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Statistiche e curiosità – L’ultimo giro di valzer di Sebastian Vettel

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Credits: RedBull.com

Da lunedì prossimo la Formula 1 continuerà la sua strada con un Sebastian Vettel in meno e si ritroverà impoverita in un solo colpo di un grande uomo e di uno dei piloti più forti dell’ultimo trentennio dal valore di 4 Titoli mondiali, questo ad un solo anno da un’altro doloroso saluto di prima fascia come quello di Kimi Raikkonen.

Cominciamo questo appuntamento di Statistiche e Curiosità dedicato al pilota di Heppenheim dall’essere umano. Vettel nel corso degli anni si è dimostrato un ragazzo molto sensibile, quasi un tedesco atipico in ottica delle sue stravaganze e peculiarità: le canzoncine dedicate ai suoi meccanici e alla Ferrari, la tradizione di battezzare ognuna delle monoposto su cui ha corso, le prese di posizione per i diritti umani fatte sempre con tanta profonda intenzione e poca superficialità. Forse anche per questo suo modo d’essere, così genuino anche nelle reazioni e nei momenti di delusione, oltre che per i risultati sportivi il cui epilogo non ha sempre rispettato le aspettative, Seb non è stato simpatico a tutti. Ma Vettel ha dato tanto alla Formula 1 facendoci emozionare tanto in pista quanto fuori dalla monoposto e la sua assenza in questo mondo la sentiranno, volenti o dolenti, tutti gli appassionati.

Ad appena 35 anni qualcuno potrebbe pensare ad un addio non così definitivo visto gli esempi che circondano il tedesco, come quello di Fernando Alonso: rientrato nel Circus all’età di 39 anni, riesce ancora semplicemente a fare la differenza, a farci divertire con le sue difese impenetrabili e con il suo stile di guida inconfondibile: a proposito, ad Alonso Vettel strappò due record non da poco, ma ne parleremo dopo. Ma tra l’asturiano e il tedesco le differenze sono molte e il vissuto di Seb nel corso degli ultimi anni porterebbe a suggerire un allontanamento più deciso viste anche le diverse volte in cui il pilota Aston Martin ha preso più di chiunque altro posizione contro determinate dinamiche del gioco di cui fa parte, oltre ad essere già stato molto vicino all’addio dopo il periodo Ferrari costatogli molte energie fisiche e mentali come dichiarato recentemente dallo stesso tedesco in un’intervista a Der Spiegel, riportata in Italia da TuttoSport:

“Nel 2017 e nel 2018 ho lottato per il campionato del mondo con la Ferrari, ho vinto cinque gare ogni volta, ma alla fine sono arrivato sempre secondo. Spendere così tante energie per due anni di fila, anche mentalmente, e poi rimanere a bocca asciutta, mi ha fatto chiedere se fossi ancora in grado. Scaduto il contratto in Ferrari l’idea del ritiro era molto presente”.

Una posizione, quella in cui si è ritrovato il pilota di Heppenheim, dovuta soprattutto ad una dedizione al lavoro impareggiabile che prima gli ha permesso di cogliere i frutti di una RedBull sulla strada verso l’apice, e che poi gli ha si permesso di collaborare in maniera impeccabile con il team di Maurizio Arrivabene, ma gli ha fatto anche perdere tanta serenità a causa della mole di pressioni e responsabilità di cui si è sempre fatto carico quando i risultati non arrivavano.

Ma veniamo ora un po’ ai numeri.

Vettel può vantare presenza in 16 stagioni in formula 1, ottavo nella classifica all time al pari di Brabham, Hamilton e Bonnier e con quattro vittorie mondiali è il quarto pilota più titolato di sempre al pari di Alain Prost. Tornando ai record soffiati a Fernando Alonso, in occasione della vittoria dei suoi primi due mondiali Seb è diventato il pilota più giovane di sempre ad essere diventato campione e ad essersi confermato, detronizzando proprio l’asturiano. Nella sua striscia di imbattibilità, Seb detiene anche il record assoluto di mondiali consecutivi vinti, dal 2010 al 2013, al pari di Schumacher, Fangio e Hamilton.

La stagione del 2013, quella del suo quarto e ultimo successo, è stata per il pilota tedesco quella più straordinaria ed ha scritto altri record tutt’ora in corso di validità come quello di maggior numero di punti di vantaggio sul secondo classificato, 155; record che proprio quest’anno potrebbe essere messo per la prima volta in seria discussione per il margine di 139 punti che Max Verstappen è riuscito ad accumulare con una gara ancora da disputare: se l’olandese riuscisse ad arrivare davanti a tutti ad Abu Dhabi, con la complicità di Leclerc e Perez a classificarsi al di sotto della sesta posizione, riuscirebbe a spodestare un record che ha retto per intero la parentesi di dominio totale Mercedes. Il 2013 come detto è stato l’anno dei record per Vettel, dominatore assoluto della stagione fino all’ultima gara ha dato il meglio di se, riuscendo a conquistare 9 vittorie consevutive tra il 25 agosto e il 24 novembre.

E’ sempre del tedesco il record di pole position in una stagione: 15 nel 2011, e quello di pilota più giovane ad averne mai realizzata una, a 21 anni e 72 giorni nel Gran Premio d’Italia del 2008, e cioè alla vigilia della sua prima straordinaria vittoria (prima ed unica vittoria nella storia della Toro Rosso prima del passaggio ad Alpha Tauri). Anche quella vittoria fu un record, ma in questo caso già battuto da Verstappen nel Gran Premio di Spagna 2016 quando l’Olandese vinse all’età a 18 anni e 228 giorni.

Le fortune di Seb si affievoliscono con l’arrivo della nuova generazione di motori V6 turbo ibridi che consacrerà l’ascesa di Mercedes. Il tedesco si difenderà e metterà in seria difficoltà Hamilton arrivando a condurre il mondiale nel 2017 e nel 2018, come riportato anche a Der Spiegel, senza però riuscire a consacrarsi.

Domani sarà il suo 299° Gran Premio (7° per numero di gare disputate all time), ad oggi ne ha conclusi dal primo all’ultimo giro 261(4°) con 53 vittorie (3°) e 122 podi(3°), 57 sono invece le pole position(3°) conquistate e 38 i giri veloci (5°), dati che confermano si la velocità ma soprattutto la consistenza delle gare del tedesco.

                 

Il saluto che ha voluto riservare la Ferrari nella giornata di oggi al pilota Tedesco

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