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STADIO: Rebus Destro, Donadoni ribalta il Bologna – 6 feb

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Il clamoroso tonfo casalingo con il Napoli, corsaro al Dall’Ara con un incredibile 1-7, ha lasciato il segno. Vero è che la salvezza può dirsi già raggiunta – e non da ieri – ma è vero anche che quella che doveva essere una stagione di costruzione, di miglioramento verso un futuro luminoso, rischia di trasformarsi in un’annata anonima e avara di soddisfazioni vere. E anche la crescita dei tanti giovani in rosa rischia di essere seriamente compromessa da certi risultati. Ecco perché Roberto Donadoni, in attesa di risolvere il “rebus” legato a un Mattia Destro in crisi, studia un ribaltone per la prossima sfida contro il Milan: saranno tre, forse quattro, i cambi. Questo racconta l’odierna edizione di “STADIO” nella sua sezione dedicata al Bologna.

Donadoni ribalta il Bologna

Furio Zara parte da un termine: “Dallarazo”, evocazione del “Maracanazo” e del “Mineirazo”, i nomi attribuiti alle pesanti disfatte storiche collezionate dal Brasile. L’ultima, semifinale mondiale del 2014 contro la Germania, si concluse con un 1-7 a sfavore dei verde-oro clamoroso, esattamente come l’1-7 incassato sabato contro gli uomini di Sarri. Donadoni, al netto dell’espulsione di Masina più che dubbia, sa di avere sbagliato: ha voluto giocarsela, ha voluto affrontare a testa alta una squadra clamorosamente più forte, più squadra, che ha affondato come una lama nel burro nella fragile retroguardia rossoblu e poi non ha alzato il pedale dall’acceleratore mentre il Bologna crollava. Per fortuna, dice Zara, si riparte subito: mercoledì sarà Bologna-Milan, un Milan in crisi – tre sconfitte consecutive – che non sarà un cliente per niente facile, che avrà il dente avvelenato. Urge cambiare rotta, urge cambiare uomini: il modulo resterà invariato, ma saranno almeno quattro i cambi che il tecnico apporterà. In porta Mirante dovrebbe restare in panchina, sostituito da Da Costa, mentre in difesa i cambi saranno ben due: Torosidis si sposterà a sinistra per sostituire lo squalificato Masina, lasciando spazio a destra al rientrante Krafth. A centrocampo i cursori saranno Dzemaili e Donsah, mentre in cabina di regia il dubbio è tra Viviani e Pulgar e sarà sciolto solo all’ultimo. Novità anche in attacco: confermati Krejci e un Destro che oggi più che mai ha bisogno di fiducia, la tentazione è di partire con Verdi dal primo minuto anche se non ha benzina per tutta la gara. Alternativamente toccherà a Di Francesco, con Rizzo che appare al momento fuori dai giochi.

Squadra a rapporto

Ancora Zara in due trafiletti racconta perché la sconfitta di sabato “sarà ricordata nei secoli dei secoli” e l’allenamento di ieri mattina a Casteldebole, preceduto da un confronto tra squadra, allenatore e dirigenza, che aveva il compito di spiegare a Saputo un tracollo evitabile. Perdere era da mettere in conto, ma non così, non con questo punteggio e con questa mollezza. Un risultato che non è purtroppo una novità per Donadoni, che quando allenava il Parma incassò un 7-0 allo Juventus Stadium (ma era un Parma onestamente alla frutta) e che nei confronti con Sarri ha vinto solo una volta su quattro segnando una clamorosa differenza-reti di 18-4 in favore del tecnico toscano. L’1-7 di sabato sarà ricordato come miglior vittoria esterna nella storia del Napoli e anche come peggior sconfitta rossoblu di sempre, peggiore dello 0-6 incassato dall’Inter di Trapattoni nella stagione 1988/1989, di un Bologna-Atalanta 2-6 del 1949 e gli 1-5 incassati ancora contro l’Inter (1977) e Juventus (1981), sconfitte rovinose superate, purtroppo, da quella patita sabato contro Hamsik, Mertens e compagnia.

Destro, il futuro è adesso

Quale sarà il futuro di Mattia Destro? È ancora Furio Zara a riflettere sul momento negativo del numero 10 rossoblu, il punto più basso da quando è sbarcato a Bologna. Arrivò nell’estate del 2015, Mattia Destro, colpo top della campagna acquisti di Joey Saputo e desideroso di ricostruire una carriera che era iniziata come quella di un predestinato e che poi si era un po’ arenata in un’annata scalcinata tra Roma e Milan che però in molti avevano pensato fosse, semplicemente, interlocutoria. A Bologna è andato tra alti e bassi, è stato cullato e protetto dalla società – che non gli ha mai acquistato vera concorrenza per un posto da titolare – e tecnico, che lo ha paragonato ai più grandi di adesso e del recente passato. Eppure le ultime prestazioni non inducono all’ottimismo, e fanno temere che Destro non possa uscire da quel limbo in cui si trova a venticinque anni, l’età in cui un calciatore dovrebbe aver capito chi sarà da grande. Eterna promessa o bomber rinomato? Per rilanciare se stesso e per ritrovare la Nazionale, obbiettivi dichiarati fin da quando ha vestito il rossoblu, servirà un Destro molto diverso da quello visto sabato contro il Napoli, autore di un rigore molle parato da Reina e che avrebbe potuto riaprire una partita balorda, o perlomeno contenerne gli esiti. Da qui a fine stagione molto si decide, per Mattia: a lui dimostrare di non essere solo l’ennesima, eterna, promessa non mantenuta del nostro calcio.

foto: quotidiano.net

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