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Rari Nantes: retrocessione e ripartenza

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Ph: Paolo Tassoni

Le premesse della stagione della Rari Nantes Bologna, alla vigilia del campionato di serie A1, non sarebbero potute essere più rosee di quanto i giornali dicessero in merito alla neopromossa compagine bolognese: sette nuovi acquisti, conferme importanti, giovani talentuose provenienti dal vivaio… Si è parlato di mina vagante, mercato scatenato, potenzialità che avrebbero potuto stupire tutti gli appassionati di pallanuoto, soprattutto reduci dalla cavalcata vincente e di carattere che ha portato La Rari a pestare il massimo palcoscenico: fosse stato chiesto, ad inizio anno, quali sarebbero state le due squadre condannate alla retrocessione (una direttamente, una passando dai playout), probabilmente in pochi avrebbero detto la Rari Nantes Bologna. Neopromossa, sì, ma rinforzata da innesti di qualità ed esperienza giunti sotto le due Torri nel corso di tutta l’estate, arrivando alla ciliegina sulla torta di fine agosto, l’arrivo di Rae Lekness, centroboa della nazionale canadese.
Eppure, il decimo posto, a fine stagione, è stato occupato dalla Rari Nantes: retrocessione, dunque, dopo solo un anno di “paradiso” nella terra dei grandi della pallanuoto femminile italiana, con solo 7 punti tra le mani (2 vittoria, un pareggio) e tante occasioni sprecate che hanno lasciato strascichi volta per volta nelle prestazioni successive.
Un’annata certamente sfortunata per la squadra bolognese, bersagliata sia da un calendario impietoso ai nastri di partenza, sia da infortuni che hanno costretto mister Posterivo a modificare l’assetto in acqua delle sue atlete più volte nel corso dell’anno. La canadese Lekness ha dovuto rinunciare a giocare sul finire della stagione, saltando la partita chiave del campionato contro Trieste ed essendo già non in condizione nello scontro diretto contro la Brizz Acireale (dove è voluta comunque scendere coraggiosamente in acqua), mentre Musso ha dovuto dare forfait prima della fine del girone d’andata, sempre a causa di problematiche fisiche che l’hanno costretta allo stop definitivo. Il campionato, invece, ha contribuito a rendere la stagione della formazione bolognese in salita, ponendo davanti a Perna e compagne cinque scontri salvezza nelle prime cinque giornate: Rapallo, Como, Firenze, Bogliasco, Brizz Acireale, in una fase di maturità probabilmente insufficiente alle bolognesi. Tempistiche acerbe trascinatesi partita dopo partita e rinviate “alla prossima” per mesi, senza che il “salto” definitivo nel mondo dei grandi fosse compiuto in maniera completa, ma rimanendo nell’aria, lasciando l’odore di un’occasione sprecata.
Eppure, non sarebbe corretto giustificare il mancato mantenimento della massima serie da parte della Rari Nantes per questi fattori: la formazione bolognese ha avuto tempo e modo di esprimersi, conoscersi, motivarsi a vicenda per arrivare all’obiettivo comune, la salvezza. Le motivazioni evidentemente non sono state sufficientemente forti da trascinare l’organico felsineo verso il traguardo, ma anzi, probabilmente proprio le differenze hanno fatto sì che avvenisse questo progressivo disgregamento che ha poi portato a concludere la stagione alla Rari nell’ultima piazza disponibile.
La società ha investito tempo e denaro nella ricreazione della rosa che avrebbe solcato le acque della serie A1, inserendo elementi di qualità ed esperienza, già ampiamente rodati nella massima categoria. Ma iniziamo dal ricreare: perché ricreare?
Delle 13 atlete che a luglio hanno conquistato la serie A dopo cinque anni d’attesa, solo 5 elementi in rosa, escludendo alcune giovani che hanno comunque trovato spazio in prima squadra, sono rimasti a vestire i colori societari: perdite pesanti in casa Rari, in primis le storiche Martina Budassi (capitano per anni della squadra rossoblù) e Martina Verducci, insieme a diverse altre giocatrici che hanno contribuito nel tempo alla riconquista di un posto nell’elite della pallanuoto italiana. Oltre che elementi fondamentali in acqua anche e soprattutto necessarie nella creazione di un gruppo, punto di forza dell’annata 2021/2022 che ha vinto il girone Nord e i playoff di serie A2.

