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Vincenzo Italiano, dalla gavetta alla Champions (Più Stadio)

La storia della carriera del nuovo allenatore rossoblù Vincenzo Italiano.

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Vincenzo Italiano, nuovo allenatore del Bologna
Vincenzo Italiano (© Bologna Fc 1909)

Vincenzo Italiano, nuovo allenatore del Bologna, oggi rilascerà le sue prime dichiarazioni da rossoblù. Prima però sarà necessario conoscere la sua vita e il suo percorso nel mondo del calcio, per comprendere al meglio Italiano come allenatore e anche un po’ come persona. Non stiamo parlando di un allenatore qualsiasi. E’ vero, Motta aveva già avuto esperienze di alto livello, non ultima l’Under 19 del PSG, ma Italiano ha avuto una storia diversa, tutta da raccontare.

La scalata da Ribera alla Serie A: la storia di Italiano

La sua carriera non è iniziata con un tappeto rosso pronto ad accoglierlo. La strada per lui è stata lunga e impegnativa e Italiano ne va fiero: «Vi garantisco che venire fuori dal paesino in Sicilia dove sono nato io è un qualcosa di straordinario … Io sono solo il terzo, di tutta la storia, a diventare un calciatore professionista».

La carriera ha infatti inizio a Ribera, il suo luogo d’origine, piccolo paese della Sicilia, fino poi ad arrivare in Serie A. L’esperienza come allenatore dello Spezia è stata fondamentale per la sua crescita. Infatti, qui ha dimostrato di essere capace e di avere tutte le carte in regola per competere ad alti livelli. È riuscito a promuovere in Serie A la squadra e a salvarla: due traguardi notevoli.

Con il ruolo di allenatore della Fiorentina ha poi definitivamente consolidato la sua reputazione.

È chiaro, le aspettative verso il nuovo allenatore, subentrato a Motta, sono alte e tutti sperano possa mantenere e – perché no – migliorare le performance della squadra.

Parlare degli esordi di Italiano è fondamentale per conoscerlo bene oggi «L’unica mia aspirazione è sempre stata quella di fare il calciatore, fin da quando ero bambino”.

Al sud le opportunità sono poche, anche nel mondo del calcio e questo ha reso la sua ascesa ancora più combattuta. Ma l’amore per il calcio lo ha accompagnato per tutta la carriera, permettendogli di arrivare dov’è ora.

Quando torna in Sicilia per allenare il Trapani, trasmette subito il suo messaggio di determinazione e speranza. Quattro parole che racchiudono tutto: “Nessun limite, solo orizzonti”.  Un piccolo slogan che racchiude la filosofia di Italiano, allenatore e uomo.

La passione è il motore pulsante che è sempre stato alla base della sua carriera «La passione ti spinge a fare sacrifici. A 15 anni sono andato via di casa, lasciando tutto quello che a quell’età pensi di non poter mai abbandonare».

Anche il talento naturale è indispensabile «Devi essere veramente ‘malato’, avere grande amore per questo sport. E chiaramente le qualità le devi avere, quelle te le dà il Padre eterno» afferma Italiano.

La sua storia non è stata priva di sacrifici e momenti difficili, tuttavia, la sua determinazione e la sua visione lo hanno sempre spinto avanti. Ogni esperienza, ogni passo, ha contribuito a formare l’allenatore che è oggi.

La vocazione di un allenatore H24

Vincenzo Italiano spiega chiaramente perché la sua strada è diventata quella dell’allenatore: «Il destino ha voluto che in alcune stagioni, la squadra in cui mi trovavo fosse costruita per una salvezza tranquilla» parlando del Trapani «per poi invece ottenere risultati che andavano oltre le aspettative». Così come i giocatori, che potevano passare dall’anonimato a diventare elementi di spicco, pronti a proseguire le loro carriere a livelli alti. Quello che poteva fare la differenza erano proprio gli allenatori. Italiano si convince che la chiave del successo, il punto di svolta sia nelle mani del mister “in grado di dare una precisa organizzazione di gioco, un’identità chiara alla propria squadra”.

«È così che mi piacerebbe fare, un giorno, da allenatore» pensa Italiano.

