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L’incredibile inizio e fine anno 1994 della Virtus

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Foto Virtuspedia


L’anno 1994 cominciò e finì per le V nere in maniera assolutamente incredibile. Il primo gennaio la Virtus gioca a Trieste. Non c’è Levingston che rientrato dall’America qualche tempo prima portando con sé lastre e referti, aveva espresso l’intenzione di farsi operare, mentre la Virtus, esibendo i pareri dei propri medici, lo aveva ritenuto in grado di giocare. A questo punto la Virtus decise di tagliarlo per inadempienza contrattuale. Un lodo della giustizia sportiva diede ragione alla società bolognese, ma il pretore del lavoro, oltre due anni dopo condannò la Virtus a pagare tutto il restante stipendio (una parte Cliff l’aveva già ricevuta), più altre spese varie. Cinque vittorie su cinque gare senza Levingston, ma ora bisogna sostituirlo. Arriva Schoene, che il suo procuratore riesce a liberare dai legami con Verona; Russ, due scudetti, una Coppa Korac, una Coppa Italia con Milano e una con Verona, del periodo scaligero ritrova un’ampia colonia: Bucci, Frattin, Morandotti, Moretti e Savio. Esordio proprio a Trieste per la sfida al vertice di Capodanno. La Virtus concede ai suoi giocatori di portare in trasferta le famiglie, potranno così in albergo, la sera prima della gara, brindare al nuovo anno con mogli, figli e fidanzate. L’esordio di Schoene è sbalorditivo, 30 punti, con 11 su 17 da due punti e 2 su 3 nelle triple, 12 rimbalzi, ma Brunamonti è dolorante a un ginocchio e Danilovic non è in serata. A supportare Russ un ottimo Savio, 13 punti in 28 minuti e così la Virtus sembra avere la partita in pugno al 30′ sul 47-56; poi però Trieste rimonta e sorpassa. Pur nella partita infelice, Sasha sprigiona l’acuto, una schiacciata che a sessanta dalla sirena porta Bologna avanti 71-70. La Stefanel ha tre occasioni per vincerla, ma le fallisce, non approfittando neppure di un’infrazione di passi di Savio quando mancano 11 secondi. Quando sull’ultimo pallone si getta Binelli e lo cattura sembra vinta, ma gli arbitri fischiano un fallo a favore di Gus quando il cronometro segna ancora un secondo da giocare. Liberi per Augusto e Morandotti si fa il campo di corsa per suggerirgli di sbagliare, ordine impartito da Bucci, per fare ripartire sull’errore il cronometro e vincere la gara. Binelli invece cercando di sbagliare infila entrambi i liberi. Sulla rimessa Gentile riceve e fa un canestro incredibile praticamente dalla sua metà campo. Supplementari. La Virtus mette ancora una volta la testa avanti su una tripla di Schoene, ma poi cede 86-93, anche perché concluderà l’incontro senza Coldebella, Moretti, Danilovic, Schoene, Morandotti, tutti fuori per falli. Riccardo e Sasha vengono anche espulsi, il primo sbattendo il pallone a terra per protesta sul quinto fallo di Schoene, il serbo quando era già in panchina per raggiunto limite di falli. Diversa la sanzione del giudice, semplice deplorazione per Morandotti e squalifica per Danilovic, che pagherà la cauzione e sarà disponibile per la gara con la Bialetti Montecatini, che proprio lui deciderà con una tripla allo scadere. Ultimo giorno dell’anno, in programma Virtus – Benetton, con i trevigiani fino a quel momento sempre sconfitti a Bologna dalla Virtus: Binelli é a mezzo servizio perché, partito in nazionale con un certificato che ne sconsigliava l’utilizzo, ne è tornato malconcio; Moretti è a pezzi a causa della pubalgia gioca solo 17′, con 0 su 5 dal campo, 2 rimbalzi, una stoppata subita e una palla persa; Coldebella e Danilovic sono assenti. Gli altri fanno gli straordinari, ma al 20′ Treviso è avanti 38-49 e al 23′ 42-57. Poi tutti i bianconeri danno qualcosa in più, Binion lascia a Woolridge solo un canestro nel secondo tempo (ne segnerà un altro nel supplementare contro Battisti), inoltre Joe segna 15 punti e cattura 12 rimbalzi, di cui 7 in attacco; Brunamonti gioca 42 minuti, Binelli prende 10 rimbalzi, Carera e Battisti danno la loro mano; Abbio gioca una gara superlativa, 33 punti in 44 minuti, con 8 su 13 dal campo, 16 su 16 dalla lunetta, e 4 rimbalzi; Morandotti (17 punti) schiaccia il pallone che porta la Virtus al supplementare, poi a 1’30” dalla fine del tempo aggiuntivo, sul 78-80, capitalizza il quinto fallo più tecnico di Woolridge, segnando 4 liberi e un canestro, 84-80. Abbio mette i liberi dell’86-82, Naumoski la tripla, ancora Picchio in lunetta, 88-85. Naumoski perde palla, Brunamonti esulta, il pubblico grida “Campioni, Campioni”. Ancora quattro liberi, due di Abbio e due di Brunamonti e finisce 92-85, con gloria anche per Giacchino e Marco Dondi dall’Orologio. Abbio esce dall’incontro con una spalla che ha subito una forte botta, per fortuna vengono escluse lussazioni e fratture. La sconfitta della Filodoro a Pesaro vede la Fortitudo raggiunta dalla stessa Scavolini, dalla Cagiva e dalla Virtus, che conclude felicemente un anno che era iniziato con l’amaro in bocca, ma che poi aveva anche visto la conquista del dodicesimo scudetto. Il coro del pubblico a suggellare quella vittoria di fine anno sarà anche di buon auspicio, perché nel 1995 le V nere si confermeranno campioni per la terza volta consecutiva. 

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