Bologna FC
Udinese-Bologna (0-3): storia di un pressing
Udinese-Bologna è una dichiarazione d’intenti. A dirlo sono anche le statistiche…
Ci sono partite che nascono lente, segnate da un rispettoso studio dell’avversario. E poi, all’improvviso, si accendono perché una squadra decide che è il suo momento. Contro l’Udinese, il Bologna ha scelto il secondo tempo per rivelare la propria identità: tecnica, feroce, lucida.
Il 3-0 dice, soprattutto, che i rossoblù non vincono per caso. Vincono perché sanno leggere la partita, correggerla, e infine, portarla a casa.
Udinese-Bologna: pressione come linguaggio
La storia della gara gira attorno ad un concetto: il pressing. Le statistiche raccontano che l’Udinese ha perso 11 palloni, più della metà dei quali nella propria trequarti, dove il Bologna ha portato 51 ingressi offensivi — un dato superiore perfino a quello dei padroni di casa. È lì, in quello spazio corto e nervoso tra la metà campo e l’area avversaria, che i rossoblù hanno recitato la loro parte migliore.
Il primo gol arriva da uno dei 47 recuperi palla del Bologna, il secondo da un errore forzato del possesso friulano: entrambe le reti di Pobega nascono da quella pressione “alta ma intelligente” che Vincenzo Italiano aveva esige. L’Udinese è squadra fisica, verticale, ma non costruisce con la pulizia richiesta: i 31 interventi difensivi efficaci dei rossoblù (contro i 20 dell’Udinese) parlano di una squadra che non difende bassa, ma difende in avanti.
Non un caso, ma un progetto.
Le statistiche di uno spartito controllato
Il Bologna non ha dominato nel possesso (53% contro il 47% friulano), ma ne ha fatto un uso migliore. I 346 passaggi complessivi — di cui 258 precisi — costruiscono una circolazione ordinata, paziente, che nel secondo tempo ha trovato ritmo e verticalità.
La chiave? La capacità di giocarsi i palloni difficili: 80% di contrasti vinti, 52% di dribbling riusciti, solo 10 palle perse (contro le 11 dell’Udinese). È questa stabilità tecnica a rendere credibile il piano gara rossoblù.
Rispetto alla frenesia bianconera, il Bologna ha scelto la lucidità. E quando, al 94’, Bernardeschi raccoglie un pallone regalato dalla difesa friulana, sembra quasi un gesto scritto dal copione della partita: chi è stato più ordinato raccoglie i frutti degli errori altrui.
Qualità batte quantità
Il Bologna ha tirato meno dell’Udinese (10 conclusioni contro 12), ma la storia è la stessa. Vince la precisione dei tiri stessi.
Ma non solo. Con un xG di 2.22 in confronto ai 1.46 dei bianconeri, i rossoblù danno una lezione di qualità: due grandi occasioni trasformate contro zero avversarie.
È qui che la partita si decide davvero: non quanti colpi tenti, ma quanti colpiscono il bersaglio. Italiano lo sa, e la squadra pure.
Udinese-Bologna: il match che cambia la classifica
Quando il triplice fischio risuona nel BluEnergy Stadium, la fotografia è una: il Bologna è una squadra che cresce dentro la partita: il secondo tempo racconta una formazione più sicura, più brillante, più verticale. Una squadra che ha imparato a vincere.
E a Udine la sua voce è risuonata forte.
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