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Bologna

Venerdì 12 e il Compleanno della Regia

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Quale evento malaugurato avrebbe mai potuto segnare un giorno come Venerdì 12?  

Certo ci si tocca quando si dice  Venerdí  13 perchè è il giorno preferito degli “antimaghi” che vanno a portare sfortuna alla gente, o Venerdì 17 perchè si uniscono  il giorno della morte di Cristo e il numero 17 che nella smorfia vuole dire “disgrazia”.

 Ma il12 avrebbe mai potuto  essere un giorno sfortunato? E per giunta il giorno prima di una grande festa, quella del 93simo compleanno della Regia, la squadra di Reggio Emilia che in passato ha avuto diversi trascorsi in serie A, ai tempi del mitico Penna Bianca Ravanelli, e che per l’occasione aveva deciso di rispolverare un derby dal sapore antico, quello col Bologna che ben volentieri si prestava al ruolo di sparring partner d’eccezione?

Mi ricordo che l’ultima volta che ero stato invitato ad una festa ero alle elementari e il mio sogno, neanche poi tanto segreto, era quello di ballare un lento con Alessandra, bellissima e inarrivabile.  Quel giorno arrivai tardi, fui lasciato fuori dalla porta per mezz’ora e di Alessandra nemmeno l’ombra. Ma alla festa della Regia sapevo sarebbe stato differente o almeno cosí mi aspettavo: ma ancora non sapevo che la maledizione di Venerdì 12 si stava per abbattere sul sottoscritto….Regola basilare per partecipare ad una festa é avere l’invito, che nel mio caso era rappresentato dal biglietto d’ingresso allo stadio Giglio, teatro della singolar tenzone. Facile no? Si va in biglietteria, si sgancia un ventello e,con un sorriso alla cassiera, si raccoglie il prezioso pezzo di carta e via. 

Ma la domanda era dove fosse la biglietteria, in quale sperduto angolo del pianeta avrei dovuto recarmi per comprare il prezioso viatico? La locandina dell’evento, di non facile decifrazione se non si era uscito da un corso per agenti del Mossad, portava poche e semplici regole per chi era residente a Bologna e provincia: occorreva comprare il ticket presso una rivendita di un noto circuito nazionale, entrò le 19 di Venerdí 12, ma non un minuto in piú, senza il quale l’ONU, la Protezione Civile e il Circo Orfei sconsigliavano vivamente di mettersi in viaggio per la città, patria del tricolore nazionale. Non solo: a tutto il popolo felsineo, e alla loro discendenza, era RIGOROSAMENTE vietata la vendita del biglietto il giorno della partita in zona stadio, presidiata per l’occasione da due battaglioni di tiratori scelti, proveniente dall’Iraq , utilizzati in operazioni di guerriglia nell’operazione “Antica Babillonia”. Alla faccia della celebrazione di un anniversario: facevano prima a dire “festa privata”e chiuderla lì. 

Poi non ci lamentiamo se le persone preferiscono Sky alle emozioni dal vivo di uno Stadio. La lista delle rivendite del circuito partiva con alcune location nel cuore di Bologna che rallegravano gli animi e tranquillizzavano i campesinos del tifo rossoblu: Poste Italiane, una nota catena italiana di elettronica e elettrodomestici, una banca del Nord, di oltre mille sportelli, un piccolo negozio dietro la Stazione. 

Decisi di partire da Poste Italiane. Un colpo un morto. Ore 13.35, orario tattico, poca fila, entrata e uscita in 2 minuti e45 secondi, quelli del pit stop della Ferrari mi potevano fare una pippa a 7 mani. Entrai e mi fermai davanti allo sportello dedicato: una signora, appena uscito da Jurassic Park, con i capelli raccolti dietro alla Mocho Vileda, mi blocca prima che io proferisca  la fatidica parola:” Qui vendiamo solo concerti, gli eventi sportivi non li teniamo più da tempo ma forse li può trovare…..”. Volatilizzato!! 

