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Il Match Analysis di Lorenzo Sirri: Roma – Bologna (11 Aprile 2021)

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ROMA. Ci siamo lasciati con una sconfitta seppur onorevole per 1-0 contro la prima della classe e ci ritroviamo dopo una settimana al punto di partenza: la trentesima giornata del campionato di Serie A vede la formazione Felsinea sfidare in terra capitolina una AS Roma stanca per la trasferta di Amsterdam in Europa League e particolarmente rimaneggiata a causa di numerosi infortuni e in ottica Europa.

La trama non cambia in quanto il Bologna fa la partita, probabilmente ancora di più rispetto alla partita contro la squadra capolista del campionato, ma il risultato finale rimane quello della settimana precedente: sconfitta per uno a zero e zero punti portati a casa in ottica salvezza.

Partiamo come da consueto dal momento chiave dell’incontro, il gol subito da Borja Mayoral: il tipo di pressing a uomo portato dal Bologna quando la squadra avversaria costruisce dal basso nella propria metacampo è molto rischioso in quanto il cosiddetto “riferimento” avversario facilità e velocizza le scelte cognitive del giocatore in fase di non possesso, ma ha dei grandissimi rischi e punti di debolezza.

Quando una squadra organizza la fase difensiva puramente a zona vuol dire che i suoi giocatori prendono come principali riferimenti la palla, la porta e i compagni di squadra per potersi aiutare a vicenda in un gioco corale predisposto a difendere lo spazio, mentre quando una squadra organizza la fase difensiva puramente a uomo ogni giocatore ha come riferimento il singolo avversario: lo scopo è quello di spezzare la coralità della fase difensiva e la conseguente costante necessità di ragionare con la testa per potersi adattare alla singola situazione di gioco nel tempo minore possibile. Dare un singolo riferimento avversario al giocatore velocizza di molto la scelta tattica della corsa da effettuare aumentando l’intensità di pressione sull’avversario.  Naturalmente spezzare la coralità dell’organizzazione difensiva marcando a uomo puro (non a uomo nella zona) porta anche dei rischi, il più grande dei quali è quello di sbagliare anche solo un 1vs1 che sia esso in duello o in marcatura, in quanto non essendo presenti coperture dei compagni, o meglio non essendo esse istantanee, si concede all’avversario la superiorità numerica. Se inoltre questo errore viene fatto dall’ultimo uomo, in questo caso Danilo, che legge male la traiettoria della palla alta e prova un anticipo al posto di optare per una più tranquilla fuga a protezione della porta di Skorupski, ecco che si apre la prateria per l’attaccante spagnolo della Roma.

Una disattenzione piccola all’interno di una partita nel complesso molto positiva, che associata alla miriade di errori banali davanti alla porta dell’ex Mirante ci fa tornare da Roma con zero punti.

Nell’articolo di oggi si confronterà la partita contro la Roma con quella vista una settimana fa contro l’ Inter e analizzata da 1000 Cuori Rossoblù nei due link mostrati in seguito.

Bologna – Inter: La Fase di Possesso

Bologna – Inter: La Fase di Non Possesso

Riprendendo brevemente quello detto nell’analisi della partita di settimana scorsa contro l’Inter :

          Costruzione mobile, generalmente 3+2, con la possibilità di bloccare o meno i terzini e con la coppia di mediani liberi di aprirsi lateralmente per aiutare la costruzione anche nell’ampiezza del campo;

          Attacco principalmente dei contenitori dell’Ampiezza e della rifinitura: Soriano e Sansone molto bravi a riempire la zona di rifinitura e contemporaneamente a lavorare con la catena laterale, Dijks e Skov Olsen riferimenti laterali tutto campo;

          Pressing a uomo nella metacampo avversaria, pressione a vallo del centrocampo con la formazione di un pentagono stretto funzionale all’indirizzamento del gioco verso la parte esterna del campo, e formazione a due linee compatte da 4 in caso di difesa della propria area di rigore;

          Gran densità di uomini per la difesa in ampiezza: la linea si spezza completamente in quanto terzino ed esterno alto escono sull’avversario, mentre il mediano recupera la posizione in linea e i restanti tre difensori presidiano l’interno dell’area di rigore staccandosi molto dalla zona-palla.

