Calcio
Calciomercato Serie A, le considerazioni dopo il termine della finestra estiva
La serie A spende tanto ma investe poco sui calciatori italiani, preferendo giovani stranieri già pronti. Tra sostenibilità economica e divario con la Premier, i talenti azzurri faticano a emergere
Tendiamo a sottovalutare il valore dei calciatori italiani sul calciomercato o esiste una penuria di talento? Se guardassimo i risultati della nostra nazionale la risposta sarebbe affermativa in senso negativo. Ma così sarebbe calderone troppo semplicistico su cui soffermarci e non basterebbe a spiegare gli ultimi fallimenti.
Riversando le spasmodiche aspettative, le paure, sui giovani che dovranno costituire l’ossatura del calcio italiano e, verosimilmente, della nazionale, non si fa loro un favore. I pochi investimenti del calciomercato estivo sui futuri azzurri non rispecchiano le spese effettuate per i calciatori di altri campionati. Questi ultimi giocatori sì giovani, ma già pronti. Pochi investimenti in Italia tra i club e ancor meno sui giocatori. Il dato clamoroso lo fanno registrare Inter ed Hellas Verona con zero calciatori italiani acquistati in questa sessione.
Confronto ad armi (im)pari
In numeri, la serie A è il secondo campionato che ha speso di più, dietro solamente all’inarrivabile Premier League. Mentre gli inglesi palleggiano sulla Luna, gli altri quattro maggiori campionati europei si sfidano sui campi terrestri. Un divario che, mai come quest’anno, è apparso incolmabile. Il disavanzo tra acquisti e cessioni del nostro campionato si è affievolito: si spende cercando di rientrare attraverso le cessioni dei giocatori in rosa, senza immissione di capitale esterno. Una strategia di sostenibilità economica che permette investimenti mirati. È pur vero che in questa sessione, la Serie A ha speso quasi il doppio rispetto a Liga e Ligue1. Tanto che lega francese e la Bundesliga tedesca hanno chiuso in attivo i rispettivi mercati.
Tra lo strapotere economico e la sopravvalutazione del costo di determinati calciatori, c’è il bisogno, sia per necessità che per competenze, di scegliere una strada diversa. In questo scenario, chi ne paga maggiormente le conseguenze sono i giovani: delle squadre classificate alle coppe europee di questa stagione, solamente la Fiorentina ha speso metà dei suoi investimenti (54,5%) su calciatori italiani. Le altre due squadre che hanno superato la soglia del 50% di acquisti su profili azzurri sono: il Cagliari, con un calciomercato vivace e intrigante, e la Lazio, con il mercato bloccato e che riguarda esclusivamente i riscatti già accordati per questa sessione di mercato.
Il resoconto non è positivo ma neppure deprimente perché i dati vanno contestualizzati. Il livello si alza competendo, non osservando. Non è fuori moda il celebre “rubare con gli occhi”, ma è solo in campo, nelle partite ufficiali, che si costruisce la storia del club di appartenenza e la carriera sportiva personale. L’opportunità va certamente guadagnata e onorata, ma dall’altro lato va concessa.
Fonte: Ettore Intorcia, Stadio
di Matteo Cordari
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