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Spa-Francorchamps, 7 km di adrenalina

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L’atmosfera che si respira qui non è composta solo dall’aria delle foreste delle Ardenne, ma è costituita anche di una storia centenaria, a quattro e a due ruote. E questa storia non è solamente un bel ricordo di un passato ormai alle nostre spalle, ma è qualcosa che si vive ancora oggigiorno, ogni volta che le macchine tornano a sfrecciare qui. Non è solo per le innumerevoli gare che si sono disputate qui e per i campioni che nel tempo sono riusciti a trionfare domando questa pista. Vuoi perché è il circuito più lungo del mondiale di Formula 1 e anche uno di quelli con la velocità media più elevata, vuoi per i suoi rettilinei e le sue curve, tra le quali spiccano l’Eau Rouge e il Raidillon, che insieme formano un tratto che definirlo mozzafiato è dir poco, vuoi perché è semplicemente, maledettamente bello, il circuito di Spa-Francorchamps è unico nel panorama globale.  È riconosciuta dagli appassionati come parte integrante dell’identità dell’automobilismo, ed è l’emblema di cosa significhi circuito storico europeo. Purtroppo, come avviene ormai per tutti i tracciati di questa categoria, Spa deve fare i conti col rovescio della medaglia. Alte velocità e curve da brividi vogliono dire spettacolo, ma anche pericolo. Il problema della sicurezza torna ciclicamente a farsi sentire. La situazione non sfugge ai vertici delle organizzazioni automobilistiche, che pretendono sempre più investimenti, sia per adeguare le vie di fuga, sia per modernizzare le infrastrutture e renderle più accoglienti per il pubblico. È in pieno corso di svolgimento una vera e propria lotta per rimanere nel calendario della Formula 1. Una battaglia che Spa, e non solo, combatte ad armi impari, contro chi, in altre parti del mondo, non ha problemi a mettere mano al portafoglio. Gli amanti delle corse  non possono far altro che assistere impotenti alla contesa. Ma non hanno dubbi su quale sia la parte dalla quale stare.

Su e giù nella foresta

È il 1920. La passione per le gare automobilistiche si sta accendendo in Belgio come in tutta Europa. La necessità di trovare degli spazi consoni per ospitarle è impellente. Si decide quindi, in Vallonia, a metà strada tra Liegi e il confine con la Germania, di realizzare un circuito unendo tre strade statali, che collegano altrettante cittadine. La partenza è fissata a Francorchamps, un sobborgo situato nei pressi di Spa, località famosa per gli stabilimenti termali, e dei quali è diventata sinonimo. Il circuito è lungo una quindicina di chilometri, ed è particolarmente veloce.

Come molte tra le storie di successi, anche questa parte con un passo falso. Alla prima gara automobilistica, indetta nel 1921, c’è solo una vettura iscritta e si è costretti a rimandare. Sono allora le moto a inaugurare la pista. Ma non bisogna attendere molto affinché questa spicchi il volo anche per quanto riguarda le macchine: nel 1924 si corre la prima 24 ore di Spa, solamente un anno più tardi rispetto alla nascita della 24 ore di Le Mans. Nel 1925 vede la luce, proprio lungo le strade valloni, il primo Gran Premio del Belgio, che sarà valido per il campionato mondiale di Formula 1 sin dalla sua fondazione, nel 1950.

Le modifiche che si susseguono negli anni tendono a eliminare i pochi punti lenti del circuito, mentre lo sviluppo tecnologico rende le vetture sempre più efficienti. Inoltre, a parte alcune balle di paglia disposte ai bordi della pista, i piloti si trovano a correre su delle strade esattamente identiche a quelle aperte al pubblico, circondate da alberi, pali della luce, case e altri ostacoli.  Il tracciato viene ben presto identificato come pericoloso dai piloti, e a ragione. Nel corso del Gran Premio del 1960 avvengono due incidenti fatali, una decina di piloti perdono la vita nel decennio seguente nei vari eventi tenuti presso il circuito delle Ardenne. La mancanza degli standard di sicurezza porta al boicottaggio del Gran Premio del Belgio del 1969 da parte dei corridori. Dopo un’ultima apparizione nel 1970, la Formula 1 abbandona Spa. Mentre la 24 ore continua a svolgersi, si cerca una soluzione per riprendersi il Circus, che nel frattempo si sposta a Nivelles e poi a Zolder. Dal 1979 viene creata una sezione di pista permanente che dimezza la lunghezza del tracciato, e grazie anche alla costruzione di nuovi box, nel 1983 la Formula 1 può fare il suo ritorno.

