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Storie Olimpiche – Barcellona 1992, il trionfo del Settebello

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fonte immagine: wpdworld.com


L’Olimpiade di Barcellona 1992 è la prima ospitata dalla Spagna. Pur non terminate le tensioni politiche nel mondo, con 172 paesi partecipanti l’edizione registra un boom di atleti iscritti alle varie gare olimpiche. Saranno in totale oltre 9000 i concorrenti alla gloria olimpica, suddivisi in 28 sport e 257 competizioni.

L’OLIMPIADE AZZURRA – I Giochi Olimpici degli azzurri sono molto positivi. L’Italia vince 19 medaglie di cui 6 d’oro. Alcune di queste medaglie sono rimaste scolpite nella storia dello sport italiano, come l’oro di Fabio Casartelli nella prova su strada di ciclismo maschile. Il compianto ciclista comasco passerà alla storia come l’ultimo corridore dilettante a vincere l’oro olimpico, visto che dall’edizione 1996 delle Olimpiadi la gara venne aperta anche ai professionisti. Altri due ori arrivarono dalla scherma, dove nel fioretto Giovanna Trillini vinse l’oro individuale e lo bissò nella prova a squadre con le compagne Bortolazzi, Bianchedi, Zalaffi e Vaccaroni. Gli altri ori arrivarono dal ciclismo su pista con Giovanni Lombardi (in futuro fidatissimo scudiero di Mario Cipollini), dalla canoa con Pierpaolo Ferrazzi, ma soprattutto dalla pallanuoto maschile.

IL SETTEBELLO La Nazionale Italiana di Pallanuoto arriva all’edizione Olimpica avvolta da grande scetticismo. L’ex CT Fritz Dennerlein ha costruito un gruppo unito, talentuoso, ma allo stesso tempo poco vincente. L’Italia nell’ultimo decennio ha dovuto sottostare alla legge del più forte, con la Jugoslavia dominatrice e la Spagna del fuoriclasse Estiarte (considerato da molti il più grande giocatore di tutti i tempi) sempre sulla cresta dell’onda. La Federazione Italiana ha affidato il gruppo al gran maestro della pallanuoto jugoslava, Ratko Rudic. Il CT ha lasciato la sua nazionale nel 1989 e a un anno dai Giochi ha preso in mano le redini del gruppo azzurro e punta a riportare il Settebello sul tetto del mondo, 32 anni dopo lo storico oro di Roma 1960. Per l’allenatore, diventato croato dopo lo scioglimento della Jugoslavia, quello di Barcellona sarebbe il terzo oro di fila, dopo i due con la Jugoslavia appunto.
Nella prima fase l’Italia convince subito, mettendo a tacere gli scettici. Tre vittorie e due pareggi, uno dei quali contro i favoritissimi e padroni di casa della Spagna, portano gli azzurri a qualificarsi direttamente per le semifinali.
Nella sfida che vale l’accesso alla finale, l’Italia si ritrova di fronte ad un avversario tutt’altro che agevole. La Squadra Unificata (la squadra rappresentativa dell’ex Unione Sovietica) è una delle candidate al titolo, avendo vinto i Mondiali nel 1987 e collezionato altri ottimi risultati negli anni successivi. La partita è durissima, ma il Settebello, trascinato da Sandro Campagna, autore di 3 dei 9 gol azzurri, ha la meglio. Nell’altra semifinale la Spagna vince contro gli USA con un 6-4 abbastanza agevole.
Per i ragazzi di Rudic, la grande impresa si può compiere. Di fronte al caldissimo pubblico delle Piscine Bernat Picornell, il Settebello sfida la Spagna, seguita quel giorno anche dal Re Juan Carlos e guidata in campo proprio da Manuel Estiarte.
L’Italia parte subito forte, con la Spagna vittima di sé stessa e della pressione che la frena e la manda in tilt. Per tre quarti, gli spagnoli inseguono. Gli azzurri con Massimiliano Ferretti, inarrestabile centroboa, rimangono avanti sempre, raggiungendo in due occasioni anche le tre reti di vantaggio. A trenta secondi dallo scadere però la Spagna, spinta dal pubblico ormai incandescente riesce a pareggiare: 7 a 7. Si va ai supplementari. Quella che era una partita di pallanuoto diventa a tutti gli effetti una maratona. Il primo tempo supplementare scivola via con il parziale di 1-1. Si va ad oltranza: nel secondo tempo supplementare le due squadre non riescono ad avere la meglio e il risultato rimane fermo sull’8-8.
Il terzo supplementare è quello decisivo, a 30 secondi dalla fine Gandolfi trova il vantaggio, manca pochissimo. Nell’ultimo assalto degli iberici, la palla arriva ad Estiarte a 3 secondi dallo scadere, il fuoriclasse spagnolo conclude da distanza ravvicinata e posizione centrale, ma centra la traversa, è finita. Per l’Italia è oro. Un’impresa storica, proprio contro i padroni di casa. L’oro dei ragazzi di Rudic rimane oggi l’ultimo successo olimpico del Settebello, oggi guidato proprio da Sandro Campagna, protagonista di quella splendida cavalcata.

CURIOSITÀ – Manuel Estiarte, considerato da molti il più grande giocatore di tutti i tempi, oggi ha cambiato attività. Dal 2008 si occupa principalmente di calcio. Infatti, è nello staff di Pep Guardiola, a lui il tecnico catalano ha affidato il ruolo di responsabile delle relazioni pubbliche in tutte le sue esperienze: da Barcellona, fino ad oggi, in cui svolge lo stesso ruolo nel Manchester City.
Il fuoriclasse spagnolo, dopo la delusione casalinga del 1992, ha coronato il suo sogno con l’oro olimpico ad Atlanta 1996, battendo in finale la Croazia.

 

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