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In Turchia Hamilton vince e diventa campione del mondo, ma il capolavoro di giornata lo fa la Ferrari.

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Twitter Scuderia Ferrari

Il criticato e criticabile asfalto nuovo e “viscido” del circuito turco si trasforma, complice l’atipico meteo di questo weekend, in un asfalto dei sogni per chi desiderava vivere un copione diverso dal solito, e ci regala uno dei più imprevedibili gp dell’anno. La partenza è clamorosa, con Vettel che trova un imbucata idilliaca. Come ripetuto un lato dell’asfalto è più sporco dell’alto, chi parte da lì fa più fatica: Bottas e Ocon si girano alla prima curva, mentre partono alla grande Stroll e Perez: Vettel vola, imbuca tutti ed è subito quarto, prima della fine del primo giro riesce a superare anche Hamilton: è terzo, mentre Leclerc rimane nelle retrovie: quattordicesimo.

La gara si gioca sugli errori dei piloti, che oggi sono costretti ad una gara nervosa e le opportunità fioccano sopratutto per quelli più “saggi”; altre possibilità di sorpasso non ce ne sono, soprattutto all’inizio: la pista è troppo bagnata, il che rende quasi impossibile uscire dalla scia di chi sta davanti per cercare di imbucarlo all’interno o all’esterno. Russel decide di fare da benchmark per il passaggio alle gomme intermedie, e chi oggi si vuole fidare dei tempi della Williams è sopratutto la Ferrari che con Leclerc ha tutto da guadagnare: il monegasco è il primo a rientrare per il cambio e la scelta si rivelerà azzeccata.

A metà gara le Racing Point sono ancora serrate nelle prime due posizioni, aggrappate al sogno di portare a casa una doppietta storica e all’abilità dei propri piloti sul bagnato. Al centro del gruppo Le RedBull riescono a portare le gomme in temperatura più velocemente, girano più forte di tutti guadagnando secondi su secondi senza però riuscire nei sorpassi, bloccandosi a turno alle spalle degli avversari. 

Tra il 30° e il 40° giro il volto della gara cambia definitivamente. Le Ferrari ancora una volta fanno da apripista e per prime rientrano ai box. Tra le altre scuderie c’è incertezza, molti si aspettano di poter utilizzare delle slick da li a poco e non vogliono perdere tempo con altri pit-stop intermedi. Ma la temperatura del tracciato non si alza, in alcuni punti l’acqua rimane abbondante e bisogna rischiare la scelta: Hamilton rienta, Albon, Verstappen e Stroll aspettano qualche giro di troppo e il risultato finale è sorprendente: Hamilton in passerella riesce a guadagnarsi la prima posizione su Perez (l’unico che rimane in pista con il primo stint di intermedie), e vince un GP in cui non era mai stato primo dalle prove libere a 20 giri dalla fine, tagliando il traguardo in lacrime: è lui il nuovo campione del mondo, e raggiunge Michael Schumacher come numero di titoli vinti: sette. Perez regge, complice il tesoretto di secondi accumulato nel primo terzo di gara, e riesce a conservare la posizione per un soffio dagli attacchi di Leclerc. Il monegasco che per provare a prendersi la seconda  posizione allunga all’ultimo giro e viene infilato da Vettel a poche curve dal traguardo: le Ferrari chiudono così in terza e quarta posizione, per la gara vista, probabilmente la miglior prestazione da inizio campionato.

Così Sebastian Vettel, l’mvp di giornata, a fine gara: «Si, è stata una gara intesa e lunga ma anche divertente. Mi trovavo bene con le gomme da bagnato estremo, un po’ meno di quelle da intermedio.  Sorprendente aver strappato il podio alla fine: ho visto che Charles e Sergio stavano lottando, appena ho visto l’opportunità l’ho sfruttata».

 

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