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La “zona Cesarini” di Giovanni Sartori

Giovanni Sartori aspetta gli ultimi giorni per colpire: una strategia che mette un rischio ma che spesso si rivela vincente. Cosa riserverà nel finale di mercato al suo Bologna?

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Sartori sul pullman per la BFC Parade 2025 (© Bologna FC 1909) calciomercato
Sartori sul pullman per la BFC Parade 2025 (© Bologna FC 1909) calciomercato

Se si potesse spostare un concetto calcistico dai campi alla scrivania di un dirigente, quello della “zona Cesarini” calzerebbe a pennello per descrivere la strategia di Giovanni Sartori. Gol all’ultimo respiro? No, acquisti all’ultimo respiro. Stesso risultato, stesso effetto sorpresa, stessa importanza decisiva.

La zona Cesarini, d’altronde, prende il nome da Renato Cesarini, mezzala della Juventus e della Nazionale italiana negli anni ’30, celebre per i suoi gol segnati nei minuti finali. Quasi un talento naturale per l’ultima fiammata. Oggi, a Bologna, è Giovanni Sartori l’uomo delle ultime zampate. Cambia il ruolo, ma non la sostanza.

Il modus operandi di Giovanni Sartori

Nicolò Casale, nuovo giocatore del Bologna

Nicolò Casale, nuovo giocatore del Bologna

Lo schema è chiaro: aspettare che il mercato si abbassi, monitorare le occasioni, affondare il colpo negli ultimi giorni. Un metodo che, pur generando ansia in tifosi e tecnico, è diventato una costante sotto le Due Torri. Due anni fa arrivarono Calafiori, Ndoye e Saelemaekers negli ultimi dieci giorni di mercato. In particolare, Riccardo Calafiori fu acquistato l’ultimo giorno utile. Un anno fa, invece, all’ultimo arrivò Casale.

Scelte ponderate, calibrate, figlie di una strategia chiara: massimizzare la qualità, ridurre i costi. Ma non senza conseguenze. Perché ogni volta che Sartori attende, Italiano – oggi – e chi lo ha preceduto – ieri – devono iniziare la stagione con una rosa incompleta. Anche quest’anno, potrebbe essere così: al momento del debutto contro Roma, la squadra rossoblù non sarà ancora il Bologna 2025/26. Tuttavia, come abbiamo visto nella passata stagione, non è stato da subito Bologna, ma è diventato – alla fine – il Bologna della Coppa Italia.

Bologna, tra sacrificio e visione

L’equilibrio è delicato. Aspettare significa risparmiare, ma anche rischiare. Rischiare punti, compattezza, rodaggio. È il prezzo di un progetto sostenibile, che punta su scelte intelligenti più che su colpi a effetto. È il prezzo, forse, di volere una squadra che non solo raggiunga traguardi, ma lo faccia con una struttura solida, con investimenti precisi.

L’esempio più chiaro resta proprio Calafiori. Arrivato in silenzio, all’ultimo minuto utile, ha finito col diventare uno dei protagonisti della stagione storica che ha portato il Bologna in Champions. Un affare low cost che si è trasformato in oro.

Ultimi colpi, per primi risultati

La speranza, tra i tifosi, è che anche quest’anno gli “arrivi last minute” si rivelino colpi da maestro. Che la zona Cesarini di Sartori sia ancora una volta sinonimo di intuizione, di precisione, di qualità. Che i giocatori che varcheranno il cancello di Casteldebole a fine agosto possano riscrivere la storia, come chi li ha preceduti.

Perché sì, Sartori potrebbe tardi. Ma quando colpisce, fa spesso la differenza.

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