Seguici su

Bologna

L’Italia da una parte, il mondo dall’altra: Romano Fogli rossonero e rossoblu

Pubblicato

il

 

 

 

Gino Palumbo scrisse così l’indomani sul Corriere della Sera: “Insomma quando il gol fortuito del Bologna arrivò, fu del tutto meritato. Scaturì da un fallo di Picchi su Haller. Bulgarelli toccò il pallone della punizione a Fogli per consentirgli di tirare al di là della barriera. Facchetti assicura che un suo piede deviò il pallone: dalle tribune si vide Sarti partire in ritardo e lasciarsi passare il pallone quasi di sotto. Uno a zero a un quarto d’ora dalla fine”. Deviato o meno, ai tifosi rossoblù poco importava. Romano Fogli, toscano di Santa Maria a Monte, aveva appena aperto le porte della storia per il Bologna. I tifosi felsinei presenti all’Olimpico, e le migliaia con le orecchie attaccate alle radioline nelle case bolognesi, avevano appena ascoltato la prima rete segnata dal Bologna nello spareggio con l’Inter del 7 giugno 1964. Arriverà poi il raddoppio, con Fogli nelle vesti di assist-man per Nielsen, e l’ultimo, storico tricolore targato Bernardini.

Oggi va verso gli 82 Romano Fogli, che da tempo si è ritirato a vita privata nella tranquillità della famiglia. In quel caldo giorno romano conquistò il tricolore, ma fu questione di poco tempo perché arrivasse in cima al mondo. Dopo dieci anni e 285 partite con il Bologna, lo chiamò il Milan di Rocco, mica roba da ridere: la squadra aveva appena vinto il nono scudetto, anno 1968, e si apprestava a riconquistare la Coppa dei Campioni come avrebbe fatto a Madrid nel 1969 contro l’Ajax. Cresciuto nelle giovanili del Torino, il centrocampista che in rossoblù faceva coppia con Sua Maestà Bulgarelli, riuscì a vivere una seconda giovinezza in rossonero, collezionando 54 partite e segnando cinque reti, una delle quali proprio ai suoi vecchi compagni, il 23 marzo 1969 in un 4-0 per il Milan a San Siro. La sua marcatura aprì la partita, chiusa poi dalla tripletta di Prati. Che in quella finalissima europea segnò altre tre reti, garantendo al Milan la partecipazione alla coppa Intercontinentale. E fu una autentica battaglia quella andata in scena nell’ottobre dello stesso anno contro l’Estudiantes, con Fogli in campo per tutti i 180 minuti. A San Siro il Milan vinse 3-0, mentre nell’ormai celebre battaglia argentina della partita di ritorno (la sfida secca a Tokyo sarebbe arrivata solo nel 1980) Romano resistette, come tutti i suoi compagni, agli assalti soprattutto fisici degli avversari, in una vicenda rimasta nei libri di calcio.

Il lungo peregrinare da allenatore, lo vide protagonista soprattutto nel 1981 quando portò la Reggiana in serie B. Prima, a metà anni 70, tornò al Bologna da vice allenatore e gestì il settore giovanile. A questo proposito, in una recente intervista al “Carlino”, Fogli ha raccontato cosa significasse avere per le mani futuri talenti: “Ne ho visti di bravi ma bisogna avere la pazienza di aspettarli: non tutti sono come Mancini e Macina. Quando arrivarono a Casteldebole dopo venti minuti di partitella dissi a Perani: ‘Marino falli uscire: se li vede qualcuno ce li porta via!’».

Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

adv
adv

Facebook

adv