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Umarells rossoblu – Modena – Bologna – 24 Ottobre

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Sono nato trent’anni fa in provincia di Modena, quasi per caso. Ho vissuto tutta la vita a Bologna. Per me è un derby nel derby.
Effettivamente la bolognesità l’ho sempre sentita nel sangue. Bologna è un amore che batte forte, una passione che mai finisce, che ci si porta dietro ovunque si vada.
Per essere puntuale all’entrata della curva ospiti ho guidato come fossi alla 24 ore di Le Mans, partendo con quarantasei ore di anticipo. Morale davanti allo stadio c’eravamo io e il custode. All’inizio ci siamo guardati in cagnesco, poi ci siamo addolciti: abbiamo giocato a un due tre stella e ci siamo fatti sei piadine con salsiccia, tabasco e tanta, tanta cipolla, oltre ad altrettante birre medie.

Si entra. Sono decisamente fuori forma. Si era parlato di esodo rossoblu a Modena, non è esatto: abbiamo colonizzato lo stadio Braglia. Un spettacolo raro da vedere in Serie B, categoria che non sembra proprio competerci, almeno a livello di pubblico.
 
L’inizio è tendenzialmente soporifero. Qualche schermaglia a centrocampo, niente di particolare. Qualche colpo di artiglieria al confine, scambio di prigionieri dei derby precedenti e qualche molotov in tribuna.
Poi, nel nulla generale, Troianiello pensa bene di farsi espellera dalla panchina, ingenuamente, perchè ha coperto di insulti uno là che fischiava sempre. Ah era l’arbitro, lui voleva giusto farsi una pennica in panchina.
I minuti passano senza che vi siano fiammate particolari. Guardandomi attorno vedo uno spettacolo bellissimo, migliaia di cuori rossoblu che pulsano, in campo non si vede la stessa foga.
Il Modena dopo un quarto d’ora comincia a prendere più campo.
Fumo nervosamente. Canto. Sicuramente la mia voce sarà un ricordo a breve.
Maietta, Oikonomou e Laribi pensano di farsi ammonire. Il greco salterà la prossima partita. Visto come siamo messi, potremmo schierare un fitone come centrale alla prossima.
Finisce il primo tempo, senza che i primi quarantacinque minuti si siano fatti apprezzare.

Durante l’intervallo cammino fra i miei compagni di tifo, è bello vedere tanti sorrisi dopo così tante ombre.
Il Bologna è sempre e sempre sarà capace di accendere entusiasmo. Ce ne eravamo solamente dimenticati. Non tutti, c’è chi nel Bologna crede e basta a prescindere. Guaraldi, Casillo, Gruppioni, Fabbretti. Il bello di chi ha cuore sempre è che sa trascinare anche chi ha la braga che gli è scesa.

Il secondo tempo comincia con la stessa timidezza del primo.
Il Modena, ribadisco, nel nulla generalizzato, si fa apprezzare un filo di più rispetto ai nostri. Salifu ad un cetro punto lascia partire una staffilata che lambisce il palo.
Giannone sembra aver voglia di provarci. Mette in mezzo una bellissima palla e Acquafresca quasi ci prende. Sarebbe stato troppo bello.
Passano due minuti e Robert ha un’altra occasione. Sembra quasi che i nostri si siano svegliati. Sugli spalti cresce l’entusiasmo rossoblu.

Esce Giannone, un po’ spento, ed entra Masina. Bel prospetto.

Dopo queste folate, le due squadre decidono di smettere di farsi del male.
Mettiamola così, siamo venuti  fare una bella gita a quattro passi da casa.
Anche Abero decide di farsi ammonire, manchiamo giusto io e Tacopina sul taccuino dell’arbitro oggi.
Giusto il tempo di vedere entrare Pasi al posto di un positivo Acquafresca e la partita si avvia verso la fine.

Uno zero a zero senza né arte né parte. Annunciato. Neanche male. Muovere la classifica in B è fondamentale.

Esco dal Braglia di gran carriera, forse mosso da freddo.

Chiamo mio nonno.

“Lambrusco e tortellini?”.

“A me è sembrato più che altro tarallucci e vino, nonno!”.

“Beh, fra cugini, anche se ci si odia, a volte si può raggiungere un accordo!”.

“Sarebbe stato bello però vincere!”.

“Beh, figliolo, non potevamo di certo vincere7 a 1, come nel campionato 62/63. Così si giocava solo in paradiso, lo sai!”.

“Lambrusco e tortellini allora. E sia.”.

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