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Corriere di Bologna – Alla ricerca del gol perduto

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Il pareggio di San Siro ha lasciato buone sensazioni tra le fila rossoblù, ma, allo stesso tempo, ha confermato uno dei problemi principali di questa stagione: la mancanza di gol.

Un gol, in casa Bologna, che manca ormai da 407 minuti. Le ultime uscite contro Torino, Fiorentina, Atalanta e Milan sono terminate tutte con un pesante zero alla voce reti segnate, e per trovare l’ultimo gol rossoblù occorre tornare al match di Salerno, dove Arnautovic colpì di testa al 43’.

Nelle ultime tre partite, quantomeno, si è alzato notevolmente il numero degli “expected goals”, a testimonianza di una produzione offensiva che non sembra essere del tutto sterile come in altri momenti della stagione, ma tra pali e grandi prestazioni dei portieri, la partita si è sempre chiusa con la porta avversaria inviolata.

Se il 2021 si era chiuso con i tre gol al Sassuolo, i numeri del 2022 rimbalzano impietosi. Nelle undici partite disputate nel nuovo anno, sono stati messi a segno appena 5 gol, due a gennaio (entrambe Orsolini) e tre a febbraio, tutti col nome di Arnautovic.

Tra le possibili cause, indubbiamente, il cambio di modulo. Negli ultimi due anni, il 4-2-3-1 firmato Mihajlovic aveva garantito un attacco da parte sinistra della classifica (52 e 51 gol fatti) e una difesa da quindicesimo posto (65 gol subiti in entrambe le stagioni); il passaggio al 3-5-2, al contrario, ha portato i rossoblù a vantare fin ora la nona difesa del campionato (44 gol subiti), inaridendo drasticamente l’attacco, dove si registrano solamente 30 gol in 32 partite.

Oltre agli aspetti tecnici, ci sono giocatori e reparti che stanno deludendo le aspettative. Primo su tutti, il centrocampo, dove gli unici squilli sono rappresentati dai 3 gol di Svanberg e dove pesano come un macigno le zero reti segnate da Soriano, dopo i nove gol della passata stagione.

Capitolo a parte per Marko Arnautovic. Nonostante alcuni acciacchi dal punto di vista fisico, il suo bottino recita 9 gol segnati, quattordicesimo posto nella classifica marcatori e sessantotto conclusioni in porta. Aggiungendo a questi numeri il lavoro spalle alla porta che svolge in maniera ottimale, si può dire che il centravanti austriaco non rappresenti il problema principale di un Bologna che non sa più segnare.

 

Fonte: Alessandro Mossini, Corriere di Bologna

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