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L’82° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
Il racconto di cosa sia Venezia e la Mostra Cinematografica, vista dal nostro amico e inviato Simone Caniati
L’82° Mostra internazionale d’Arte cinematografica di Venezia è ormai terminata, tra film, polemiche e manifestazioni, ed in laguna era presente un nostro amico, Simone Caniati, che ci racconta la sua esperienza. Ecco a voi Venezia!
La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
“La Mostra è uno sport estremo, qui si corre con i tacchi, si mangia poco e si bevono molti Spritz”
Questo è quello che ho risposto alle 18:32 di mercoledì 3 settembre al messaggio di Tania che mi chiedeva come era andata a Venezia, mentre aspettavo che il treno mi riportasse a Bologna dopo 9 film visti in quattro giorni, pizze mangiate in fretta, corse tra le sale, vaporetti presi al volo, uscite calcolate, file per il bagno e aperitivi scambiati per panini.
Si, perché la Mostra è tutto questo e tutto quello che non saprò raccontare; la Mostra è tutto quello che odi e non ammetterai mai di amare.
Il Lido è un luogo che non si racconta, il Lido si vive. Per dieci giorni quella lingua di terra e sabbia, fatta di palazzine Liberty e architetture Razionaliste fuse tra palazzine anni ‘60 e canali, che si affaccia tra Piazza San Marco e Riva Degli Schiavoni, si trasforma in una cittadella di esclusività, inclusività, convenzione, modernità, tradizione, arte, glamour, chic, kitsch, lavoro, passione, fatica, energia condivisa in quel rito collettivo che prende il nome di Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
10 giorni, 11 sale, 91 film di cui 21 in concorso, queste sono le regole del gioco che dovrai tenere presente per tutto il tempo, 4 semplici regole che dovrai sapere incastrare, ritagliare, adattare a orari, prezzi che variano tra sale e ore del giorno, trasferimenti, file, inizi in ritardo e finali che si allungano.
Si, perché Venezia è tutto questo, ed è Bellissimo!
Prevendite per l’82° Mostra di Venezia, e i troppi film scelti…
Giovedì 14 agosto, aprono le prevendite (si perché da qualche anno le prevendite si fanno solo on-line accidenti, nuova regola del gioco…). Ci sono gli accrediti più o meno Vip e poi ci sono i comuni mortali (come me).
I film hanno prezzi che variano in base a orario (più ci si avvicina alla sera più il prezzo sale) e sala in cui verranno proiettati; la Prima è sempre in Sala Grande alle 21:00 ed è per pochi: 45€, tutte le altre vanno da 10 a 20€ (tutto più accessibile) ed è qui che le pedine del Tetris cominciano a cadere sempre più veloci tra biglietti che si esauriscono, film studiati e persi, sinossi lette in fretta, registi conosciuti e nomi impronunciabili, titoli improbabili e attori sconosciuti: alla fine un po’ ci provi un po’ ti butti.
Fatto! L’”effetto concerto” fa deflagrare la mia ansia e per paura di rimanere fuori rimango incastrato dentro. La mia 82° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia vede 9 biglietti presi in tutto, 3 film i primi due giorni, 2 il secondo e 1 l’ultimo perché bisogna tenersi il tempo per tornare col Vaporetto, arrivare in stazione non perdere il treno. Forse sono un po’ troppi… Si! Un po’ troppi!
Domenica 31 agosto, primo giorno per me, quando arrivi in stazione Venezia ti esplode in faccia, il Sole qui è ancora più bello, la luce è più calda, l’aria ti avvolge morbida e umida e ti senti subito dentro qualcosa che avrai voglia di raccontare.
Google Maps qui è la vita (almeno i primi giorni), grazie all’oracolo onnisciente trovo l’albergo, mi sistemo; quel veliero sul tavolo, lo spatolato azzurro alle pareti, il terrazzo che si affaccia su quell’interno veneziano e l’odore di chiuso mischiato alla poca luce nella stanza, mi fanno sentire subito a casa (si, perché a Venezia nulla è gratis).
Bene! Sono contento, la stanza mi piace, mi fa sentire dove vorrei essere, sono pronto, si parte.
