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Il Resto del Carlino – Bologna FC, Mihajlović ai suoi: «Non mollate fino alla fine!»

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Archiviato l’intricato discorso legato alla prosecuzione o meno del campionato di serie A, è tempo di tornare alle care vecchie abitudini per la truppa di Siniša vogliosa di riprendere il campionato e di farsi trovare all’altezza contro la capolista Juventus. Lo sa bene anche Mihajlović che, curiosamente, riuscirà per la prima volta nella sua duplice esperienza bolognese, ad essere presente sin dall’inizio, senza subentrare a campionato iniziato. Ma andiamo con ordine. 

È un piovoso novembre del 2008 quando i Menarini decidono di esonerare Daniele Arrigoni, dopo il 5-1 subito in casa del Cagliari, per far spazio ad un esordiente Siniša Mihajlović che aveva appena chiuso la sua carriera da calciatore all’Inter e proprio tra i nerazzurri aveva mosso i primi passi da vice-allenatore del compagno ed amico Roberto Mancini. Salvare quel Bologna non era sicuramente cosa facile, specie per un neo allenatore, ed infatti dopo una serie di risultati non convincenti, arrivò l’esonero dopo la sconfitta interna per 4-1 contro il Siena, a beneficio di Papadopulo. 

Undici anni più tardi, il tecnico di Vukovar subentrava a Pippo Inzaghi dopo la debacle contro il Frosinone, punto più basso della gestione Saputo: missione (quasi) impossibile quella affidatagli dal chairman canadese, che nemmeno il più inguaribile degli ottimisti avrebbe accettato. Ma lo spirito battagliero del mister e la sua voglia di ripagare il debito con la città di Bologna, la prima a credere in lui nel lontano 2008, lo spinsero a prendere in mano una squadra sfilacciata e depressa, portandola addirittura al decimo posto. Terminata la stagione e rinnovato il contratto con il Bologna, Mihajlović poteva quindi occuparsi del ritiro estivo, fulcro fondamentale per la preparazione della stagione. Ma ecco che anche in questo caso il destino beffardo gli impedì di mettere mano alla sua squadra, costringendolo a lottare contro un male invisibile e infame. 

Paradossalmente l’emergenza sanitaria, nella sua tragicità, pare aver dato al tecnico serbo la possibilità di gestire la propria squadra in una sorta di ritiro pre-campionato, modellandola a suo piacimento, muovendo i fili della propria rosa come il più abile burattinaio ed incitando i suoi a suon di «Non mollate fino alla fine!» Dopo quattro mesi di stop forzato il tecnico non ha intenzione di farsi trovare impreparato, l’obbiettivo dichiarato è l’Europa e i suoi ragazzi ci proveranno fino all’ultimo, come fu per la salvezza dello scorso anno. 

Fonte: Massimo Vitali – Il Resto del Carlino 

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