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Calcio

100 Storie Rossoblù: 79 Jensen, 78 Pilmark, 77 Zagorakis

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Un viaggio giornaliero lungo cento storie. Cento uomini, cento giocatori che hanno vestito la maglia del Bologna nella sua storia lunga oltre un secolo. Nato con l’idea di stilare una classifica dei più grandi rossoblù di sempre, questo progetto con il tempo ha virato verso un modo per raccontare in poche parole le storie di piccoli e grandi uomini. Tra loro c’è chi ha segnato un’epoca e chi invece è stato a malapena intravisto, tutti però hanno una storia da raccontare ed io ho pensato di raccoglierle qui.  

PUNTATE PRECEDENTI:
– 100 (Bernacci), 99 (Womé), 98 (Dyego Coelho)
– 97 (Walsingham), 96 (Luciano), 95 (Meghni)
– 94 (Aaltonen), 93 (Vukas), 92 (Battisodo)
– 91 (Rubio), 90 (Macina), 89 (Matosic)
– 88 (Chiorri), 87 (Bellucci), 86 (Sarosi)
– 85 (Colomba), 84 (Bellugi), 83 (Turkylmaz)
– 82 (Antonioli), 81 (Binotto), 80 (Liguori)

79 – Ivan Tage Jensen
Mediano sinistro arrivato nel momento in cui il Bologna dal Metodo si converte al Sistema, perde con lo sbarco in Italia lo status di dilettante e quindi la Nazionale danese, visto che in Danimarca il professionismo arriverà solo nel 1978 e prima chi lascia il Paese perde anche la possibilità di essere convocato. Dalle buone doti fisiche e tecniche, Jensen ha il suo punto di forza nella sagacia tattica e nella continuità di rendimento, tanto che dopo essersi imposto da subito in squadra come titolare vi rimane per otto stagioni fino al 1956, anno in cui si ritira ad ormai 36 anni. Si dice che il presidente Dall’Ara, per scongiurarne la cessione alla Juventus, nasconda a tutti l’offerta dei bianconeri. Chiamato “il professore” perché questa era la professione che esercitava in patria, ha scritto numerosi libri sul calcio una volta ritirato, continuando a giocare in maniera amatoriale fino alla tarda età.


78 – Axel Pilmark

Arrivato insieme al connazionale Jensen, ricostituisce con quest’ultimo una coppia di mediani perfettamente assortita che si è già distinta nella Danimarca bronzo olimpico nel 1948, dedicandosi più del compagno alla costruzione della manovra. La sua storia è del tutto simile a quella di Jensen: perde la Nazionale ma conquista i cuori dei tifosi rossoblù, rimanendo al Bologna per molte stagioni e diventando un giocatore cardine di una squadra dal rendimento ondivago. Quando l’avventura calcistica termina, torna in Danimarca dove possiede una fabbrica di componenti meccanici, ma senza mai dimenticare Bologna e i bolognesi. In maglia rossoblù ha disputato la bellezza di 274 gare, ritirandosi 34enne nel 1959. 


77 – Theodoros Zagorakis
Regista diligente e ordinato, dall’ottimo piede e dalla grande costanza di rendimento, Zagorakis emerge in patria nel Kavala e si afferma poi nel PAOK Salonicco, guadagnandosi la chiamata in Inghilterra da parte del Leicester City, che lascia però dopo due stagioni buone per tornare in patria nell’AEK Atene. Il suo anno d’oro coincide con quello dalla Nazionale greca, che nel 2004 conquista tra lo stupore generale i Campionati Europei anche grazie alla sua regia lucida e ai suoi assist puntuali. Eletto miglior giocatore della manifestazione, proprio in quell’estate sbarca a Bologna, dove rimane un anno disputando un torneo più che sufficiente che però non gli vale la riconferma, visti anche i 33 anni compiuti. Tornato in patria chiude ancora nel PAOK, club dove poi diventa presidente operando un vero miracolo economico per evitarne il fallimento: il suo vice è un’altra vecchia conoscenza del calcio italiano, Zisis Vryzas, suo compagno anche negli esordi al Kavala e nella Grecia campione d’Europa.

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