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DEMM, passione da record

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Una passione partita da lontano ma sbocciata nella Motor Valley: nel suo cuore la Demm troverà una nuova vita e arriverà a primeggiare, facendosi conoscere in tutto il mondo.

Ingranaggi e utensili

La storia della Demm comincia a Milano, e con un altro nome: infatti la prima officina aperta dal suo fondatore Giacomo Daldi si chiama OPRAM e ha sede nel capoluogo lombardo; Daldi avvia l’attività insieme al fratello Dino e all’amico Luigi Matteucci. Il trasferimento in Emilia Romagna avviene nel 1928: i fondatori si spostano a Porretta Terme, dove fondano la propria società, che chiamano Demm, per Daldi e Matteucci Milano; nella sede originaria di Milano rimangono gli uffici amministrativi e commerciali. 

Non solo: inizialmente, l’azienda non opera nel settore motoristico. Le prime linee produttive della OPRAM e della Demm riguardano infatti ingranaggi e macchine utensili; le innovazioni portate dall’azienda porrettana in questi ambiti le garantiscono un ottimo successo, ma la svolta decisiva e inaspettata che segna la parte più importante della sua storia arriva nel 1953.

La produzione motoristica

Gli anni del secondo conflitto mondiale sono disastrosi per l’azienda: la fabbrica viene prima razziata dai tedeschi, e poi rasa al suolo dai bombardamenti degli Alleati. Daldi e Matteucci però non si perdono d’animo, e a inizio anni Cinquanta la Demm avvia una nuova linea produttiva con la quale intende lanciarsi in uno dei più ambiti settori di mercato, quello motoristico. La prima motoleggera prodotta dall’azienda porrettana è il Demm 125 2T a quattro rapporti, che viene presentato in occasione della fiera del ciclo e motociclo di Milano del 1954; in seguito, per qualche anno, la Demm si limita a produrre esclusivamente un motore a cilindro verticale inclinato di 30° a tre marce 50cc 2T, che almeno nelle prime fasi viene solamente fornito ad altri assemblatori. Nel 1956 viene poi prodotto per intero il primo ciclomotore: si tratta del Dick-Dick, capostipite di tutti i successivi modelli della Demm. I semicarter dei motori 50 cc vengono assemblati in catena di montaggio con viti a brugola e con l’ausilio di ingranaggeria sbarbata di produzione dell’azienda stessa, prova della grande avanguardia tecnologica della Demm considerata l’epoca. Viene inoltre fatto uso di materiali innovativi e di difficile accesso, come l’elektron e il titanio; questo grazie alla figura di Giuliano Mazzini, ingegnere e in seguito proprietario della Demm, che lavorando anche per la Boeing aveva la possibilità di usufruire di questi ambitissimi materiali. 

La Dick-Dick della Demm del 1956, capostipite della produzione ciclomotoristica dell'azienda
La Dick-Dick della Demm del 1956, capostipite della produzione ciclomotoristica dell’azienda (source:asimusei.it)

Le moto della Demm riscuotono un ottimo successo, rendendola negli anni Sessanta il quarto produttore del nostro paese per vendite; trovano una discreta diffusione anche al di fuori dei confini italiani, e sbarcano in diversi paesi stranieri, tra cui India, Stati Uniti e Danimarca.

Moto da record

Nella seconda metà degli anni Cinquanta la produzione di serie viene affiancata da quella agonistica. Le moto sportive della Demm ottengono ottimi risultati nel Campionato Italiano in Circuito e nel Campionato Italiano Montagna; quest’ultima competizione regala grandi gioie alla Demm, che trionfa per sei volte in due categorie nella prima metà degli anni Sessanta, grazie a un motore 50 cc 4 tempi bialbero, e un 125 cc 4 tempi ad aste e bilancieri. 

La Demm 125 che per tre volte vinse il Campionato Italiano Montagna negli anni Sessanta
La Demm 125 che per tre volte vinse il Campionato Italiano Montagna negli anni Sessanta (source: amsbagnidellaporretta.com)

Forse però la moto più iconica prodotta dalla Demm è la “Siluro” del 1956. Spinta da un motore da 50 cc a due tempi, la sua ciclistica viene studiata appositamente per sfidare i record mondiali su pista; l’obiettivo viene splendidamente raggiunto: sul circuito di Monza la Siluro conquista ben 24 primati mondiali di velocità. La mente dietro a questo progetto di grande successo è quella del capotecnico Ermanno degli Esposti.

A inizio anni Ottanta però, l’azienda sceglie di tornare a orientare la produzione sulla costruzione di macchine utensili e ingranaggi, come in  principio. La produzione motoristica viene così messa da parte e definitivamente abbandonata nel 1982; nei successivi sei anni vengono venduti anche gli ultimi esemplari rimasti in magazzino. 

L’eredità della Demm

La memoria della passione per i motori che ha contraddistinto la storia dell’azienda porrettana è conservata e perpetuato grazie al museo fondato nel 2005 da Giuseppe Mazzini e dal figlio Mosè; lì sono conservate le moto Demm più iconiche, tra cui la Siluro e le sportive che trionfarono negli anni Sessanta.

Inoltre, nel 1995 viene fondato da un gruppo di appassionati il Registro Storico Demm, con la missione di riunire e fornire informazioni tecniche a proprietari e simpatizzanti.

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