Bologna FC
Il metodo Italiano: Valles come una lavagna a cielo aperto
In ritiro a Valles si è iniziato a costruire il Bologna 25/26: con un Vincenzo Italiano sempre dentro al campo, ecco su cosa ha puntato di più.
Il ritiro estivo è finito, ma il Bologna 2025/26 è già qualcosa di più di un cantiere aperto. A Valles, Vincenzo Italiano ha battuto il primo colpo della sua seconda stagione sotto le Due Torri, e lo ha fatto con una chiarezza di intenti che non lascia spazio a fraintendimenti: ritmo alto, massima concentrazione, pallone sempre protagonista.
Chi ha seguito da vicino gli allenamenti lo ha capito subito: qui si lavora, e tanto. Ma soprattutto, si lavora con un’identità chiara.
Il triangolo del metodo Italiano
Il Bologna ha aperto il ritiro con sedute atletiche classiche – corsa, test fisici, lavoro aerobico – ma già dalla seconda giornata, la priorità è diventata una sola: far girare la testa e le gambe dei giocatori col pallone tra i piedi.
Vincenzo Italiano a Valles (© Bologna FC 1909)
Le esercitazioni hanno seguito un filo logico preciso, cucito attorno all’identità di gioco che Italiano vuole radicare: ritmo, coraggio e controllo tramite il pallone. Si è lavorato molto sui movimenti rapidi nello stretto, con un pressing immediato a ogni perdita del possesso, per educare la squadra a riconquistare subito campo. Grande attenzione è stata data anche alle rotazioni offensive, con l’obiettivo di liberare uomini tra le linee e creare sempre nuove soluzioni di passaggio. Non sono mancate le partitelle a tema, spesso giocate in orizzontale rispetto al campo, una scelta che costringe i giocatori a smarcarsi continuamente e a leggere in anticipo i movimenti dei compagni. In tutto questo, il pallone è stato protagonista assoluto: ogni esercizio, ogni dettaglio, è servito a trasformare il possesso in un’arma concreta, imprevedibile e funzionale. È la filosofia del “possesso utile”: il pallone non è fine a sé stesso, ma lo strumento per generare superiorità, occupare lo spazio e condizionare l’avversario.
Vincenzo Italiano e l’importanza del dettaglio
Vincenzo Italiano con i giocatori del Bologna (© Bologna FC 1909)
Chi sbaglia, riparte. A volte letteralmente. In più occasioni, Italiano ha interrotto le esercitazioni per correggere un movimento, sottolineare una lettura sbagliata o richiedere più attenzione nei tempi di gioco. Non è rigidità, è attenzione maniacale: ogni errore è un’opportunità di miglioramento. Ogni minuto sul campo, una simulazione della realtà di gara. Questo perché Italiano non guarda mai da lontano. È dentro l’allenamento, fisicamente e verbalmente. Dettaglia, corregge, richiama, applaude. Dirige come se ogni partitella fosse una semifinale di coppa.
Particolarmente significativi i briefing finali: uno, in particolare, si è svolto a centrocampo dopo una partitella ad altissima intensità. L’allenatore ha raccolto il gruppo e ha parlato a lungo, anche con toni accesi, segno di una forte leadership e di un gruppo pronto a ricevere input forti.
Moduli e principi: cosa sta plasmando il Bologna 25/26
Dal punto di vista tattico, si è notata una costruzione bassa a tre, con un centrocampista che si abbassa per impostare il gioco. Le mezzali si alzano per accompagnare e supportare il pressing alto, mentre gli esterni offensivi partono larghi per poi accentrarsi, così da creare densità e favorire le combinazioni in zona offensiva. L’attacco si è mostrato fluido, alternando momenti con un centravanti più statico a fasi in cui gli attaccanti sono più mobili e dinamici, pronti a muoversi per disorientare le difese avversarie.
L’obiettivo è chiaro: non dare punti di riferimento, attaccare lo spazio e disordinare la difesa avversaria. I nuovi (come Immobile e Bernardeschi) dovranno inserirsi in questo meccanismo dinamico, ma i presupposti per farlo ci sono tutti.
Questo, è solo l’inizio…
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Guido Orlandi
29 Luglio 2025 at 8:23
bene…. comincia la festa avanti a tutta