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MotoGP | Ducati ufficiali contro private. La differenza di prestazioni è così elevata?

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Martin inseguito da Bagnaia al SachsenringNel mondiale MotoGP, Ducati sta indubbiamente dominando. Guardando la classifica, dopo il GP d’Austria sono ben sei, tra i primi dieci, i piloti equipaggiati con la moto della casa di Borgo Panigale. Osservando la graduatoria, può venire il dubbio che le Desmosedici dell’anno precedente abbiano prestazioni in linea con quelle della stagione corrente. È davvero così?

Ducati contro Ducati

Per fare quest’analisi non mi sono limitato al 2023. Per avere un quadro più ampio, mi sono basato sulle ultime due stagioni e mezzo, quindi 2021, 2022 e la prima parte di questa stagione. Ho preso in considerazione i punti totali ottenuti dai diversi modelli di Desmosedici in ogni campionato. Nel 2021 competevano però 4 Ducati in specifica 2021 (Bagnaia e Miller sulle Ducati rosse del team ufficiale e Martin e Zarco sulle Pramac), contro le 2 Ducati 2020 affidate ai debuttanti Bastianini e Marini del team Esponsorama Racing. L’anno scorso, le giornalisticamente dette GP22 erano 5 (Bagnaia, Miller, Martin, Zarco e Marini – VR46 Racing Team), mentre le GP21 erano solamente 3 (l’esordiente Bezzecchi sull’altra VR46 e le due del Gresini Racing affidate a Bastianini e al rookie Di Giannantonio). Quest’anno le due specifiche sono equamente divise: Bagnaia, Bastianini, Martin e Zarco corrono con la versione 2023, mentre Marini, Bezzecchi, Di Giannantonio e Alex Marquez hanno la GP22. C’è un’ulteriore variabile da prendere in considerazione: le assenze e gli infortuni. Per questo, è necessario prendere in considerazione anche il numero di partenze di ogni modello di moto che, dal 2023, raddoppiano a causa dell’avvento delle Sprint Race.

Tenendo a mente tutte queste variabili, ho stilato la tabella riportata sotto, dove “P.ti totali” è di chiaro significato, “P.ti pilota” è la somma dei punti divisa per il numero di piloti che utilizzavano quella moto, mentre “P.ti gara” è la somma dei punti divisa per il numero di partenze. Per tutti questi dati si sono presi in considerazione solo i piloti titolari: niente wild card, niente sostituti.

Anno 2021 2022 2023
Moto P.ti totali P.ti pilota P.ti gara P.ti totali P.ti pilota P.ti gara P.ti totali P.ti pilota P.ti gara
Desmosedici 2020 143 71,5 3,97
Desmosedici 2021 717 179,25 10,54 354 118,00 5,90
Desmosedici 2022 892 178,40 8,92 432 108,00 5,40
Desmosedici 2023 589 147,25 8,30
Differenza 574 107,75 6,57 538 60,40 3,02 157 39,25 2,90

 

Desmosedici a confronto

I numeri sopra riportati ci restituiscono una realtà, evidenziata dalla colonna “Differenza”: la distanza media dei punti tra i modelli si è andata assottigliandosi anno dopo anno, fino ad arrivare ai 2,90 punti a gara. La Desmosedici «nuova» è sempre in vantaggio rispetto alla «vecchia», per una serie di motivi facilmente intuibili: innanzitutto la più avanzata dotazione tecnologica, così come una maggior esperienza e competitività, sulla carta, dei piloti e dei team che l’hanno in dotazione. Tuttavia, questo avvicinamento può essere dovuto da alcuni fattori. Su tutti, una maggior versatilità della moto, che pare, risultati alla mano, essere facilmente comprensibile anche ai piloti e ai team non ufficiali e di conseguenza molto competitiva.

Certo, le squadre clienti possono sempre contare sul supporto dei tecnici della casa madre, ma c’è anche da dire che difficilmente chi ha una moto dell’anno precedente ha a disposizione gli stessi aggiornamenti di chi ha materiale ufficiale. Questi piloti, quindi Bagnaia, Bastianini, sfortunato in questa prima parte di campionato, Martin e Zarco, ufficialmente separato in casa per le prossime gare dato il certo addio a Ducati a fine stagione, si trovano comunque a dover lottare contro i propri compagni di marchio, che rimangono competitivi nonostante siano in sella su un prototipo non più all’avanguardia.

Bagnaia in Francia: «Solo 6-7 decimi tra le moto ufficiali e le clienti»

Dopo il GP di Francia a Le Mans, corso lo scorso maggio, Bagnaia evidenziò la poca differenza nei mezzi in dotazione alle scuderie ufficiali, rispetto ai clienti. In quell’occasione, in un’incontro con i media, il campione del mondo in carica disse: «Le moto in griglia possono vincere tutte, non ci sono più quei 6-7 decimi tra la moto ufficiale e quella clienti. Un gap che serviva, perché i fantastici quattro sono nati perché erano i più forti, ma anche perché avevano le moto ufficiali. Adesso il livello è estremo e tutti hanno la possibilità di poter vincere. Secondo me bisognerebbe tornare ad avere un po’ di gap tra le moto ufficiali e le moto clienti, o in ogni caso trovare una soluzione».

Sicuramente a un top rider può dare fastidio il fatto che un debuttante, o comunque un pilota sulla carta di secondo piano, possa essere in lotta per il titolo. Oltre al compagno di squadra, infatti, Bagnaia si deve guardare sia dagli altri piloti che hanno trattamento ufficiale, ovvero quelli del Pramac Racing, sia da chi ha a disposizione una moto clienti già totalmente sviluppata e che, seppur più vecchia di un anno, è un libro aperto per ingegneri e centauri. Questa concorrenza inaspettata, che crea una maggior lotta per le posizioni di vertice, diventa un problema per chi, come Bagnaia, ha già un discreto margine sui suoi rivali ducatisti. Se loro fossero privati (o indipendenti che dir si voglia), oltre che di nome, anche della competitività, il dominio di Pecco sarebbe ancor più incontrastato. Tolta una i, si avrebbe un domino: quello degli spettatori, che crollerebbero addormentati davanti ai teleschermi.

 

 

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