Assenze che sono state tamponate con efficacia dalla società, che ha deciso infatti di puntare su atlete giovani ma dal curriculum di tutto rispetto come Repetto, Altamura, De Vincentiis e la giovane Marchetti, tutte giocatrici con anni di serie A alle spalle e presenze il nazionale giovanile ma anche maggiore.
Probabilmente, però, il cambio generazionale che ha investito la Rari Nantes non è stato ben assorbito in spogliatoio: specchio della delicata situazione probabilmente è stata la prima parte di stagione, dove i risultati tanto attesi non sono arrivati e ci si è presentati al girone di ritorno al decimo posto e tanta preoccupazione. Punti persi nelle azioni conclusive di troppe partite, in situazioni nelle quali la chiave del match sarebbe stata proprio l’unità della squadra e la collaborazione: così non è stato, ed il tentativo di chiusura delle falle nel rush finale non è stato sufficiente a salvare la stagione, ormai troppo compromessa. La sconfitta contro Brizz Acireale prima del tris di partite mission impossible (Padova, Orizzonte Catania, Roma) ha dato il colpo definitivo alla squadra, che non ha trovato le energie mentali e fisiche necessarie per tentare il tutto per tutto contro Trieste nell’ultima giornata. Una squadra che a volte vince, sì, ma che si disgrega nel momento più difficile, che non riesce ad elaborare le sconfitte e a incrementare le sensazioni positive delle volte in cui è uscita dall’acqua vincente. L’amalgama del gruppo, elemento di forza di ogni formazione vincente, è stato quindi l’ingrediente mancante dell’annata Rari: probabilmente complici di questa situazione sono stati i risultati poco generosi e tardivi ad arrivare, che certamente hanno smorzato gli iniziali entusiasmi, insieme alla bassa età media della rosa, forse priva di un elemento trascinante e più maturo dal punto di vista anche anagrafico che potesse guidare la crescita delle più giovani e tappare i buchi, se necessario. E c’è da dire che in parte è avvenuto, perché nel corso del campionato si è visto come spesso proprio le più giovani, dalle quali ci si aspettava forse qualcosa di meno dal punto di vista tattico, si siano caricate la squadra sulle spalle togliendo castagne dal fuoco quando probabilmente non era stato chiesto. E non si può dire che sia un male per la Rari, che può giustamente bearsi dei suoi giovani prodigi che nel momento del bisogno si rimboccano le maniche e chinano la testa per lavorare, ma c’è anche da evidenziare come probabilmente, se elementi più inesperti si sono dovuti sobbarcare questo incarico, il gioco di ruolo in acqua non ha funzionato, deresponsabilizzando talvolta qualcuno.

E retrocessione fu, molto più che amara per una società che ha impiegato 5 anni per ritornare nella massima serie; ma se c’è una cosa che la Rari Nantes ha sempre dimostrato, è la capacità di reazione a situazioni complicate: sono due le retrocessioni negli ultimi dieci anni (stagione 2013/2014, 2016/2017), ed in entrambe le situazioni la risalita è stata repentina. La discesa in serie A2 di quest’anno di certo è differente rispetto a quelle precedenti, perché mentre negli anni di risalita l’organico giocava insieme da tempo, era solido e d’esperienza, le ultime stagioni, passate a rincorrere la promozione, e l’annata 2022/2023 sono state caratterizzate da una crescita progressiva di ragazze delle giovanili accanto ad alcuni elementi “chioccia” che le hanno accompagnate nel percorso, per permettergli poi di camminare in maniera indipendente in questa fase della loro crescita e di diventare loro stesse elementi cardine in un gruppo. Nonostante la stagione non sia limpidamente specchio di questa dinamica, così è stato: è dalle “giovani veterane” di sangue Rari che Bologna ha bisogno di ricominciare a giocare per vincere, senza rigettare basi già piantate tempo fa ma puntando tutto su di loro, modificandone il ruolo ma mantenendone la sostanza, quella di ragazze di Bologna che giocano per Bologna, affiancate ad ad atlete non del luogo ma che sentono la causa Rari tanto fortemente quanto le native.
Accanto a loro, sarà da capire quanto e come confermare la rosa di quest’anno: la società è attualmente in trattativa con molte ragazze, ma non sono ancora uscite news ufficiali in merito. Buone notizie per la Rari sono alcune conferme ufficiose di elementi fondamentali nella promozione e soprattutto in spogliatoio, aspetto che, come si è detto, è mancato in maniera importante nel corso degli ultimi mesi. Seguiranno sicuramente, nel corso delle prossime settimane, aggiornamenti. Ma la società ha già dato un importante segnale di voler recuperare il terreno perso per imbastire una rapida ripresa del panorama più importante della pallanuoto femminile italiana, sottolineando come la volontà sia quella di non fermare il percorso avviato ma di incentivarlo e renderlo più fruttuoso anno dopo anno.

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