Curve a tutta velocità

Il circuito attuale, che per la gran parte è rimasto simile dopo la rivoluzione subita a fine anni ’70, misura 7,0 km e conta 20 curve, di cui 11 a destra. Dopo un breve rettilineo di partenza, si incontra uno dei punti più lenti del circuito, il tornante a destra La Source, punto critico in occasione degli avvii dei Gran Premi. Subito dopo si inizia a salire, continuando a piegare verso destra. Qui era fissato il traguardo del circuito originale. In questo punto si è verificato l’incidente con più macchine coinvolte, ben 13, della storia della Formula 1, al primo giro dell’edizione del 1998. Arriva ora il momento di trattenere il respiro, perché siamo giunti in uno dei tratti più spettacolari al mondo. Lanciati in piena velocità a 300 km/h, si svolta a sinistra all’Eau Rouge, curva che prende il nome dal torrente che scorre sotto alla pista, le cui acque hanno un caratteristico colore rossastro. Si continua a salire, la pendenza è notevole, e si piega prima a destra e poi a sinistra. Con le vetture di F1 più recenti non si alza nemmeno per un attimo il piede dall’acceleratore: questo è il Raidillion. Questa parte del percorso è stata introdotta a partire dal 1939, tagliando una lenta curva a U. Inevitabilmente questo insieme di pieghe veloci è spesso teatro di incidenti, anche molto gravi. Nel 1985 Stefan Bellof, pilota dal grande talento messosi in luce anche in Formula 1, ha perso qui la vita nel corso di una 1000 km di Spa. Lo stesso destino a cui è andato incontro anche il pilota di Formula 2 Anthoine Hubert nel 2019, sconvolgendo l’intero paddock alla vigilia del Gran Premio della massima serie. Subito dopo l’uscita della curva si è verificata la tragedia che nel 2023, durante una gara di Formula 3 Regional, ha portato via il giovanissimo Dilano van ’t Hoff. Terrificanti sono stati anche gli schianti che hanno avuto come protagonisti Alex Zanardi nel 1993,il quale ha dovuto chiudere in anticipo la stagione, e Jacques Villeneuve e Ricardo Zonta nel 1999, usciti fortunatamente illesi. L’area è stata oggetto di interventi nel 2022 che hanno portato all’ampliamento della via di fuga. Superato il Raidillion, si arriva sul lungo rettilineo del Kemmel. La staccata che porta ad affrontare la chicane di Les Combes conclude un tratto di circa 2 km percorso tutto col piede sull’acceleratore. Qua si è verificato uno dei sorpassi più entusiasmanti che i fan della Formula 1 ricordino: quello di Mika Hakkinen su Michael Schumacher, avvenuto nel 2000, con il contributo involontario dato al finlandese dal doppiato Zonta. Si entra ora nella parte artificiale della pista e si scalano le marce per percorrere il lungo tornante a destra Bruxelles, poi si piega quasi in pieno a sinistra lungo la Pouhon e si prosegue verso un breve rettilineo che precede la doppia curva Fagnes. Le due svolte a destra (Combes e Stavelot) immettono di nuovo sulla parte vecchia del tracciato che ci accoglie con le due emozionanti curve a sinistra Blanchimont, affrontate a gas spalancato. L’ultima staccata prima di giungere sul traguardo è quella alla chicane Bus stop, modificata più volte nel corso degli anni.

Il layout del tracciato di Spa-Francorchamps – credits to www.racingcircuits.info

Dai Gran Premi alle 24 ore

Nel 2023 si corre il Gran Premio di Formula 1 a Spa per la cinquantaseiesima volta: solo Monza, Montecarlo e Silverstone possono vantarsi di averne ospitato un maggior numero di edizioni. Michael Schumacher è il pilota con più successi, ben sei. Per lui si tratta di un posto speciale: qui ha debuttato nel 1991 facendosi notare con un’ottima qualifica e un anno più tardi fa registrare la sua prima vittoria. Nel 2001 sale sul gradino più alto del podio per la cinquantaduesima volta, superando Alain Prost è diventando il pilota più vincente di sempre. Da ricordare anche la prima affermazione di Charles Leclerc, avvenuta nel 2019. Da queste parti a mescolare le carte ci pensa spesso la pioggia, che può arrivare da un momento all’altro e in quantità esagerate. La gara del 2021, a causa dell’acqua, ha preso il via con diverse ore di ritardo ed è stata interrotta al secondo giro, senza che la safety car lasciasse la pista. Max Verstappen è stato dichiarato vincitore a tutti gli effetti del Gran Premio, passato alla storia come il più breve di sempre.

La 24 ore di Spa è l’altro fiore all’occhiello di questa località belga. Al 2023, si è tenuta per 76 volte, e dal 1964 in modo ininterrotto. Attualmente fa parte del GT World Challenge. Da ricordare che, nel 1932, la Scuderia Ferrari si è presentata al via di questa gara sfoggiando per la prima volta sulle proprie livree il logo del cavallino rampante. Per l’endurance, in ambito mondiale WEC, si svolge la 6 ore di Spa, conosciuta in passa come 1000 km di Spa.

Per quanto riguarda le due ruote, il Gran Premio motociclistico del Belgio si è svolto sin dal 1921, e quasi sempre a Spa. Il motomondiale ha fatto tappa a lungo nelle Ardenne, dalla sua fondazione nel 1949 fino al 1990. Dal 2022 è tornata in auge la gara del campionato mondiale endurance motociclistico, sempre sulla durata di 24 ore, già corsa dal 1973 al 2003.

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