sotto l’Andrea Costa (che non avevamo ancora messo sotto contratto). E ancora un tiro di poco fuori di Guana. Poi Buscè, già Buscè, che si trascina con la palla dentro alla porta colpendola con svariate parti della gamba ma comunque è l’1-1.
Poi c’era solo da vincerla ma Gimenez, Gimmy il Fenomeno, dopo aver dribllato Buffon e fatto una cosa meravigliosa, a due metri dalla porta la butta sul palo. E infine la beffa, fra le tante. Stop di braccio di Del Piero, assist a Candreva che segna.
Sempre nella categoria “vale tutto” ricordo il Bologna-Juve della stagione della serie B bianconera. Era il 2006 post mondiale. Zalayeta che stoppa la palla con il famoso gesto della culla (quello che però di solito si fa dopo il gol non durante il gioco) mette giù la palla e scarica un gran destro che si infrange sulla parte bassa della traversa rimbalzando 15-20 cm prima della riga di porta. Ovviamente è gol..
E infine un ricordo lontano. Un Bologna-Juve dei tempi di Gigi Maifredi (Zoff dall’alltra parte). 1989. Avevo 11 anni, ero con mio padre al Dall’Ara. Credo in Andrea Costa anche quella volta ma non ricordo bene. Il calcio champagne maifrediano ebbe quel giorno come interprete Herbert Waas, baffuto centravanti tedesco del Bologna che oltre quel primo gol rossoblù fece pochino. Un gol reso vano da un autogol di Ivano Bonetti su un tiraccio di quel furetto ghignoso di Rui Barros.
Potrei andare avanti ore in ricordi. Ritroverei sempre quell’atmosfera di attesa da giorno speciale. Il “sabato del villaggio” allargato a tutta la settimana che precede la sfida.
La sensazione di tre punti che non valgono tre punti, ma molto di più.
La partita delle partite.
Avanti con la prossima e.. sempre forza Bologna!
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