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The Road To Europe – Boxing Day

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Viste le innumerevoli richieste dei Nostri lettori per conoscere il vero significato di “Boxing Day” che ricorre il 26 dicembre, abbiamo girato la  domanda al Nostro esperto di calcio internazionale, Ale Barbacini, che così ci ha risposto. Buona lettura a Tutti e ancora Buon Anno.


BOXING DAY INGLESE – UNA VERA TRADIZIONE SPORTIVA

 

Mentre in Italia ci si “adagiava” sul divano con ancora il panettore sullo stomaco, in Inghilterra, patria del calcio e dei principali sport di squadra, il giorno di Santo Stefano è stato dedicato alla Premier League  e al massimo divertimento sportivo.

 

Quest’anno a dire il vero un’imitazione di “Boxing Day” è avvenuta anche in Italia. La serie B, infatti, ha giocato la sua 21esima giornata, con partite spettacolari e un buonissimo riscontro di pubblico e consensi. Merito del Presidente di Lega Bwin, Abodi che ha voluto fortemente inserire questa data nel calendario della serie cadetta.

 

Boxing Day, letteralmente “giorno della scatola”, è una ricorrenza che risale, almeno in Europa, al Medio Evo. Il significato  in realtà non è chiarissimo, ma l’idea di fondo della festività, è quella di donare qualcosa ai bisognosi o ai propri dipendenti. Tradizionalmente, le cassette dell’offertorio nelle chiese oltremanica venivano aperte il 26 dicembre, e nel Boxing Day i “padroni” donavano una scatola ai lavoratori per ringraziarli del proprio lavoro durante l’anno (anche se la ragione principale era probabilmente quella di tenerseli buoni). Nella scatola c’erano regali e avanzi di cibo e ai lavoratori veniva concesso anche il giorno libero per stare con la propria famiglia.

I lavoratori però, come fecero molti uomini dall’Ottocento in poi, dedicavano il Boxing Day anche al calcio. A livello amatoriale, prima che arrivasse la First Division (l’antenato della Premier League) nel 1888, si organizzavano il 26 dicembre (e a Natale) partite di ogni genere: scapoli contro ammogliati, lavoratori contro disoccupati, cognomi A-M contro N-Z. Tutte partite comunque a livello locale, perché il 26 dicembre era tradizione spostarsi poco. Tuttavia, la prima partita ufficiosa del Boxing Day risale al 1860 a Sheffield, quando si affrontarono le due squadre più antiche del mondo, lo Sheffield FC e l’Hallam FC. Lo Sheffield vinse 2-0.

Quando poi venne istituita la First Division, giocare il 26 dicembre divenne una tradizione ufficiale. Anzi, nei primi decenni di vita della massima serie di calcio inglese, si giocava sia a Natale che a Santo Stefano in modo che due squadre, il più delle volte della stessa città o comunque geograficamente vicine, potessero giocare sia l’andata che il ritorno, un giorno dopo l’altro. Questi “derby locali” natalizi attiravano spesso l’affluenza più alta di pubblico allo stadio. Anzi, molti spettatori erano occasionali e andavano a vedere una partita di calcio solo a Natale e nel Boxing Day, che ancora oggi rimane una data fissa per molti altri sport, come rugby e ippica.

Tuttavia, con gli anni, il calcio nel giorno di Natale ha perso molto appeal. Calciatori, arbitri, allenatori e dirigenti si sono opposti perché non volevano giocare due giorni consecutivi e almeno il 25 dicembre preferivano spenderlo in famiglia. C’erano anche problemi di ordine pubblico, soprattutto per quanto riguardava i trasporti. Del resto, anche oggi nessun calciatore o società accetterebbe di giocare due giorni consecutivi. Così nel 1958 si è deciso di abolire la giornata di campionato nel giorno di Natale, almeno nella massima serie, lasciando però invariata quella del Boxing Day.

Cosi anche il 26 dicembre 2012 nel “Boxing day” britannico si sono svolte partite d’altissimo tasso tecnico e molto divertenti.

 

I vice campioni in carica del Manchester UTD hanno allungato in classifica, complice la sconfitta del City a Sunderland, con un 4 a 3 casalingo, ai danni del Newcastle.il tutto condito da una straordinaria prestazione di Robin Van Persie, oramai in giocatore più decisivo in Premier League.

Da rimarcare la grandissima vittoria del Tottenham ai danni dell’Aston Villa sempre più in crisi di risultati e di uomini.

 

                                                               Alessandro Barbacini

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