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Il Resto del Carlino – Intervista a Mattiello: «Il mio rosso col Frosinone, un nuovo inizio. Ora il Bologna con Motta gioca e fa divertire il pubblico»

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Fonte immagine: Bologna FC


È il 27 gennaio 2019, Minuto 13 di Bologna-Frosinone, Federico Mattiello si allunga il pallone, arriva in ritardo e in maniera scomposta su Francesco Cassata che lo ha anticipato. Per l’arbitro Banti è rosso diretto. È l’ultimo atto del Bologna di Pippo Inzaghi che poi crolla, in 10 uomini, sotto i colpi di un Frosinone tutt’altro che irresistibile. Quel cartellino si può definire oggi l’inizio di un nuovo Bologna. Lo dice anche Federico Mattiello che in quel Bologna di fatto non ha potuto più essere d’aiuto causa infortuni: «L’ho capito dopo, col senno di poi. Sul momento l’espulsione mi pesò tantissimo, perché lasciare la squadra in 10 per quasi tutta la partita fu un colpo durissimo – dice Mattiello – Vedendo però come sono andate le cose dopo viene da pensare che quel 4-0 per il Bologna fu un bene».

Bologna-Frosinone del 2019, vista dagli occhi di Federico Mattiello

A distanza di quasi 5 anni di quella partita rimane il tracollo rossoblù e l’esonero di Inzaghi, che da allora in A ha allenato una sola altra squadra, il Benevento retrocedendo, e domenica farà l’esordio sulla panchina della Salernitana. Mattiello ricorda che alla vigilia della gara la situazione in casa rossoblù la situazione non era delle migliori: «Arrivammo a quella quella partita tesi e nervosi, consapevoli che l’allenatore si giocava la panchina». Pippo Inzaghi ha lasciato un brutto ricordo a Bologna, ma Mattiello gli concede un alibi: «Io devo ringraziarlo. Lui mi ha voluto e mi ha dato l’opportunità di vestire una maglia prestigiosa come quella del Bologna. Forse allora non era ancora pronto per allenare in una piazza così importante. Ora è alla Salernitana e gli faccio un in bocca al lupo».

Bologna, vista da Mattiello

A fine stagione, dopo 6 mesi agli ordini di Sinisa Mihajlovic e tra tanti problemi, Mattiello lasciò il Bologna. A posteriori, il 28enne ex Juventus guarda alla sua esperienza rossoblù così: «Per me Bologna è un’occasione sfruttata a metà. Non dimenticherò mai il gol alla Roma: quel giorno, vincendo, ci illudemmo di poter far decollare la stagione». Non andò così, ci volle il ritorno di Sinisa Mihajlovic 10 anni dopo la prima volta per cambiare la storia del Bologna. L’esterno toscano ricorda quel periodo con un po’ di amarezza: «Il Bologna decollò con me spettatore. Con Sinisa giocai per intero una sola partita, contro il Genoa. Tutte le altre le ho dovute guardare perché ero sempre infortunato. Mihajlovic dimostrò subito di essere un grande allenatore e insieme un grande motivatore – racconta Federico, che poi espone i suoi sentimenti ricordando quel periodo – Capite però il mio stato d’animo duplice: veder giocare quella squadra era uno spettacolo per gli occhi, ma non poterne far parte un autentico dolore». L’esperienza in rossoblù però non si dimentica, anzi si ricorda con grande piacere ed entusiasmo: «Bologna è una piazza che, quando giochi al Dall’Ara e hai tifosi dalla tua, ti trascina».

Il Bologna di oggi

Oggi Mattiello è un 28enne svincolato in cerca di una nuova sistemazione. Federico non vuole arrendersi ai tanti infortuni, ma nel frattempo dopo la stagione in Olanda al Go Ahead Eagles (la prima squadra di Beukema, ndr), guarda la Serie A alla tv e guarda con piace anche i rossoblù di Motta: «Vedere il Bologna mi diverte tantissimo. Si divertono meno gli avversati che anno una fatica tremenda ad affrontarlo. Penso che che stia facendo il campionato che deve e può ambire ad un posto nella colonna sinistra della classifica». Dei compagni di allora, di quel clamoroso tracollo contro i ciociari, prossimi avversari del Bologna, sono rimasti solo Orsolini e Skorupski e Federico si sofferma soprattutto sull’esterno: «Orsolini lo vedo più maturo oggi, più responsabile e perfino più sereno rispetto al calciatore che ho conosciuto io».

 

Fonte: Massimo Vitali, Il Resto del Carlino

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