Il Bologna effettua una costruzione del gioco dal basso mobile a 3+2 giocatori, in modo analogo alla partita con l’Inter: la prima linea da 3 è formata da Soumaoro, Danilo e De Silvestri, supportati dalla copia di mediani Svamberg e Schouten, liberi anche di muoversi in ampiezza.

Dijks in fase di costruzione rimane molto alto predisposto a riempire il contenitore dell’ampiezza sinistra del campo, contrapposto a Skov Olsen sul fianco destro. Sono invece Barrow e Soriano a riempire la zona di rifinitura, anche se è Palacio il più fluido nei movimenti tra le linee.

L’impostazione tattica è la stessa della partita contro l’Inter, ma cambiando alcuni interpreti in campo (uno su tutti Barrow al posto di Sansone) e soprattutto cambiando anche le caratteristiche dell’avversario il modello di gioco proposto non combacia al 100%. 

La presenza di De Silvestri al posto di Tomiyasu influisce poco nell’andamento della partita, mentre l’altro cambio in zona di rifinitura (Barrow per Sansone) si sente maggiormente. Nella partita contro l’Inter avevamo notato una ricerca di attaccare l’avversario principalmente attraverso l’ampiezza sinistra del campo, e per farlo erano necessari i movimenti senza palla di Sansone, fondamentali per ricreare superiorità numerica in zona palla e su cui Barrow è molto carente.

Non si nota infatti da parte di Barrow nemmeno uno dei numerosi tagli verso l’esterno del campo effettuati da Sansone nella partita contro l’Inter per dettare il passaggio in parallella: spesso è costretto Palacio ad uscire dall’area di rigore per effettuare tali corse e aprire tali linee di passaggio, svuotando però quasi completamente l’area di rigore avversaria.

Il giovane attaccante Rossoblù non è quel tipo di giocatore in grado di poter istante dopo istante fare la corsa funzionale al gioco della squadra, ma preferisce aspettare la palla nei piedi avendo le qualità tecniche per poter creare la giocata: le potenzialità sono incredibili, ma deve abbandonare l’istintività della sua confort zone.

Il contenitore dell’ampiezza viene riempito sempre dai due “falsi quinti” invasori laterali: Dijks per il fianco sinistro e Skov Olsen per il fianco destro.

La catena laterale coinvolge oltre ai quinti, anche il mediano e il trequartista del lato di riferimento, con la possibilità di coinvolgere come riferimento basso del rombo il “falso terzo”.  Nello specifico:

          Catena Laterale Sinistra: Dijks, Barrow e Svamberg + Soumoro;

          Catena Laterale Destra: Skov Olsen, Soriano e Schouten + De Silvestri.

Come nella fase di non possesso la linea si spezza per la difesa in ampiezza, così anche Palacio e Barrow rimangono a presidiare la zona centrale del campo quando si lavora con la catena.

Per quanto riguarda invece la zona di rifinitura, i giocatori che invadono maggiormente tale spazio sono Barrow e Soriano. Anche Svamberg e Palacio spesso si posizionano in zona di rifinitura per ricercare una qualche superiorità posizionale tra le linee avversarie.

Sono molto più frequenti gli attacchi della profondità rispetto alla partita contro l’Inter, soprattutto nella prima metà della gara e soprattutto con le corse di Barrow e Skov Olsen, probabilmente anche per sfruttare i punti di debolezza dei difensori centrali della Roma, molto lenti a campo aperto.

 

Rimane comunque presente l’idea di gioco di portare gran densità di giocatori in zona palla attirando gli avversari sul lato forte per poi colpire velocemente con micro-situazioni in parità numerica sul lato debole.

Per quanto riguarda la fase di non possesso, in linea di massima l’organizzazione rimane la stessa della partita con l’Inter, con diversi tipo di approcci in funzione della vicinanza della situazione di gioco avversaria all’area di rigore RossoBlu.