Ad ampie falcate risalgo la via, record dei 200, 400, 800 e 3000 siepi,con omologazione all’arrivo del tempo finale a causa di un leggerissimo vento a favore, e arrivo davanti al più vicino sportello della banca del Nord. Crediamoci, mi dico, e mi faccio inghiottire dalla bussola ll’ingresso. Fila giusta, attesa giusta, operatrice di sportello….sbagliata: ” Ma Lei è cliente?”.  Spiegai allora all’ allarmata signorina che venivo in pace, che dopo 7 anni di servizio associativo nei Boy Scout, avevo scelto il Servizio Civile e che quindi non potevo rappresentare per Lei e quello sportello alcuna minaccia, essendo un pacifista non violento ante litteram. Apparecchiai il bancone con le fotocopie dei miei compari (nella scalata all’Everest /Stadio Giglio mi avrebbero accompagnati i due sherpa BeppeSavo e Mattia) e tirai fuori il contante. La mia interlocutrice mi fermò subito, con un’accento veneto di Conegliano, zona Prosecco:” Ghe s’è un erore, me servono le copie autentiche non le fotocopie”. I devoti alla BeataImelda Lambertini, particolarmente numerosi sul territorio petroniano, iniziarono subito raduni di preghiera spontanei, modello flash mob, per contrastare le mie invereconde invettive che la mia bocca lasciava uscire a intervalli regolari ogni 15 secondi. Fui pregato di lasciare l’edificio sotto le mani tese di un anziano cassiere-esorcista, che invocava la mia redenzione invocando l’Altissimo. Schiumavo rabbia ma non mi sarei mai arreso. Ore 18, un’ora alla dead line. La catena a livello nazionale di elettronica ed elettrodomestici era a pochi km dal mio posto dilavoro. Provare non costava nulla, provare non costava nulla, provare non costava nulla. Entrai nel mega store, cercai immediatamente il bancone e mi sedetti. Una pettoruta post adolescente mi sorrise continuando a battere le sue leggiadre dita sulla tastiera e mi disse:”Arrivo subito!”. Ore 18.24, c’è tempo, pensai fra me e me. Poi il dramma si scatenò nell’arco di pochi secondi: mentre la bombastica si alzava e fuggiva via, arrivò una sosia di Mariangela Fantozzi che vedendole mie fotocopie sul bancone mi stampò in pieno viso un :  ” Qui vendiamo solo concerti, gli eventi sportivi non li teniamo più da tempo ma forse li può trovare…”. “E Tu salutami Tua sorella alle Poste”. Il vaffan…lo le rimbalzò alle orecchie, mentre la Security mi trascinava fuori in preda a vivaci escandescenze. 

Congiura,maledetta congiura. 18.33 pochi minuti e fine dei giochi. 

Avevo un’ultima chanche:  quel negozietto dietro alla stazione che non sapevo neanche dove fosse!!! Neanche se avessi avuto  il teletrasporto di Star Trek sarei arrivato così in fretta e alle 18.52 entrai in questa sorta di bazar del tifo e mi piazzai davanti al computer dove dietro si trovava il fratello sorridente di Mr Bean. Faccio il mio biglietto, Tutto bene. 18,54. Faccio il biglietto diMattia. Tutto bene.18.56  Faccio il biglietto di Beppe, un numero è sbagliato. Il telefono la Tua voce, raggiungo Beppe, 18.58, chiedo a lui il numero della tessera, ma lui è dal barbiere e la tessera è a casa. Tic toc, tic toc scorre il tempo. Ore 19.01. Il numero arriva quando la linea è stata tolta da 45 secondi. Saltato il collegamento, saltati tutti e tre biglietti. Buio pesto.  Arrivederci e Grazie.

Sabato 13.ore 14.30, Stadio del Giglio, Reggio Emilia. Due personaggi, uno con l’accento modenese, l’altro con la s vagamente bolognese si avvicinano alla biglietteria, titubanti e fiduciosi allo stesso tempo. Il primo incolla il viso al vetro e inizia a parlare: “Un biglietto per la Tribuna,vengo da Modena”. La signorina dietro al vetro sorride, chiede il documento  e inizia a digitare le generalità. “Poi ci sarebbe il mio amico, lui viene da Bologna”. In quel momento ero sicuro sarebbero saltati fuori i fucilieri dell’Antica Babilonia, ma niente. Cercai con lo sguardo i caschi blu dell’Onu e/o i mezzi cingolati della Protezione, ma tutto quello che riuscii a vedere in quel piazzale erano due carabinieri che, distratti, si raccontavano ad alta voce i fatti loro e sinceramente di quello che potevo rappresentare io in termini di pericolo, se ne sbattevano altamente. Dopo pochi secondi entravo allo Stadio e salendo i gradoni mi accorsi in lontananza di un grande tendone da circo: vuoi vedere che la Famiglia Orfei mi aspetta dopo per farmi la festa?

Scritto sulle note di Corazon Espinado scritto dai Manà e dalla struggente chitarra di Carlos Santana.

Dedicato al Grande Nilo, Nostro Web master e maestro di saggezza esistenziale

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