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Calcio

100 Storie Rossoblù: 34 Ceresoli, 33 Villa, 32 Baldi

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Un viaggio lungo cento storie. Cento uomini, cento giocatori che hanno vestito la maglia del Bologna nella sua storia lunga oltre un secolo. Nato con l’idea di stilare una classifica dei più grandi rossoblù di sempre, questo progetto con il tempo ha virato verso un modo per raccontare in poche parole le storie di piccoli e grandi uomini. Tra loro c’è chi ha segnato un’epoca e chi invece è stato a malapena intravisto, tutti però hanno una storia da raccontare ed io ho pensato di raccoglierle qui, ogni lunedì, mercoledì e venerdì.  

PUNTATE PRECEDENTI:
– 100 (Bernacci), 99 (Womé), 98 (Dyego Coelho)
– 97 (Walsingham), 96 (Luciano), 95 (Meghni)
– 94 (Aaltonen), 93 (Vukas), 92 (Battisodo)
– 91 (Rubio), 90 (Macina), 89 (Matosic)
– 88 (Chiorri), 87 (Bellucci), 86 (Sarosi)
– 85 (Colomba), 84 (Bellugi), 83 (Turkylmaz)
– 82 (Antonioli), 81 (Binotto), 80 (Liguori)
– 79 (Jensen), 78 (Pilmark), 77 (Zagorakis)
– 76 (Kolyvanov), 75 (Gilardino), 74 (Demarco)
– 73 (Seghini), 72 (Marronaro), 71 (Rauch)
– 70 (Marazzina), 69 (Arnstein), 68 (Detari)
– 67 (Cusin), 66 (Eneas), 65 (De Ponti)
– 64 (Paris), 63 (Giordani), 62 (Fontolan)
– 61 (Cruz), 60 (Muzzioli), 59 (Pagotto)
– 58 (Maschio), 57 (Mayer), 56 (Perin) 
– 55 (Chiodi), 54 (Negri), 53 (Kone)
– 52 (Cappello IV), 51 (Maini), 50 (Capra)
– 49 (Bernabeu), 48 (Mancini), 47 (De Marchi)
– 46 (Alberti II), 45 (Pavinato), 44 (Gradi)
– 43 (Fogli), 42 (Badini II), 41 (Cresci)
-40 (Diamanti), 39 (Genovesi), 38 (Tumburus)
– 37 (Cervellati), 36 (Ingesson), 35 (Janich)

34 – Carlo Ceresoli
Portiere magro e dall’aspetto non molto possente, si afferma nell’Inter dopo essere cresciuto nell’Atalanta come uno dei migliori portieri del panorama nazionale: per il CT dell’Italia Pozzo, che sta preparando la squadra per i Mondiali casalinghi del 1934, è il migliore, il designato titolare. Un infortunio al braccio su un tiro in allenamento di Arcari lo fa invece fuori dalla competizione, con Pozzo che è costretto a richiamare il mitico Combi. L’esordio in Nazionale arriva durante la famosa sfida con l’Inghilterra nella quale gli azzurri si guadagnano il soprannome di “Leoni di Highbury”: qui neutralizza un rigore al famoso specialista del dischetto Eric Brook, icona del Manchester City. Arriva a Bologna nel 1936, ventiseienne, con il compito di sostituire il mitico “Gatto magico” Mario Gianni. Vi riesce alla grande, in un biennio i rossoblù conquistano due Scudetti con Ceresoli tra i protagonisti. Al Mondiale del 1938 dovrebbe toccare finalmente a lui difendere la porta azzurra, ma ancora un brutto infortunio – frattura del braccio – lo fa fuori all’ultimo momento, con Pozzo che deve ancora una volta ripiegare su un altro portiere, Olivieri. Per sfortuna, quindi, Ceresoli manca due trionfi mondiali. Con i postumi del secondo infortunio mai del tutto spariti, viene ceduto dal Bologna e chiude da riserva, nel Genoa prima e nella Juventus poi.

33 – Renato Villa
Una favola, la carriera di Renato Villa, difensore basso e tracagnotto dotato di uno scatto prepotente e di enorme forza di volontà. Quella che gli permette, dopo una carriera passata in un calcio così minore che più minore non si può, di guadagnarsi prima l’interesse, poi la chiamata e infine il posto da titolare nel Bologna di Maifredi che conquista la A grazie al bel calcio. Forse non è elegante, il “mitico Villa” (soprannome che si dice gli sia stato dato da Lucio Dalla) tuttavia è efficace, e i suoi recuperi a perdifiato quando la difesa schierata altissima sbaglia un fuorigioco esaltano la curva rossoblù. Arriva al Bologna a 28 anni, a 29 fa il suo esordio in Serie A, a 32 si ritira soddisfatto. In effetti un risultato notevole, a maggior ragione per chi prima del rossoblù aveva vestito i colori di Soresinese, Pergocrema, Pizzighettone, Pontevico e Orceana.

32 – Gastone Baldi
Un altro di quei campioni di Bologna, tifosi del Bologna e che al Bologna hanno dedicato l’intera carriera, simboli di un calcio che non c’è più e che mai tornerà. Lungagnone cresciuto nelle giovanili rossoblù, convince poco nel suo ruolo iniziale di terzino, dove denuncia gravi problemi di cattiveria nei contrasti e di fiducia nei propri mezzi. Quando la sua carriera sembra prendere una brutta piega, però, il Bologna si trova nella necessità improvvisa di sostituire il grande Angelo Badini, mediano della squadra stroncato dalla setticemia. Il tecnico Felsner vede proprio in Baldi l’elemento perfetto per diventare il nuovo centromediano metodista della squadra, e Baldi risponde sfoderando una prova da campione dietro l’altra, lasciandosi alle spalle il passato di terzino e diventando per tutti “il centromediano in frac”. Il soprannome deriva dalla grandissima eleganza con la quale calcia e compie ogni fondamentale del gioco del pallone: in rossoblù vince due Scudetti e una Coppa dell’Europa Centrale, restando uno dei punti fermi della squadra per ben 13 stagioni. In Nazionale non sfonda, appena 3 gare dove l’emozione ha la meglio sulla sua grande grana tecnica. Va meglio come allenatore dei giovani rossoblù, ruolo che ricopre con grande capacità una volta ritiratosi dal football.

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