Essere un allenatore però non è soltanto una professione, è uno stile di vita, una vocazione. Vincenzo sottolinea come «l’allenatore pensa “h24”, dalla squadra alle esigenze del proprio club, con i loro dirigenti, presidenti e perché no… i tifosi». La vita dell’allenatore è per la squadra, è un impegno totale ed è ciò che distingue un allenatore di successo da uno mediocre.

Fare l’allenatore è un impegno che non conosce orari e Vincenzo Italiano lo sa bene: «Fare l’allenatore è un qualcosa che spesso è h24».

È diverso dall’essere un calciatore, al termine degli allenamenti non può semplicemente tornare alla sua vita privata. Ora ogni momento è dedicato a preparare gli allenamenti e a sistemare ogni dettaglio che non va. L’impegno è totale. I momenti di svago, ci sono anche se rari, ma Italiano ci tiene a sottolineare «L’allenatore deve capire che è “Il papà” di tutti i propri giocatori».

La sua abitudine di «stressare e abituare il cervello dei calciatori» sul campo è una parte fondamentale del suo metodo. Italiano lavora anche sulla mentalità dei giocatori, li spinge a dare sempre il meglio, a non accontentarsi mai.

La vita di un allenatore è fatta di sacrifici, di ore passate a studiare e a preparare ogni dettaglio, ma per Italiano, tutto questo è naturale. Ogni sacrificio diventa un’opportunità per migliorare e per raggiungere nuovi obiettivi.

Vincenzo Italiano lo dice chiaramente, la parte più difficile dell’essere un allenatore sta proprio nell’adattare la mentalità dei singoli giocatori alla propria idea di calcio. Dopo aver raggiunto questo obiettivo, la strada è tutta in discesa. È fondamentale porre delle basi solide fin dal principio, è la chiave del successo.

Il nuovo mister rossoblù lo ammette, cambiare categoria ogni anno non è semplice, anzi, è un continuo ripartire da zero. Si tratta di un processo che richiede estrema pazienza e dedizione.

È vero, la categoria da Fiorentina al Bologna non è cambiata, ma si è aggiunta la sfida della Champions, una competizione mai affrontata prima dall’allenatore.

Italiano ne approfitta per sottolineare come una squadra ben amalgamata sia alla base del successo «I giocatori di qualità ti portano a modellare, ad aggiustare anche alcune idee che tu pensi siano inamovibili. Tanti giocatori ti permettono di diversificare, di essere innovativo su tanti punti di vista. Più qualità hai in una squadra, più si riesce ad esprimersi anche in maniera bella».

I calciatori talentuosi permettono di diversificare le strategie e di essere innovativi, più la squadra è qualitativamente buona, più ci si riesce ad esprimere in campo in maniera efficace.

La Champions League sarà un banco di prova importante. Affrontare le migliori squadre d’Europa richiederà un ulteriore livello di preparazione e strategia. Ma Italiano è pronto.

La forza del tifo e la sfida al Bologna

Ieri è iniziata la campagna abbonamenti e Italiano ne ha approfittato per sottolineare l’importanza dei tifosi. È proprio lo stadio pieno che aiuta la squadra a dare il massimo. Ma guardando l’altra parte della medaglia, la stessa tifoseria può gravare sulle performance dei singoli giocatori «Possiamo dire tutto quello che vogliamo, ma i fischi i calciatori li sentono, così come gli applausi» aggiungendo però anche «personalmente non mi sono mai fatto condizionare, soprattutto nel momento della partita».

La sua esperienza al Trapani gli ha fornito qualche lezione di vita. L’aneddoto risale a quando la squadra si trovò a giocare con 23mila spettatori e per tranquillizzare i suoi giocatori disse: «Quei 23 mila spettatori stanno attorno al rettangolo di gioco, non vanno in campo». Questa mentalità, che separa il rumore degli spalti dalla realtà del gioco, è stata importante nel suo percorso da allenatore.

Filosofia semplice, ma vincente: il tifo è vitale, ma la partita alla fine si gioca in campo, non sugli spalti.

L’arrivo al Bologna di Italiano è un nuovo inizio per l’allenatore e per il club. Subentrare a Thiago Motta di certo non è facile. Alla sfida della Serie A si aggiunge quella della Champions League e riuscire a lavorare bene sotto stress sarà fondamentale. Ma Vincenzo Italiano, partito dal piccolo paese del Sud, ha le spalle larghe e tutto il carattere per fare bene.

Fonte: Più Stadio, Sebastiano Moretto

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