Bologna FC
Situazione stadi, prigionieri di politica e burocrazia!
Mentre la Lega Serie A continua la sua lotta alla pirateria e DAZN alza i prezzi, in tutto il Paese si continua a giocare in impianti fatiscenti inadeguati per ospitare qualsivoglia evento internazionale. Compreso il “sogno” Euro2032, che presto potrebbe trasformarsi in incubo
Le parole di Claudio Fenucci riecheggiano, gli appelli dei presidenti di Serie A si alternano come urla disperate, l’attesa di diverse città in Italia è quasi infinita. La situazione degli stadi Italia è sempre più assurda e problematica. Come se non bastasse, è arrivato anche il primo allarme in vista di Euro2032.
C’è infatti un solo stadio che, per capienza e necessità strutturali, potrebbe accogliere l’Europeo che, almeno per il momento, dovremmo dividere con la Turchia. Ma il fatto che solo l’Allianz Stadium di Torino sia pronto a ospitare la manifestazione a meno di 7 anni dal calcio di inizio comincia a preoccupare seriamente. Perché la situazione degli stadi può essere definita uno stallo all’italiana. Ovvero bloccata tra la burocrazia e la politica, tra l’incudine e il martello.
False promesse, vincoli e finanziamenti
L’amara verità è che nel nostro Paese, una volta Belpaese, non c’è la volontà di costruire qualcosa di importante. Di osservare crescere il progresso per paura dello stesso. Di abbracciare la modernità, per non rovinare il vecchio. Per invidia o chissà cos’altro. L’Italia è un carro con le ruote triangolari quando si parla di infrastrutture. Le uniche che vengono realizzate, vengono fatte per merito di qualche privato o a seguito di qualche tragedia. La maggior parte vengono annunciate e mai realizzate. E una volta manca l’ok per l’impatto ambienta, un’altra volta c’è una sovrintendenza che blocca un grande progetto per un piccolo problema, altre volte ci sono comitati con poteri sovrannaturali o mancanza di finanziamenti. L’esistenza di una longa manus non va esclusa, ma non c’è d’altra parte nemmeno la voglia di agevolare la crescita altrui.
Stallo all’italiana
Per fare uno stadio nel Paese di Renzo Piano, Leonardo Da Vinci, ecc… Non ci vuole un genio, ma ci vorrebbe un personaggio biblico come Giobbe, dotato di immensa pazienza. Perché l’attesa della realizzazione di un nuovo stadio o della ristrutturazione di uno vecchio rischia di essere come l’attesa dell’arrivo di Godot. Dieci anni minimo per scavalcare gli ostacoli della burocrazia, dei ribaltoni della politica e delle rimostranze di questo o quell’altro. Il periodo storico poi non aiuta e anche chi, diversamente dal Bologna, è vicino a partire con la gara d’appalto ma deve fare i conti con la situazione geopolitica e l’aumento dei prezzi delle materie prime. Nel frattempo, mentre attendiamo speranzosi i nuovi stadi Made in Italy combattiamo la pirateria. Tanto è quella che uccide il calcio…
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Al
6 Settembre 2025 at 20:26
In mezzo a tutta questa confusione sugli stadi si pensa alla pirateria, in realtà si pensa a mungere la gente, quando invece sono proprio i diritti TV che stanno uccidendo il calcio.
Raffaele Greco
8 Settembre 2025 at 16:43
MA NON SI POTREBBE COPRIRE LO STADIO DALLARA COME LA TRIBUNA INVECE DI RIFARLO COMPLETAMENTE CON COSTI PROIBITIVI. FAR GIOCARE LA SQUADRA IN UN ALTRO STADIO DA 16MILA POSTI DA COSTRUIRE. NEL 2025 CI SI BAGNA ANCORA QUANDO PIOVE..
Stefano Francesco Utzeri
8 Settembre 2025 at 17:13
La ristrutturazione prevederebbe anche quello. Ma Fenucci dice che rifarlo da zero costerebbe meno. In generale resta comunque il problema a monte: burocrazia e politica non facilitano né l’una né l’altra via