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Verso Atalanta-Bologna – Giorgio Dusi (BergamoNews): “Dopo le ultime prestazioni casalinghe, i tifosi vogliono una vittoria”

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fonte immagine: Twitter ufficiale Atalanta


Domani è il giorno di Atalanta-Bologna, una sfida che potrebbe significare tanto per entrambe le formazioni. Da una parte i bergamaschi che credono ancora nella Champions, lontana solo 2 punti, dall’altra il Bologna che sogna l’Europa. Per capire e conoscere meglio come sta vivendo il momento della stagione dei nerazzurri, abbiamo fatto una chiacchierata con Giorgio Dusi, giornalista sportivo che si occupa delle vicende della Dea per BergamoNews.it

Ciao Giorgio, parto subito con le domande. Che momento sta attraversando l’Atalanta?

“Ciao Stefano! Il momento dell’Atalanta è difficile da inquadrare. Le ultime due prestazioni con Empoli e la Cremonese in trasferta, erano due partite in cui l’Atalanta non poteva permettersi di lasciare punti: così è stato ma non sono state prestazioni brillanti. In entrambe è mancato qualcosa: con l’Empoli c’è stata la prestazione ma non la finalizzazione; a Cremona, viceversa, la prestazione è stata insufficiente”.

Come te le spieghi questa difficoltà?

“È difficile dare una risposta lineare. C’è però da dire che l’Atalanta quest’anno non ha mai avuto gerarchie ben definite: ci sono giocatori che in questo momento non giocano mai e all’inizio giocavano sempre, come Soppy e Okoli, altri hanno cambiato ruolo e poi ci sono stati diversi infortuni. Si può dire che in questa stagione, quasi tutti giocatori partano alla pari e così Gasperini rimescola spesso la formazione. Nell’ultimo periodo ha insistito sull’importanza dei colombiani e nelle ultime due ha proposto un trio con Pasalic e Muriel dietro Zapata: è sembrato un modo del tecnico per dare la sveglia ai due colombiani. loro numeri e quelli di Pasalic sono crollati a livello realizzativo, e questa scelta l’ho letta come un tentativo farli uscire dall’astinenza da gol. Non è bastato, ma non esiste un problema gol perché Lookman sta segnando più di quanto ci si aspettasse e Højlund sta risolvendo tante gare, come le ultime due. È quasi un momento interlocutorio per l’Atalanta: Gasperini sta provando a ritrovare i giocatori che quest’anno hanno fatto meno”.

Anche i risultati dicono che l’Atalanta è sulle montagne russe. Alterna grandi momenti ad altri molto negativi: si può interpretare in qualche modo questa altalena nei risultati?

“Non c’è un’interpretazione univoca di questa altalena di risultati dell’Atalanta. Esistono due modi principali di vedere le cose: c’è una parte dell’ambiente che vede la fine del ciclo Gasperini e un’altra parte che sostiene ancora che Gasperini possa e stia facendo partire un nuovo ciclo. In generale, comunque, le aspettative si sono alzate e c’è da convivere con una situazione diversa rispetto al passato”.

Quel che non cambia è la capacità di scovare e lanciare dei talenti come Højlund. Quale potrebbe essere il suo futuro?

“Qua a Bergamo, c’è la paura che arrivi qualcuno e lo porti via. La storia dice che l’Atalanta non impiega tanto a vendere, basta l’offerta giusta. Nessun giocatore emergente è rimasto più di un anno o due. Forse il caso di Højlund è diverso perché il suo prezzo salirà a 70/75/80. E la vera differenza con altri è che lui è ancora giovanissimo. Se dovesse rimanere dopo questa grande stagione, e seppure facesse peggio l’anno prossimo, non si svaluterebbe grazie all’età. La mia sensazione è che Højlund rimanga un’altra stagione in nerazzurro per continuare a maturare”.

A proposito di talenti. Domani, come da oltre un mese, mancherà Koopmeiners. Anche lui è una scoperta dell’Atalanta ed è diventato fondamentale nello scacchiere di Gasperini: quanto sta mancando?

“Il problema Koopmeiners c’è, anche se in questo momento la sua assenza non sta pesando troppo. È comunque un giocatore unico nella rosa. Lui servirebbe in avanti, in rifinitura, ma anche dietro per l’impostazione della manovra. Ma è uno solo! Allora bisogna decidere di partita in partita dove sfruttarlo. Questo dà l’idea del valore del calciatore nell’economia del gioco dell’Atalanta”.

Domani è la gara di Sartori, passato in estate al Bologna dopo l’addio all’Atalanta. Che cosa ha lasciato al club nerazzurro e come sta agendo la società dopo il suo addio?

Per parlare del lavoro di Sartori a Bergamo e di ciò che ha lasciato, basta pensare ad alcuni dei nomi che sono usciti ultimamente: piace Beukema ed è conteso anche dal Bologna, Lucumí prima del Bologna era stato accostato all’Atalanta. Insomma, la sua lista è stata sfruttata anche quest’anno. Il lavoro che ha svolto a Bergamo non ha nemmeno bisogno di commenti, c’è solo da elogiarlo. L’eredità c’è ancora ed è ancora molto tangibile. Per l’Atalanta, questa è una stagione di assestamento. Inevitabile quando perdi uno dei ‘motivi’ del tuo successo. Al momento non posso dire che sia rimpianto, ma è una valutazione che potremo fare solo tra qualche anno”.

Che partita vi aspettate a Bergamo domani?

Al momento, la concentrazione è sul quadro generale. Si guarda al percorso in questo rush finale, più che al singolo avversario che in questo caso è il Bologna. Poi i risultati del Bologna sono sotto gli occhi di tutti. Nel momento in cui arriva una gara come quella col Bologna, in casa, a prescindere dall’avversario qui ci si attende una vittoria per continuare ad inseguire l’obiettivo Champions League. Poi se guardi alle ultime gare casalinghe: vittoria di misura con l’Empoli, sconfitta col Lecce e pareggio con l’Udinese, il pubblico vuole la vittoria. Le difficoltà sono tante, Gasp lo sa, ma la tifoseria vuole tre punti”.

Bene, grazie Giorgio di averci portato dentro questa stagione dell’Atalanta.

Alla prossima!

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