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Bologna FC

La bellezza dell’amarezza

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Pubblicando le classiche pagelle nel dopo match, facendo riferimento al pensiero dell’intervista post-partita di Motta, non abbiamo lesinato di sottolineare il termine “occasione mancata”. Riavvolgendo il nastro, ci accorgiamo del fatto che la partita disputata dai Rossoblù era un Bologna-Milan: un Bologna che dopo sei giornate ha dovuto prendere la sofferta decisione di un cambio alla guida della squadra, necessario visti i risultati arrivati in quell’inizio di stagione deludente nel quale i Rossoblù hanno raccolto soltanto 3 punti nelle cinque partite iniziali. Il condottiero vero e proprio di quel gruppo era Sinisa Mihajlovic, il quale aveva lasciato molto di più di quanto ognuno di noi possa immaginare a quei ragazzi; le motivazioni di giocare “per Sinisa” sono state il traino di questa squadra, lo si leggeva nei loro occhi e nelle loro azioni. Dopo aver trovato la vittoria alla sesta giornata in casa contro la Fiorentina, sotto la guida di Luca Vigiani, dalla giornata successiva a Casteldebole si insediava mister Thiago Motta. Tra mugugni e scetticismi vari, era arrivato sulla panchina del Bologna non uno sprovveduto, bensì un allenatore che nella stagione precedente aveva raggiunto l’obiettivo salvezza addirittura con una giornata in anticipo alla guida dello Spezia, ma senza la possibilità di aver potuto operare sul mercato per il blocco imposto dalla FIFA. Motta, quindi, aveva centrato l’obiettivo con quel che aveva a disposizione, con le sue idee di gioco, esattamente come quelle applicate a Bologna attualmente, dove essendo entrato in corsa, non aveva ovviamente avuto il potere decisionale ma aveva dovuto lavorare sul materiale umano già esistente. Bene, tornando alla partita di ieri, il Bologna, classificatosi tredicesimo la scorsa stagione, affrontava il Milan, i Campioni d’Italia in carica. Perché un punto in casa dovrebbe essere quindi un’occasione mancata?

L’amarezza nel provare delusione per la partita andata in scena ieri è un sentimento che smuove inevitabilmente la “pancia” del tifo Rossoblù: nel momento in cui scriviamo, il Bologna non è più la squadra discontinua e arrancante di inizio campionato, al contrario è diventata, con il lavoro del proprio allenatore, una bellissima realtà. È bene ricordare che dal ritorno dalla pausa mondiale il Bologna ha inanellato in 14 scontri (prima di ieri) 7 vittorie, 3 pareggi e 4 sconfitte, viaggiando con una media punti al ritmo dei migliori della classe e portando in campo ogni domenica un calcio bello e concreto. È giusto sottolineare il lavoro che giorno dopo giorno esalta le doti di questo gruppo, così come il problem solving proverbiale di Thiago Motta, il quale ha dovuto affrontare l’infortunio in contemporanea di metà pacchetto avanzato a gennaio, quando si trovò senza Arnautovic, Zirkzee e Sansone. Mettiamoci una buona dose di rimpianti quando talvolta si è racimolato meno di quando si meritasse (vedi Cremonese, Monza) ma citiamo anche le gioie di cui questa squadra ci ha fatto gòdere appieno, detto alla Motta maniera (vedi Inter, Udinese al ritorno, e Atalanta). Il Dall’Ara si è riscoperto fortino infernale, non lasciando mai senza sostegno i propri beniamini, ma ultimamente è diverso, e non sono solo i numeri delle ultime partite a dirlo: il sentore comune è quello di essere tornati indietro nel tempo, quando il Bologna lottava per obiettivi come le coppe europee, quando a fine secolo scorso i tifosi infiammavano gli spalti in Coppa UEFA. Oggi, guardando la classifica, non si può far a meno di notare che dopo il punto guadagnato ieri il Bologna ha agganciato la Juventus al settimo posto (i bianconeri giocheranno oggi alle 18 con il Sassuolo). Il settimo posto vale la qualificazione in Conference League, posizionamento che tornerebbe a far gòdere ancor di più una città intera ma non solo. Nella giornata di ieri tutto era predisposto e apparecchiato in vista di un’ennesima grande festa. Il calcio però sa riservare sorprese, ed è il motivo per il quale un qualsiasi appassionato si è avvicinato alla propria squadra alla fine: in questo gioco che tanto ci piace può capitare di assistere ad un Milan imbottito di riserve che comunque giochi e metta in difficoltà l’avversario anche se inizialmente, alla lettura delle formazioni e nelle voci della viglia, non lo si immaginava. La squadra di Pioli ha costretto il Bologna ad una partita di sacrificio, seppur la squadra di Motta abbia trovato un vantaggio immediato, e quindi alla fine, analizzando a mente fredda la partita, più di uno avrà esclamato la frase: “può andar bene così per oggi”.

L’amarezza con la quale un tifoso accetta il pareggio in casa contro una squadra come il Milan è figlia della consapevolezza di essere tornati a giocarsela con tutti e di sapere che in questo campionato, quando arriva una cosiddetta “grande”, possono saltar fuori le “grandi partite” anche e soprattutto per merito del Bologna: chiedere a Inter e Lazio, ma anche dalle parti di Bergamo. Non è utopico quindi aver pensato di aver perso due punti, invece che magari guardare il risultato come un punto guadagnato, ed è bello pensare che forse qualche tempo fa non in molti l’avrebbero pensata così. Allora un po’ ci si sente tristi, perché giocare sui sogni, trascinati dall’obiettivo del risultato, è il bello del calcio e di chi ne fa parte come i tifosi, che oggi un po’ di più devono trovare la bellezza dell’amarezza: l’obiettivo è ancora lì, e se dopo ieri è rimasto l’amaro in bocca vuol dire che la strada è quella giusta.

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