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Calcio

EURO 2020 – Le dodici sedi dell’Europeo: Siviglia

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Famiglia on The Road

Non so se avete notato, ma per scrivere questi articoli viene seguito uno schema molto rigido. Si inizia con una breve introduzione, poi parte la descrizione della città in questione. 

Punto a capo, ecco sviscerato il lato calcistico, a partire dalle squadre per arrivare alla nazionale.

Ebbene, Siviglia in origine non sarebbe neanche dovuta comparire fra le città ospitanti dell’Europeo: c’era Bilbao, che purtroppo è stato estromesso a causa di un misunderstanding tra le autorità basche e la federcalcio spagnola. Insomma, a quest’ora si sarebbe dovuto parlare di un’altra città iberica, e invece il nostro racconto invece che per i Pirenei passerà per la Spagna centro meridionale. Dunque, per ricordare questo inaspettato cambio di programma, tradiremo il solito schema per abbandonarci alla fantasia, seguendo gli arazzi del Real Alcazar de Sevilla, circondati da aranci in fiore.

Il Sevilla Futbol Club mantiene da anni il dominio assoluto, in Europa,  del torneo minore di club, meglio noto come Europa League. Dal 2014 al 2020 ha vinto ben 4 trofei di questa competizione (tre consecutivamente, dal 2014 al 2016). Nel 2020 gli spagnoli hanno battuto l’Inter di Antonio Conte in una finale drammatica che ha gettato in lacrime  piazza Duomo a Milano. Il Siviglia è una macchina da guerra che, tutt’ora col suo completo biancorosso, non smette di regalare emozioni: in questa Liga ha giocato il ruolo di protagonista inaspettata, raggiungendo un insperato quarto posto dopo essere stata per settimane una delle favorite per la vittoria del titolo. Titolo che manca dal 1946, troppo tempo per un club così in forma, che in città sta facendo ombra ai cugini biancoverdi del Betis. Un’altra squadra ostica e rognosa, sempre pronta a dare fastidio alle “big” spagnole (una sorta di “Hellas Verona iberica”). A Siviglia la rivalità è molto sentita, tanto che il Betis si è rifiutato di giocare le partite di casa nello stesso stadio degli storici rivali, lo storico Ramon Pizjuan, preferendo giocare nel loro Stadio, il Benito Villamarin, più capiente ma meno fascinoso dell’altro impianto. Un impianto da 43000 posti, costruito nel distretto Nervion (il quartiere più chic della città) e poco lontano dal più famoso ospedale del centro: la clinica santa Isabel. Non ce ne vogliano gli abitanti di Bilbao, ma possiamo dire che l’Europeo abbia acquisito più lustro con l’entrata in scena di questa “urbs”: spicca infatti luminosa fra le altre città spagnole come il suo Minareto, la celebre Giralda, costruito nel XII secolo dal Califfo Abu al Mansur. Siviglia ha accolto le squadre del Torneo col suo clima mite e temperato. Per ora la Spagna, giocando solo qui, ha raccolto i 5 punti che le hanno permesso di approdare agli ottavi di finale dove affronterà la Croazia di Modric, stavolta a Copenhagen. E la domanda è una sola: le Furie Rosse sentiranno nostalgia di casa?

 

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