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TRIPLICE FISCHIO – Genoa, 14 positivi: giocare o rinviare? Inter, attenzione all’ipotetica cessione di Škriniar; Juventus, a Pirlo serve tempo

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1000cuorirossoblu/Antonio Cetani

Riparte il campionato ma, allo stesso tempo, ripartono anche i contagi nelle società di Serie A. La notizia più eclatante, giunta nella tarda serata di ieri sera, riguarda il Genoa di Enrico Preziosi: ben 14 positivi riscontrati tra componenti team e staff. Un mini focolaio che, a stagione appena iniziata, rende ancora più complesse questioni che, già prima di ieri, erano abbastanza spinose. Tutto ciò accade a pochi giorni dalla sfida tra Genoa e Torino, in programma sabato alle 18. Il dilemma è: giocare o rinviare? La Serie A, a differenza dei campionati stranieri, non ha un vero e proprio regolamento riguardante questi aspetti. Una decisione ufficiale verrà presa dalla Lega nelle prossime ore. Il problema è però un altro: questo è calcio? Il senso comune dice di no, ma attenzione: senza un regolamento si dovrebbe giocare, in teoria. Ecco perché quasi sicuramente sarà il senso comune ad avere la meglio e la gara verrà posticipata. Questo episodio lascia però ulteriori punti interrogativi. Ad esempio, tutti i protocolli rilasciati dal comitato tecnico-scientifico sono davvero validi come quasi tutti speravano? Ora anche il Napoli ha paura, dato che domenica ha giocato proprio contro la società ligure. In giornata è previsto un primo giro collettivo di tamponi: la paura è che anche Juventus-Napoli, in programma domenica sera, possa saltare. Prima però c’è una partita più grande da giocare, ed è quella contro il Coronavirus. 

Parlando di calcio giocato torniamo leggermente indietro alla seconda giornata di campionato che, sabato sera, ha visto l’Inter prevalere in rimonta sulla Fiorentina. Un 4-3 che però non ha del tutto convinto Conte che, in alcuni sprazzi di gara, ha visto la sua squadra barcollare parecchio. Il primo tempo ha dimostrato alcune lacune difensive, soprattutto sul gol di Kouamé: siamo sicuri che all’Inter non serva un altro centrale di difesa? Contro la viola, la linea era composta da D’Ambrosio, Bastoni e Kolarov: Skriniar, invece, non è nemmeno sceso in campo. Il difensore slovacco resta in uscita dall’Inter ma molti non capiscono il perché: Conte continua a premere per un sostituto, ha sondato Milenkovic e, per ultimo, Izzo. Quest’ultima proposta non convince quasi nessuno, ecco dunque perchè la società continua a guardarsi intorno. Molti, però, non riescono a capire l’accanimento dell’allenatore salentino sulla cessione di Skriniar: è la scelta più giusta rinunciare a un difensore che già conosce schemi e movimenti della squadra? Forse no, la coperta in difesa resta corta e, per questo motivo, anche la cessione di Ranocchia al Genoa si è bloccata. Tornando alla partita, l’Inter ha avuto il merito e il coraggio di rischiare e l’ha ribaltata meritatamente: decisivo l’ingresso di Sanchez che ha dato qualità e quantità alle offensive nerazzurre. Una buona gara anche quella di Lukaku e Lautaro, apparso in ottima forma, mentre anche Hakimi si è presentato bene. Dal centrocampo in su l’Inter sta bene, ha tante opzioni e la cosiddetta panchina lunga ha premiato la squadra. Resta da decidere il futuro della difesa, le alternative sono poche ed ecco che ritorna la domanda su Skriniar: è giusto cederlo?

Il big match della seconda giornata si giocava però all’Olimpico, dove era in programma Roma-Juventus: per Fonseca la partita del riscatto, per Pirlo quella della “conferma”. Ne è uscita una via di mezzo, un 2-2 che si porta con sé diversi quesiti. I bianconeri hanno sicuramente fatto un passo indietro rispetto alla gara contro la Sampdoria. Certo, le due squadre erano diverse ed è inutile fare paragoni adesso, ma alcune scelte di Pirlo non sono state proprio felici: Kulusevski, ad esempio, è apparso sottotono da mezz’ala. Anche Rabiot ha fatto un evidente passo indietro rispetto al match contro i blucerchiati: tanta confusione, un rigore procurato e un’espulsione ingenua. Le note positive sono Ronaldo, sempre e comunque, e il nuovo acquisto Arthur che, in pochi minuti, ha dimostrato di poter essere fondamentale nel centrocampo juventino. Dall’altra parte la Roma cercava un riscatto per allontanare le critiche dell’ultimo periodo. Davanti alla nuova proprietà americana ne è uscita una prestazione dalle due facce: bene nel primo tempo, male nel secondo. Dopo l’espulsione di Rabiot, i giallorossi si sono quasi impauriti di fronte, forse, a grandi responsabilità: la partita era da mordere e vincere, ci ha provato Dzeko, ancora scosso per le vicende mercato, ma non è stato incisivo. Ha abbaiato, non ha morso. Da questa gara escono due verità di fatto: la Roma è unita, è con l’allenatore e in campo si vede. Alla Juventus di Pirlo, invece, serve tempo: non si può trovare la quadra giusta in due gare, le idee ci sono ma serve tempo per concretizzarle. Quanto tempo? Nessuno può saperlo.

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