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Calciomercato Bologna – Le qualità di Sartori e il dialetto bolognese

Vi sono ragioni sia dalla parte dei pazienti che degli impazienti di chiudere il mercato, ma il Bologna ha Sartori, e il dialetto lo premia.

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Giovanni Sartori (© Bologna FC 1909) calciomercato
Giovanni Sartori, uomo del calciomercato rossoblù (© Bologna FC 1909)

Sebbene domani finisca il precampionato con l’amichevole tra Bologna e Ofi Creta, il calciomercato rossoblù non è ancora chiuso, sebbene manchi ormai poco per avere la rosa al completo visti gli ultimi arrivi che mancano solo di ufficialità.

In attesa delle ultime novità e visto che oggi è per tutti Ferragosto, alleggeriamo il discorso calciomercato con qualche frase dialettale recuperata dalla nostra storica rubrica “Alé Bulåggna, che possa tornare utile in questa situazione.

Le qualità che deve avere Sartori secondo il nostro proverbio

Partiamo dalle qualità che il nostro dialetto dice che deve avere, nel caso specifico, il nostro direttore sportivo Giovanni Sartori: “Trai ‘C’ ai vòl ai marcànt: ciacra, crèdit e curàg”. Tradotto in italiano, vuole dire che il “mercante” deve avere Chiaccchiera (quindi parlantina), Credito (inteso come soldo, ma anche come buon nome e competenza) e Coraggio. Il proverbio dimentica una quarta “C” fondamentale, su cui però non si può avere nessuna leva di controllo: è una parola di quattro lettere che vi lasciamo immaginare…

Ebbene, possiamo dire che Sartori abbia dimostrato ormai da anni di possedere quelle fondamentali e su cui si possa lavorare. Quindi, per quanto sarebbe sempre meglio avere la rosa completa prima di iniziare il campionato, possiamo per lo meno stare tranquilli del fatto che abbiamo uno dei “marcàntmigliori del momento. Sia per la vendita che per l’acquisto.

Giovanni Sartori Calciomercato Bologna in attesa di un segnale per Kiwior (fonte immagine: Bologna FC 1909)

Giovanni Sartori (© Bologna FC 1909)

Come vive il tifoso il calciomercato

Il tifoso però, si sa, non segue le logiche del mercato, non è paziente e non deve per forza avere o rispettare le varie “C” del mercante. Per il tifoso l’estate è il momento di “ragiunèr a scavalózz däl nóvvel” per usare una frase sempre tratta dal nostro dialetto.

“Ragiunèr a scavalózz däl nóvvel” in italiano vuol dire letteralmente “ragionare a cavalluccio delle nuvole”, cioè un modo ancora più fantasioso del più classico “fare castelli in aria”, e che significa sognare, spesso in grande stile. Ed è giusto sia così.

Il tifoso vive di passione, di emozione. Il professionista, “al marcànt“, deve invece usare razionalità e distacco. Ne va del suo lavoro e potenzialmente di una delle tre “C”.

Ciro Immobile (© Bologna FC 1909)

Ciro Immobile (© Bologna FC 1909)

L’errore da non commettere

Purtroppo però serve pazienza. Sartori è solito seguire un numero elevato di giocatori, per poi chiudere quelli che sommano varie condizioni (economiche, tecniche, umane, ecc.). Questo fa sì che qualcuno possa pensare che il nostro club vada “a scusèr tòtti campanén usando l’ennesima frase dialettale, cioè che suoni tutti i campanelli, che provi tutte le strade possibili.

Questo però non avviene perché non c’è una strategia, come poteva accadere in un passato ormai (abbastanza) lontano, ma perché solo sondando numerose piste e approfondendo ognuna di esse, si può capire quale sia la migliore. Migliore sotto tanti punti di vista.

É pur vero che sarebbe meglio evitare di rischiare di perdere punti a inizio stagione per non avere la rosa già completa.

Pazienti e impazienti hanno quindi tutti ragione in un modo o nell’altro. C’è un però: ad oggi il Bologna ha il mercante con il maggior numero di “C dal marcànt” nel curriculum che abbiamo avuto da anni; se alcuni calciatori arrivano subito e altri ci mettono di più, c’è senza dubbio un motivo valido. Ci dobbiamo fidare e mettere da parte la nostra ansia da tifosi. Soprattutto con Sartori come uomo mercato.

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1 Commento

1 Commento

  1. Alessandro

    15 Agosto 2025 at 12:59

    complimenti davvero, dev’essere dura barcamenarsi ogni giorno per scrivere qualcosa ma questo pezzo sul dialetto è di un’altra categoria, chapeau 🙂

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