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RdC – Tra passato e futuro, il punto di vista di Kennet Andersson – 29 mar

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Si è concluso ieri il torneo internazionale “We Love Football”, competizione speciale dedicata agli Under 15 allestita da De Marchi e che ha visto il suo atto conclusivo compiersi sul prato del Dall’Ara. Occasione alla quale non sono mancati ospiti importanti, tra tutti Paramatti e Andersson. Massimo Vitali nel suo articolo ci racconta come il leitmotiv dell’ex bomber svedese sia il definire Bologna come una sua seconda casa, definizione derivante dalle sensazioni che lo colgono quando si reca nel capoluogo emiliano. Uno sguardo al passato per lui che, dopo quattro stagioni a Bologna (con una piccola parentesi nella capitale, sponda Lazio), ritrova De Marchi e Paramatti, parte di quella che lui reputa la sua seconda famiglia. Andersson prova poi a fare un parallelo tra i rossoblu di allora e quelli dei giorni nostri, definendo la squadra di cui lui ha fatto parte come <<una grande squadra fatta di grandi giocatori e di grandi amici>> ed ha sensazioni molto positive per il futuro, secondo lui con Saputo il Bologna ha le carte in regola per tornare grande. Oggi il goleador scandinavo vive a Goteborg con la sua famiglia, è coinvolto in alcuni progetti tra calcio e impresa, ha contribuito allo sviluppo di una app (“Forza Football”) ed allena una squadra di calcio femminile, l’Alvsborg, dove gioca sua figlia diciassettenne Stella. Si definisce un allenatore pacato in quanto <<a quell’età è più importante crescere brave ragazze che brave calciatrici>>. L’altro figlio Liam (13 anni), gioca nel Ifk Goteborg, squadra in cui ha militato anche Kennet per un paio di stagioni dopo aver lasciato la sua città natale Eskilstuna. Si rabbuia un po’ quando il discorso si sposta su Klas Ingesson, portato via da un mieloma nell’ottobre 2014: <<Klas mi manca. Se n’è andato troppo presto, per colpa di una brutta malattia. Ho sofferto, ma poi ho cercato di voltare pagina. È una legge della vita: quando perdi un amico stai male, ma poi devi guardare avanti>>. Infine si concede un commento sul Bologna di Donadoni: <<Donadoni è un mito del calcio italiano. E dev’essere molto bravo anche come allenatore. Io giudico da lontano, ma vedo che con lui la squadra funziona>>. Una squadra che funziona e dal sicuro avvenire anche secondo un giocatore importante come Kennet Andersson.

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