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Sliding doors – Il più bel non gol di Baggio

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Vivo Azzurro

La stagione di Serie A 1997-1998 verrà ricordata alla storia come quella della rinascita di Roberto Baggio con la maglia del Bologna. Il Divin Codino, infatti, sotto le Due Torri ha riscoperto una seconda giovinezza che lo ha portato a realizzare ben 22 reti in campionato, meglio di lui hanno fatto solo il Fenomeno Ronaldo (25 gol) e il centravanti tedesco Bierhoff (27).

A 31 anni suonati, e con la Coppa del Mondo di Francia ’98 alle porte, Baggio dimostra di essere ancora una volta il miglio giocatore italiano. A suon di gol e giocate nel corso della stagione appena conclusa ha voluto lanciare un chiaro messaggio a Cesare Maldini, commissario tecnico della Nazionale: «Al Mondiale voglio esserci». L’insopportabile delusione del rigore sbagliato a USA ’94, l’esclusione mal digerita dai convocati per l’Europeo del ’96 e i tanti detrattori che lo davano per finito hanno risvegliato il fuoriclasse che c’è il lui.

Il ct Maldini, il 2 giugno del 1998, decide di scommettere su Baggio e lo include nella lista dei 22 convocati per la competizione, battendo la concorrenza dei più quotati alla vigilia Pierluigi Casiraghi, Gianfranco Zola e un giovane Francesco Totti, tutti in lizza per l’ultimo posto disponibile nel reparto offensivo.

Cesare Maldini è subito chiaro con il giocatore rossoblù: «Tu e Del Piero vi alternerete» ma tutti sono convinti che il numero dieci della Juventus, nonostante l’infortunio rimediato durante la finale di Champions League, sarà il prescelto perché più adatto agli schemi del ct.

A Bordeaux contro il Cile, l’11 giugno 1998 alle 17:30, comincia l’avventura azzurra in Coppa del Mondo. All’esordio, ecco la sorpresa: Baggio titolare, per Del Piero, non ancora in forma, 90’ in panchina. Il Divin Codino apprezza le scelte del ct e lo ringrazia con un gol (diventando l’unico giocatore italiano ad avere segnato in tre Mondiali diversi) e un assist. Al termine della fase a gironi l’Italia si qualifica al primo posto con sette punti. Nelle prime tre gare della manifestazione Baggio segna due gol e più volte va in scena la staffetta con Del Piero.

Non impiegato nella partita degli ottavi contro la Norvegia, il numero diciotto azzurro entra nel corso della gara con la Francia, valida per i quarti di finale, al posto di Del Piero. Cesare Maldini spera in una giocata illuminante da parte del fuoriclasse e così sarà. I novanta minuti terminano in parità, 0-0. Si va ai supplementari dove vige la regola del golden goal, chi segna per primo si qualifica in semifinale. Al 12’ dei supplementari ecco l’azione che può decidere il match: Baggio scarica palla sulla destra per Albertini e poi scatta subito in area, il centrocampista del Milan vede il movimento di Baggio e senza pensarci su scodella un pallone di ritorno per il Divin Codino, quest’ultimo segue con gli occhi la traiettoria della palla e con una coordinazione perfetta impatta magnificamente il pallone incrociando il tiro alla destra di Barthez. Il gesto atletico è bellissimo. Per un attimo il tempo si ferma. La palla sospesa in area sta per accarezzare la linea di porta ma non entra. Per pochi centimetri la palla esce. Baggio si dispera alza lo sguardo al cielo e si copre il volto con le mani. Ancora una volta il Dio del calcio si è preso beffa del calciatore italiano più forte di tutti i tempi. La partita proseguirà ai rigori e l’Italia verrà sconfitta.

Qualche anno dopo Baggio nel ricordare questo episodio affermerà: «Se mi fossi accorto in quel decimo di secondo che il portiere francese fosse rimasto a metà strada avrei potuto far rimbalzare la palla e calciare decisamente meglio. Sono attimi, si decide tutto in così poco tempo».

Ma cosa sarebbe accaduto se il Divin Codino avesse segnato?

Molto probabilmente l’Italia avrebbe vinto quel Mondiale. In semifinale avrebbe affrontato la Croazia, una squadra forte ma non imbattibile. In finale, poi, contro il Brasile di un Ronaldo versione fantasma sicuramente ce la saremmo giocata, come sempre accade nelle notti magiche italiane.

Avremmo, inoltre, interrotto la maledizione dei calci di rigore che da Italia ’90 ci accompagnerà fino alla vincente edizione del Mondiale 2006. Infine, un fuoriclasse come Roberto Baggio, protagonista indiscusso delle ultime tre competizioni Mondiali, avrebbe meritatamente alzato al cielo la Coppa del Mondo.

 

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