Nel caso in cui la squadra capitolina costruisca il gioco dal basso partendo da rinvio da fondo, o comunque passando da Mirante, il Bologna esce in pressing totale, con riferimenti a uomo (da cui il gol subito).

Lasciando perdere il 3vs3 dietro, le coppie create con il pressing totale sono :

          Barrow su Mancini;

          Palacio su Ibanez;

          Soriano su Fazio;

          Svamberg su Villar;

          Schouten su Diawara;

          Skov Olsen su Bruno Peres;

          Dijks su Reynolds.

 

Lo scopo di questo pressing è quello di indirizzare il gioco sull’esterno del campo, in modo tale da poter immediatamente chiudere tutte le linee di passaggio portando superiorità numerica.

Una volta indirizzato il gioco avversario su un lato, Palacio esce dal riferimento per portare densità in zona palla, facendo stringere leggermente l’esterno alto del lato debole, comunque sempre in grado di effettuare una corsa veloce sul suo riferimento in caso di giro-palla avversario.

Nel caso invece in cui lo sviluppo dell’azione della Roma riesca a superare il primo pressing del Bologna e si manovri nei pressi della linea mediana del campo, come successo per la partita contro l’Inter il Bologna si compatta e non effettua un pressing totale, ma una pressione indirizzata.

Nell’immagine in Figura sopra si nota come contro l’Inter Barrow rimanga alto sul riferimento centrale, con un pentagono alle sue spalle. Soriano rimane a uomo su Brozovic supportato da linea stretta da 4 giocatori compatti per chiudere le giocate verticali verso zona 3 del campo e allo stesso momento per indirizzare la giocata verso l’esterno: una volta effettuata la giocata verso il “terzo” (Bastoni in questo caso), immediatamente prendono posizione esterno alto e mediano del lato forte.

Contro la Roma invece si ripropone lo stesso approccio alla situazione di gioco, ma con un uomo in meno, in quanto l’Inter gioca con due attaccanti e due esterni oltre all’invasione di Barella alla rifinitura quindi basta la linea a quattro, mentre la Roma si presenta con tre attaccanti e due esterni, per cui Skov Olsen è obbligato ad allargare già staticamente la linea difensiva a 5 giocatori.

 

Soriano mantiene il suo riferimento su Fazio e occupa la posizione di quarto di destra per le uscite in ampiezza, coadiuvato da Schouten (a sinistra Barrow e Svanberg).

Infine, nel caso in cui la squadra avversaria riesca a prendere campo e a mantenere il possesso palla nella metacampo del Bologna, la squadra Felsinea si chiude a Riccio con due linee strette e compatte e con Soriano libero per portare superiorità numerica in zona palla, con il solo Palacio in smarcamento preventivo.

Il modulo statico è 5-4-1.

La difesa dell’ampiezza in zona 1 è generalmente svolta da Esterno alto, Falso quinto e Falso Terzo.

          A sinistra escono Soumaoro, Dijks e Barrow;

          A destra escono De Silvestri, Skov Olsen e Soriano;

          I restanti tre difensori della linea presidiano l’area di rigore insieme al fianco debole del pentagono, mentre il mediano del lato forte riempie la zona lasciata scoperta dall’uscita del terzo dalla linea.

Come detto per la partita contro l’Inter, sia il Bologna che la Roma sono due squadre che preferiscono consolidare il possesso non appena si va in transizione piuttosto che cercare velocemente la porta avversaria, per cui non si sono notate particolari costanti tattiche: non si deve confondere la voglia di attirare la squadra avversaria nella propria metà campo per poi verticalizzare su un riferimento e giocarsi la situazione di gioco in spazio aperto con un gioco difensivista che basa il potenziale offensivo sul contropiede.

 

MODULO DI BASE

MODULO OFFENSIVO

MODULO DIFENSIVO

BOLOGNA

4-2-3-1

3+2/4-1

4-2-3-1 5-4-1

ROMA

3-4-2-1

2+3/4-1

5-3-2

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