Molo “F” San Zaccaria Linea 2. Dopo circa 20 minuti di navigazione sono al Lido; Si, perché il Lido non è Venezia, il Lido è un isola di Venezia. Dal molo Santa Maria Elisabetta la Mostra ancora non si rivela; eh si, alla Mostra nulla è gratis; le sale sono nella parte alta, guardando dalla laguna verso il mare, eh si, avete capito bene, in alto verso il mare, perché la laguna è un po’ più bassa del livello del mare, è per quello che la marea la inonda quando la Luna non dorme e il mare si dimena: e il Lido la protegge. Corsa, prima corsa verso la navetta che ci porterà tutti insieme come sarde in saor verso quel valzer ubriaco ballato tra cerotti per scarpe strette e paillettes.
Comincio a camminare, i casotti dividono il lungomare dal mare a sinistra e le sale a destra iniziano a sbucare dietro ai pini marittimi. La fontanella salva sete mi saluta Santa e fedele e io sono più tranquillo.
Si, perché la Mostra è fatta di trucchi, cose nascoste che devi sapere, imparare, e ricordare, tutto è fila e corsa e se hai poco tempo, il Quattro Fontane Beach al numero15, proprio di fronte alla Sala Grande, ti salva per i bagni puliti e gli Spritz a 5 Euro; poco dietro la fermata della Circolare Linea “V” il Forno da Bepi ti fa mangiare una una pizza ad un prezzo decente e il secondo chiosco sul lungomare ti permette di fermarti un po e bere una birra tra passanti, attori, tecnici e giornalisti.
Si, perché a Venezia non ci sono ruoli, a Venezia si è tutti insieme, nessuno invade e nessuno si sente invaso, e se per caso scambi due parole con qualcuno che la sera prima hai applaudito, lui o lei ti risponde sempre e ti offre una sigaretta.
Un ritorno che vale sempre la pena di fare…
Sono quattro anni che non torno alla Mostra e ci metto un po’. Comincio a camminare, la gente ha un flusso costante di marea e risacca, passo la Sala Giardino (rossa e bellissima), Palazzo del Casinò imponente e Razionalista, e poi finalmente… Red Carpet? No, o meglio, anche: finalmente loro: “Le Ombrelline” (io almeno le chiamo così), orde di quindicenni irriducibili che sotto il Sole a 30 gradi, si appostano felici e irreprensibili dalle dieci del mattino, sotto i loro ombrellini, capanne indiane rifugio, ad attendere il Red Carpet delle 20:00… Incredibili, dieci ore sotto il Sole a ridere e cantare, per 5 minuti di sfilata e forse qualche foto: sono le vere eroine della Mostra.
“Un Cerotto, vi prego un cerotto!” una ragazza vestita da sera alle due del pomeriggio che cerca disparata un cerotto ha evidentemente sbagliato clamorosamente le scarpe per il Galà della sera, ma a Venezia è così: nulla è gratis.
Esco dalla prima proiezione, lo Spirito di Venezia mi ha già preso, comincio a sentirmi più a mio agio: osservo, respiro, ascolto, mi giro e due “operaie” in cappello da sfilata, lustrini a paillettes si cambiano velocemente le scarpe in un angolo tra l’Excelsior e il Palabiennale; si, perché qui è tutto così: persone comuni si trasformano in Wonder Woman e Capitan America per poi tornare un attimo dopo Bridget Jones e Clark Kent ( mi viene da ridere, ma è il vero spirito di Venezia).
Il tramonto sul Lido rende tutto più rosso e il cielo diventa scenografia.
Qui tutto va veloce, ti travolge, si corre, si beve e si mangia in fretta, ma quando si entra in sala, la luce si abbassa e…: “Ladies and gentlemen, take your seat, the screen it’s about to begin”.
Beh, allora ti ricordi davvero perché sei li, e non vuoi che finisca, e pensi quando tornare e ti viene voglia di rimanere e ti senti davvero nel posto in cui vorresti essere, nell’unico posto che non ammetterai mai di Amare: La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Simone Caniati
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