Bologna FC
Nel dubbio, gioca Ciro?
Doppietta alla prima per Ciro Immobile, ma è solo un test. L’attacco del Bologna resta un territorio ancora da esplorare per Italiano.
Due settimane fa ci chiedevamo: come cambierà l’attacco del Bologna con l’arrivo di Ciro Immobile? Oggi, dopo la prima amichevole estiva a Valles, la domanda ha trovato una prima risposta. Non definitiva, certo. Ma abbastanza nitida da ridisegnare gli equilibri. Perché Immobile, nel giro di 45 minuti, ha fatto esattamente ciò che il suo cognome sembra negargli: ha mosso tutto.
Una doppietta al debutto in maglia rossoblù che non è solo un dato statistico. È un messaggio.
Dal campo alle scelte: cosa può succedere davanti?
Qui parlavamo di gerarchie mobili, di una prima linea dove Castro sembrava avere un vantaggio iniziale, Dallinga un ruolo più ritagliato e Immobile un’incognita affascinante. Ma il campo, come spesso accade, ha accelerato i tempi della realtà.
Il Ciro visto contro il Gitschberg Jochtal sembra già in condizione, ma soprattutto sembra già dentro il sistema di Italiano. Ha legato il gioco con gli esterni (entrambi in gol), attaccato lo spazio, capitalizzato due mezze occasioni. Tutto senza dare l’impressione di forzare. Un leader tecnico e mentale? Di sicuro non quello che si adatta al contesto, ma quello che diventa il contesto.
Bologna e le sue punte: Castro, Dallinga e Immobile
Santiago Castro dopo Bologna-Lazio (©Damiano Fiorentini)
Santiago Castro, dopo un finale di stagione segnato da problemi fisici, è apparso brillante solo a sprazzi e, al netto dell’8-0 finale, non ha inciso molto. I mezzi tecnici restano intatti, ma dovrà alzare il livello e soprattutto la continuità, se vorrà convincere Italiano a rinunciare – anche solo parzialmente – a Re Ciro.
Dallinga, invece, ha caratteristiche che restano utili, ma la sua staticità – rispetto alla mobilità di Immobile e Castro – può rallentare la sua ascesa. Nel gioco fluido e reattivo che il mister sta modellando, i centimetri contano meno dei tempi di gioco.
Bologna, un tridente variabile e la sfida della coesistenza
Ma non tutto ruota solo attorno alla prima punta, soprattutto nel caso di Vincenzo Italiano. Perché se il centravanti è il perno, il contorno è altrettanto decisivo. Ndoye e Orsolini hanno confermato di poter convivere, soprattutto se alle loro spalle c’è un centravanti che sa come accogliere alla perfezione le loro giocate. Il tridente visto nella prima frazione è sembrato già rodato, con i due esterni che si sono alternati nei tagli verso l’area sfruttando gli spazi aperti da Ciro.
E allora si apre un nuovo fronte: si può rinunciare a una punta non per scelta tecnica, ma perché il sistema gira meglio?
Le conclusioni che non si possono trarre
Le amichevoli estive vanno prese per quello che sono. Ma certe cose si vedono subito. L’impatto di Immobile è stato chiaro, solido, forse persino sorprendente. Il tempo per le valutazioni più profonde arriverà. Ma le prime risposte sono sotto gli occhi di tutti.
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