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Da Bologna per il Bologna: la finale vissuta tra pub e salotti (Corriere di Bologna)

Tra attesa, scaramanzia e amarezze condivise: i tifosi rossoblù vivono la seconda finale in sette mesi lontano dal campo, tra speranze, silenzi e ironia.

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Vincenzo Italiano durante Napoli-Bologna (© Bologna FC 1909)
Vincenzo Italiano durante Napoli-Bologna (© Bologna FC 1909)

223 giorni dopo, il Bologna torna ad una finale dall’aggiornare la propria bacheca. Sul fronte opposte non ci sarà, però, il Milan – eliminato dal Napoli in semifinale. Cambia l’avversario, ma anche la location. Da Roma a Riad: la finale di Supercoppa verrà disputata nelle terra dei cammelli e degli sceicchi, pronti a riempire le tasche italiane pur di far pubblicità al proprio movimento.

Sotto le Due Torri, il sapore dell’attesa è rimasto invariato, come se le lancette fossero tornate a quel 14 maggio. Con una sola differenza: eccetto quei pochi tifosi che si sono permessi il lusso di una vacanza esotica, tutti seguiranno la sfida da Bologna. Tra pub e case, il supporto non manca: chi anticipa la cena pur di sedersi puntuale davanti al televisore o chi addirittura ha rimandato i propri impegni dell’ultimo minuto per esserci.

Napoli-Bologna, Supercoppa tra case e pub

Con le formazioni iniziali si iniziano a scaldare gli animi, ma niente in confronto a cosa potrebbe succedere durante la partita. Castro al posto di Dallinga – alla faccia della scaramanzia. Già dopo il gol di Neres i pub e le abitazioni iniziano ad ammutolirsi, ma il Bologna non molla e con lei nemmeno i suoi tifosi. L’andamento dell’umore da casa riflette quello degli uomini di Italiano: mentre qualcuno si sta sorseggiando la prima birra della serata, Ferguson spreca l’occasione del pareggio e Neres risponde firmando il 2-0. Un punto di non ritorno, anche per il tifo rossoblù per le vie di Bologna.

L’amarezza sui volti dei tifosi è visibile, ma qualcuno riesce comunque a cogliere il lato positivo: chi si aspettava di giocare una seconda finale in sette mesi a Riad? Nessuno. E così, anche in un momento difficile, c’è chi prova a sdrammatizzare: «Forse è pure meglio così – dice un ragazzo – visto che in piazza ci sono quei sassi. Dove festeggiavamo?».

Fonte – Marco Vigarani, Corriere di Bologna

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