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Promemoria per il prossimo mercato del Bologna: basta domandarsi “Chi fa gol?”

Il Bologna FC stagione 2023/24 è una cooperativa del gol. Al prossimo calciomercato basta chiedersi chi farà gol

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Il Bologna festeggia una vittoria - Fonte immagine: Damiano Fiorentini
Il Bologna festeggia una vittoria - Fonte immagine: Damiano Fiorentini

La Serie A 2023/24 sta entrando nel vivo con gli ultimi mesi di campionato e un Bologna che è senza ombra di smentita una delle sorprese assolute e anche una delle formazioni che giocano meglio e divertono maggiormente, soprattutto quando davanti hanno formazioni che cercano di giocare a calcio a loro volta.

Se la competizione in sé ha ancora molto da dire e tutto da decidere, c’è una cosa che possiamo già dire ci abbia insegnato. O meglio, possiamo apprendere una lezione da tenere a mente, chi scrive per primo, già dal prossimo mercato. L’importante non è il nome che arriva, ma il profilo del giocatore e la sua utilità all’interno del progetto.

Ogni anno, quando viene ceduto un giocatore arriva la clamorosa litania: “E adesso chi fa i suoli gol?”. E puntualmente, qualcuno li realizza. Una formazione che retrocede mediamente segna almeno una trentina di reti in un campionato. Una formazione che gira bene, e che arriva a metà classifica, ne segna anche oltre cinquanta. Se la formazione sarà equilibrata e girerà bene, non c’è possibilità di errore, qualcuno una rete la segnerà.

Certo, si fa in fretta a dirlo quando il DS è Sartori, ed è altrettanto chiaro che tutti vorremmo giocatori come Mbappe (tanto per dire uno dei più forti in circolazione), ma ripeto, durante il prossimo calciomercato, dovremo ricordarci di fare un respiro, e non avere fretta. Io per primo. Soprattutto dovremmo ricordarci di non commentare gli acquisti prima di averli davvero inquadrati nella nostra squadra. E smettere di preoccuparci per chi farà gol, ma solo se la squadra girerà o meno, e se il giocatore sarà funzionale al gioco o meno.

Se una squadra gira bene, le reti arrivano

Qualche anno fa, alla domanda di un giornalista su chi avrebbe fatto gol visto che nel mercato avevano ceduto i due migliori realizzatori, un allenatore messicano disse: “El gol lo practicamos todos”. In breve, un modo per dire che tutti avrebbero potuto segnare e nelle 17 partite di cui era composto il campionato, segnarono effettivamente 14 differenti giocatori. La squadra girava alla grande e nonostante nessun “capocannoniere” di professione, reti e vittorie arrivarono grazie al gioco.

Ecco, dopo il gol di El Azzouzi possiamo dirlo anche noi: “El gol lo practicamos todos“. Il Bologna gira alla grande, nonostante qualche piccola difficoltà soprattutto quando l’avversario si chiude e non cerca di giocare, e quindi i gol arrivano. A volte sono meno di quelli che potrebbero arrivare, è vero, ma comunque arrivano e la posizione di classifica lo dimostra.

Il Bologna è una cooperativa del gol

Non so se vi siete resi conto del numero di giocatori che in questa stagione, che è circa a due terzi del proprio svolgimento, si siano già resi protagonisti di giocate determinanti come il gol o l’assist.

Tra Serie A e Coppa Italia, sono stati ben 14 i calciatori a mettere a segno almeno una rete. Volete i nomi? Zirkzee (10), Orsolini (9), Ferguson (5), Fabbian (3), Beukema, De Silvestri, Moro, Odgaard (2), e infine Corazza, El Azzouzi, Lykogiannis, Ndoye, Saelemaekers e Van Hooijdonk (1).

Spesso però un assist è decisivo quanto un passaggio, e in questa lista abbiamo 13 calciatori fino ad oggi. Zirkzee (6), Ferguson (5), Kristiansen (4), Calafiori, Ndoye, Posh (2), Aebischer, Beukema, El Azzouzi, Fabbian, Lykogiannis, Orsolini e Saelemaekers (1).

Questo vuol dire che praticamente 18 giocatori del Bologna in questi due terzi di stagione sono stati protagonisti in qualche modo di una rete, tra realizzazione e assist. Togliendo i portieri e chi non è mai entrato in campo come Soumaoro, restano solamente cinque giocatori: Freuler, Lucumi, Urbanski, Karlosson e Dominguez, con gli ultimi due che però hanno avuto davvero poco minutaggio per poterne fare loro una “colpa”. Se calcoliamo quindi che Lucumi è un centrale di difesa, Urbanski è un giovane che spesso gioca fuori dal suo ruolo “naturale”, rimane solo Freuler… ma non pensiamo si possa chiedere molto di più rispetto al lavoro che in ogni partita Remo mette in campo. Se il Bologna gira così bene, è anche merito del suo lavoro.

Zirkzee, Ferguson e Orsolini

Certo, Zirkzee Ferguson e Orsolini sono parte importante dell’ossatura della squadra e da soli spostano l’equilibrio delle reti fatte, sia come ultimo (il 58%) che come penultimo tocco (il 43%), ma non solo attraverso loro brilla la formazione di Tiago Motta. Impossibile notare come, ad esempio, Kristiansen, che spesso è stato additato come uno dei meno positivi, abbia comunque fornito quattro assist. Oppure è incredibile che Calafiori, che ormai si è trasformato in un “uomo a tutto campo”, ne abbia serviti due ma non abbia ancora avuto la gioia di segnare con la maglia rossoblù.

Insomma, come detto, è importantissimo avere giocatori di qualità come Zirkzee, Orsolini o Ferguson, ma è ancora più importante avere una squadra che giri e che sia capace di creare qualcosa. Altrimenti si rischia di fare come il primo Bologna di Saputo, quando in Serie B annoverava praticamente tre degli ultimi capocannonieri della serie cadetta ma non è riuscito ad arrivare che quarto, superando i playoff grazie a dei pareggi oppure, ancora peggio, come il Bari di Igor Protti, che retrocesse pur avendo il Capocannoniere della Serie A in rosa.

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