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L’ennesima trovata interessante e apprezzabile della comunicazione del Bologna con il bellissimo video con gli auguri di Natale 2025 che vede qui in alto, ha contribuito a pensare, o meglio a ripensare, il claim “We Are One” in ottica natalizia, e in particolare in vista del più classico Pranzo di Natale.

Tutti quelli che hanno una famiglia abbastanza unita e abbastanza numerosa, ha vissuto l’esperienza dei pranzi di Natale in famiglia. A meno di famiglie disfuzionali o con alto tasso di disagio come nelle serie TV e al netto di drammi come quello raccontato da Giancane nella canzone “Buon Compleanno Gesù” (suggerita da Radiabo tra le canzoni alternative di Natale), l’esperienza dovrebbe essere grosso modo similare per tutti.

Divertimento da piccoli, quando magari si gioca con fratelli e cugini, imbarazzo e un pizzico di vergogna per alcuni parenti/situazioni che si comprendono crescendo o domande fuori luogo, e infine malinconia per il tempo passato quando l’assenza di qualcuno o gli impegni e il passare degli anni rendono impossibile continuare la tradizione.

Il Pranzo di Natale come metafora del mondo Rossoblù

Ebbene, quello che accadeva al pranzo di Natale, almeno quello della mia famiglia (quindici/sedici persone), a guardarci bene era come vivere in quella che ormai è la comunità Rossoblù del Bologna.

C’erano i padroni di casa, di solito i nonni, che sono un po’ Saputo e la sua dirigenza, che dettavano tempi e davano indicazioni, a volte agendo personalmente, altre delegando.

C’erano mia madre e le mie zie, un po’ come Italiano il suo staff e i giocatori, che ognuna con la propria esperienza e capacità, dava vita al pranzo vero e proprio.

C’eravamo i miei zii, i miei cugini ed io, che aiutavamo in modo più o meno fattivo e che (senza forse) ci godevamo maggiormente il pranzo, un po’ come i tifosi (e i giornalisti).

Fatte le distinzioni del caso, c’era sempre quel parente che da piccolo di faceva divertire di più e quello che era più efficace nel gestire il pranzo. C’era quello che proprio non faceva nulla. Diventando grande si nota che magari qualcuno eccede con il vino e le teorie che propone sono strampalate anche per la gradazione d’alcool più che per reale convinzione. C’è quello che rumoreggia a prescindere, o quello a cui va sempre bene tutto.

Un po’ come con chi segue il Bologna. C’è quello che critica a prescindere, quello che non sa discernere una critica legittima, quello che ci fa vergognare o che fa domande imbarazzanti.

Ognuno ha la sua parte da fare, non tiriamoci mai indietro

Ma alla fine, quello che conta e che non si deve dimenticare è che si è una famiglia. Non conta quanto sia stata astrusa la sparata dello zio sul governo, o quanto sia stata imbarazzante la domanda della nonna sulla fidanzata che di ha lasciato il 23 dicembre.

Alla prima difficoltà si rinsaldano i ranghi. Passi se a me quel giorno è arrivato meno dolce o se mi avevano finito i tortellini, se c’è bisogno ci siamo sempre l’un l’altro. O almeno ci proviamo, nel limite delle nostre capacità e possibilità.

Perchè “We Are One“. Perchè siamo tutti dalla stessa parte. E allora che questo Pranzo di Natale Rossoblù ci ricordi sempre quali sono le cose veramente importanti e quali quelle da lasciare andare. Perchè siamo tutti assieme nel sostenere e spingere il Bologna. Ognuno col proprio ruolo, ma ognuno impegnato nella medesima causa. Far navigare in acque sempre migliori la famiglia Rossoblù.

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