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La Virtus Segafredo archivia la pratica Promitheas: 91 – 72

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foto di Bianca Costantini/1000 Cuori Rossoblu/Basket City


VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA – PROMITHEAS PATRASSO 91-72 (27-23; 43-43; 70-56)

Virtus Segafredo: Tessitori 5, Belinelli 9, Pajola 4, Alibegovic 14, Ruzzier 5, Jaiteh 9, Alexander 8, Ceron 3, Sampson 8, Weems 18, Teodosic 8. All. Scariolo

Promitheas: Ray 7, Schwartz, Grant 15, Gaddy 4, Hunt 14, Agravanis 5, Gkikas 8, Rogkavopoulos 4, Miles 6, Giannopopoulos 9, Bazinas, Tanoulis. All. Zouros

Arbitri: Zamojski, Sukys, Lavrukhin

Tiri liberi: BO 8/14; PA 9/11

Falli: BO 19; PA 18

Rimbalzi: BO 39; PA 31

Tiri da 2: BO 22/34; PA 24/49

Tiri da 3: BO 13/25; PA 5/23

Sarà anche terz’ultimo della classe, il Promitheas, ma anche oggi si è potuto constatare che se in campo si scende con la testa da un’altra parte ogni risultato diventa possibile, soprattutto in una Europa dove nessuna squadra è composta da scalzacani. Alla Virtus Segafredo è bastata una fiammata, nel finale, per decidere l’incontro: magari se lo anticipava di un paio di quarti forse avrebbe potuto soffrire un po’ meno, che di questi tempi potrebbe anche essere necessario per rifiatare come si deve.

Pajola, Teodosic, Weems, Alibegovic, è il quintetto iniziale bolognese; Ray, Miles, Gkikas, Rogkavopoulos e Grant quello di Patrasso. Prova il Promitheas a frenare il gioco virtussino, e dopo un iniziale “stordimento” in difesa riesce a rimettersi in carreggiata (18-16 a metà periodo), cosicché, benché i miracoli di SanTeodosic siano di un’altra dimensione, anche per il fatto che negli ultimi minuti il quintetto bianconero viene totalmente rivoluzionato, dopo un certo tira e molla nel punteggio il primo quarto finisce 27-23.

Il secondo periodo si presenta con Abdul Gaddy sul parquet: è la prima volta che lo si rivede dopo la stagione disgraziata della retrocessione (di cui peraltro era stato fra i meno colpevoli) e al tifoso virtussino non può non fare un certo effetto. Intanto però è l’ex biancoblu Dario Hunt a segnare a ripetizione in questa fase (in doppia cifra in poco più di cinque minuti), con il Promitheas che rimane sempre lì (35 pari al 26°). Nell’ultimo minuto e mezzo Scariolo schiera pure un quintetto “piccolissimo” (Pajola, Teodosic, Belinelli, Weems e Sampson) per dare più dinamismo al gioco, presumibilmente, ma solo l’imprecisione dalla lunetta di Rogkavopoulos impedisce a Patrasso di essere avanti all’intervallo: 43-43. Fra l’altro, preoccupa un dito del dio Milos “fulminato” da uno scontro fortuito con Hunt.

Per tre minuti Patrasso resta anche avanti, ad avvio di ripresa, grazie ad una schiacciatona di Grant, e ci torna sempre col lungo “greco” protagonista. Il fatto è che oggi i centri del Promitheas sembrano fare quello che vogliono, e non è che siano Jabbar redivivo. In avanti la Segafredo non starebbe neanche andando male, se si tolgono alcune leggerezze che costano perse e contropiedi: è in difesa che a tratti è proprio di burro. Nel frattempo la qualità del gioco è decisamente scaduta; in questi casi, le invenzioni dei migliori normalmente fanno la differenza, di conseguenza il diverso tasso tecnico non può che premiare le Vu Nere, che all’ultima sosta sono sopra 70 -56.

All’ultima ripresa un colpo di gande rarità: la partita viene sospesa per l’uso di fischietti da parte del pubblico che disturberebbero il gioco. È poco più che un momento, ma scappa abbastanza da ridere se si pensa a quello che comunemente accade in certe arene sparse per l’Europa. Lo show arbitrale continua con un’esagerata consultazione dell’instant replay che innervosisce un po’ tutti, in campo e sugli spalti (sul +1 a 5’ dalla fine per decidere su una manciata di secondi per il completamento di un’azione). La partita peraltro è virtualmente finita. La cosa più notevole di questo finale è la tripla di Marco Ceron, il primo canestro ufficiale in maglia bianconera di un ragazzo che merita tutto il meglio possibile. Si conclude, così, 91-72. Domenica il derby. Dovrebbe essere un’altra partita segnata, ma il basket ci ha insegnato che mai dire mai.

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