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Calcio

Colta la prima mela, Mancio!

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Il rapporto che mi lega a Roberto Mancini esula dall’ambito professionale. Certo, in passato ho ammirato le sue giocate geniali, quel suo essere fuoriclasse rimanendo al servizio della squadra, la sua capacità di risolvere le situazioni più intricate con un lampo di genio, magari con un colpo di tacco. Ma oltre a questo c’è di più, molto di più. C’è l’ammirazione nei confronti di un uomo che, pur essendo stato baciato dalla fortuna e dalla notorietà, non ha mai rinunciato a essere se stesso, in campo e fuori. Ha guadagnato miliardi (ragionando in lire), è stato idolatrato da milioni di persone, insomma è stato (ed è) un grande protagonista del jet set sportivo, eppure è sempre lui: genuino, amichevole, leale, legato a quel mondo che gli hanno presentato tanti anni fa i suoi genitori, dove i sentimenti vengono prima dei soldi, dove è l’amicizia la moneta corrente.

L’Italia, la “sua” Italia, ha conquistato l’accesso ai prossimi Europei, ma non è stata (solo) questa la sua impresa. Quella vera è stata trasformare in un annetto la Terra dei Cachi (e delle Cacate, lasciatemelo aggiungere) nella Terra dei Calci, dove è piacevole tifare per la propria Nazionale. Là dove c’erano macerie calcistiche, lui ha scovato i mattoni per riedificare tutto; là dove c’erano sconforto e scetticismo ha trapiantato entusiasmo e voglia di vincere. Me l’aspettavo, dal Mancio, perché lo conosco da quando era ragazzino e so di che pasta è fatto. Sapevo che aveva accettato l’ingaggio perché mentre tutti si piangevano addosso lui aveva già visto la via d’uscita. Insomma, mi fidavo del Mancio e non sbagliavo. Adesso tutti si fidano di lui, ma lui stesso sa che basterà qualche risultato negativo per incrinare questa fiducia e far terminare la luna di miele pallonara. Io no, io continuerò a fidarmi di lui, e quando i risultati saranno negativi sono sicuro che la causa sarà da cercare altrove. Mi fido di Mancio: io da lui la comprerei, un’auto usata. Anzi, sapete che vi dico: adesso vado alla Lidl e mi compro un chilo di mele, di quelle che lui sgranocchia nello spot televisivo. Colgo la prima mela, Mancio: ci vediamo all’Olimpico fra qualche mese, là dove vivesti una delle tue peggiori delusioni da calciatore. Italia 90 doveva essere il tuo Mondiale e Azeglio te lo negò. Italia 20 sarà il tuo Europeo: ci scommetto una mela…

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